Di Stefano Saliola
“Speriamo di tornare presto in campo ma non bisogna mai abbassare la guardia”
Il Cln Cus Molise è ancora fermo ai box a causa del Covid 19. La squadra di Marco Sanginario deve recuperare due partite, quella di Ortona e il match interno con il Cassano. I negativi del gruppo hanno ripreso già gli allenamenti in forma individuale sotto lo sguardo attento dei preparatori Lofano e Soufi e in collaborazione con lo staff sanitario, mentre i positivi (tutti in buona condizione) sono in attesa di sottoporsi nei prossimi giorni al tampone di controllo. Abbiamo approfittato della disponibilità del dottor Marcello Manchisi, medico sociale dei biancorossi, per fare il punto della situazione.
Dottore, lei è da tanto tempo al fianco della squadra, quello attuale è il momento più delicato che si sta vivendo.
“Sicuramente sì. Se fino ad ora abbiamo dovuto badare a slogature e qualche menisco, attualmente c’è tutta un’altra situazione da gestire e soprattutto un livello di attenzione, anche per le piccole cose, che deve essere sempre molto più alto”.
Chi è risultato positivo al Covid sta abbastanza bene e quella è la cosa più importante. A suo avviso è possibile fare una previsione sul ritorno in campo almeno per ciò che concerne gli allenamenti?
“Previsioni precise non se ne possono fare. Sicuramente il fatto che stanno tutti bene ci fa ben sperare da ogni punto di vista. Mi auguro che con il secondo giro di tamponi la maggior parte, se non tutti, possano tornare in campo per gli allenamenti”.
Peccato essersi fermati proprio adesso quando la squadra era prima in classifica. Il bilancio fino alla sosta forzata era ampiamente positivo.
“E’ un vero peccato perché la squadra fino alla sosta forzata ha dimostrato di essere molto valida e di meritare la prima posizione in classifica. Purtroppo quest’anno il fatto di doversi fermare era una cosa da mettere in conto soprattutto con questa seconda ondata così pesante anche a livello nazionale. Oggi è capitato a noi, domani potrà capitare a qualche altra squadra”.
E’ nel mondo dello sport da tanto tempo. Per uno sportivo che pratica attività agonistica è più facile contrarre il virus?
“Più facile contrarlo non necessariamente nel senso che con i controlli che ci sono, può capitare di ammalarsi facendo la spesa piuttosto che stando sul campo. Sicuramente la cosa che c’è da fare è tenere sempre il livello di attenzione alto con mascherina indossata e lavarsi le mani spesso. Purtroppo sul campo la mascherina non è possibile ma se al di fuori si sta attenti diciamo che si può evitare il contagio”.
Il vaccino è al momento l’unica soluzione al problema, ma le precauzioni sicuramente aiutano. Concorda?
“Il vaccino è la cosa che tutti auspichiamo, soprattutto noi sanitari non vediamo l’ora che arrivi perché essere un medico in questo periodo non è semplice. Certamente anche quando arriverà la cura non bisogna assolutamente abbassare la guardia nel senso che non dobbiamo aspettarci che una volta in commercio il vaccino sarà immediatamente disponibile per tutti. Di conseguenza le cose da fare sono tenere la mascherina il più possibile a lavarsi spesso le mani. Sono due attività banali ma che ci possono evitare il contagio. Questo perché la trasmissione avviene per via aerea e di conseguenza se abbiamo una protezione fisica davanti a bocca e naso il contagio non può avvenire”.
Lei è da tanto in prima linea a combattere il Covid. Per un medico quanto è difficile vivere e affrontare questa situazione e questo momento particolare?
“Questo momento è difficile perché oltre al lavoro c’è da combattere con le tante fake news che girano sui social, le informazioni sbagliate anche a livello mediatico. E’ un momento nel quale c’è grande confusione e capita tutti i giorni di avere a che fare con persone che fraintendono quello che viene detto. Questo genera ulteriore difficoltà per noi che oltre a combattere con il virus dobbiamo combattere anche con notizie sbagliate. Ed è veramente stancante”.