Di Vittorio Venditti
Solo Il Politico E’ “Vacca Grassa”?
Tralasciando per un momento i problemi gambatesani, oggi voglio farti partecipe di una riflessione che transita in ciò che resta del mio cervello, in uno di quei rari momenti di capacità d’intendere e di volere che ogni tanto toccano la mia vita.
Di che parlo?
Dello strano modo di pensare che, giorno dopo giorno, approfittando del dilagante decadentismo che affligge la politica italiana, si sta impossessando di ognuno di noi.
Guardando in maniera non schierata quanto sta accadendo a Berlusconi e più in generale a chi usa far politica secondo la maniera berlusconiana, si evince che l’invidia la fa da padrona e che ogni mossa portata a termine da costoro, dev’essere per forza farcita di qualche irregolarità, se non da qualche reato commesso nell’agire stesso.
Ti sei mai posto però, da quale pulpito viene la predica?
Atteso che Berlusconi non sia un santo, qual è il limite di santità che chi lo attacca pretende di rivendicare per sé stesso?
Da diciassette anni ormai si assiste ad un continuo stillicidio di notizie di reato che dovrebbero portare Berlusconi in galera e, una volta dentro, dovrebbero dare ai suoi carcerieri la possibilità di gettare la chiave della cella in cui il nostro attuale primo ministro sarebbe rinchiuso.
Sarà vero che Berlusconi le trova tutte, pur di non farsi processare, ma là dove il processo si è svolto ed i presunti reati non siano caduti in prescrizione, quante volte il Nostro è risultato colpevole con sentenza passata in giudicato?
Tolti questi primi dubbi, e bypassata a piè pari la volontà politica di certa parte della magistratura che intenderebbe con queste mosse sovvertire l’ordine democratico, andiamo a fare le pulci proprio a costoro, visto che anche loro sono uomini, pur volendo assimilarsi a Dio, non accettando il fatto che anche loro possono commettere degli errori.
A che mi riferisco?
Ad esempio, al livello di bassezza a cui si giunge pubblicando documenti contenenti dati sensibili, sia pur appartenenti ad un personaggio pubblico.
Mi spieghi, tu che capisci più di me, a che prò pubblicare il numero telefonico di Berlusconi?
Il solerte magistrato, dall’alto del suo pulpito, obbietterà che il numero era pubblicato solo parzialmente.
A costui, per una volta, rispondo che la prerogativa degli stupidi è quella di ritenersi più dritti degli altri, per cui costui dimentica, (chissà quanto volutamente), che sommare due più due normalmente, e soprattutto facilmente, quasi sempre dà come risultato quattro.
Ecco perché non ci volevano gli (omissis), dei cosiddetti “servizi segreti”, per fermare chi, con semplici prove empiriche, è riuscito a completare quel numero che, non fosse altro che per privacy, non doveva essere divulgato.
Per quest’errore, ed altri ben più gravi, chi paga?
Un referendum risalente alla fine della cosiddetta prima repubblica, sancisce che, in questi, come in casi ben più gravi, a pagare debba essere il “solerte magistrato”.
Perché quanto sancito e pagato dalla volontà popolare non viene messo in pratica?
Eppure, i nostri solerti magistrati, hanno lo stipendio parificato a coloro che normalmente schifano, vale a dire ai parlamentari!
Non voglio, per rispetto nei tuoi confronti, parlare di quanto ho dovuto subire io da questa manica di delinquenti, ma quanto hanno pagato costoro, ad esempio, per la morte di un galantuomo qual è stato Enzo Tortora?
E quanti Enzo Tortora non conosciuti, hanno subito angherie da parte di questi ladri di stato, senza aver poi ricevuto il giusto ristoro per i danni subiti?
Va da sé che anche in questa risma di gente che pretenderebbe di giudicare il comportamento altrui senza considerare i propri difetti, anche fra questa gente, esistono mosche bianche che fanno davvero diligentemente il proprio lavoro, ma in quanti siamo stati fortunati ad incontrare una di queste “mosche” sul nostro cammino?
Sinceramente, per quanto sono incazzato con questa categoria di persone, (e ti prego di passarmi il termine), potrei continuare a scrivere un libro più voluminoso della bibbia.
Se non lo faccio, oltreché per evitare di tediarti più del necessario, è per non dare a costoro troppa importanza, atteso che è importante chiunque, purché si parli di lui.
Mi preme invece, sempreché ancora sia possibile, invitare chiunque, anche il semplice cittadino, a fare un passo indietro, evitando di giudicare in maniera affrettata chi si espone in pubblico, attendendo di farlo e di farlo secondo le proprie convinzioni al momento giusto, vale a dire quando lo Stato dà questa possibilità, permettendo di esprimere il nostro consenso o l’esatto contrario con il voto.