Vespa: Punge E Ringrazia

Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria E Stefano Venditti

Delirio D’Incapacità

Quando si ha a che fare con certo tipo di ‘strutturalmente e significativamente deboli’ che in politica pretendono di fare il bello ed il cattivo tempo senza riuscirci perché ad ogni alzata di testa sono comunque e sempre da capo a dodici, due sono le cose: o li si compatisce o li si deride.

Bruno Vespa

Operando senza ritegno e con il massimo dell’irrisione che sbocca nella goduria più soddisfacente di un insperato, quanto gratificante orgasmo e facendolo da queste pagine con in mente entrambi i casi, oggi, dopo una settimana di gustosa gazzarra, nata dalla presentazione di un libro che democraticamente si può leggere o meno o si può acquistare o no, cosa più praticamente esaustiva per chi produce simili scritti, zittito lo starnazzare, verrà brevemente detto qualcosa di superfluo, ma reale su tutta questa sterile storia.

Benito Mussolini

Il libro in questione parla di uno statista che nel secolo scorso ha raddrizzata la gestione di tanto ‘vivere’, gradito all’epoca da molti, (al di là di quanto veniva imposto a chi non ha approvato), prova ne sia che i dissenzienti, per parecchio del periodo di ‘governo’ di chi poi è stato abbandonato al proprio destino, non fosse altro che per poter riflettere meglio sul da farsi, hanno lasciato campo libero a chi avrebbero voluto estromettere dal potere ambito da coloro che sono riusciti nell’intento a ‘disgrazia’ avvenuta, per altro, con il fattivo aiuto della opportunisticamente riciclata medesima classe di industriali e faccendieri che aveva tenuto in sella chi oggi viene considerato alla stessa stregua del ‘Male Oscuro’. Questa gente che oggi vive dei lasciti di quel legiferare e lo fa senza un minimo di vergogna che renderebbe costoro almeno dignitosi, ha preso tutto il prendibile da ciò che poi si sarebbe dovuto buttare alle ortiche, dimenticando di cancellare la vera eredità rimasta: il pensare di buona parte dei presenti, riassunto nel fatto che l’operare di chi starnazza oggi dall’Italia, è a sua volta praticamente nel massimo ed inesorabile oblio, là dove si è tentato d’imbrigliare con metodi forse anche peggiori di quelli utilizzati nel ‘Nero Stivale’, coloro che poi si sono ribellati democraticamente a quel tipo d’ideologia, non fosse altro che per raggiunti limiti di fame, ancor più crudeli di ciò a cui si è arrivati per colpa della guerra, iattura patita in questo caso, durante il cosiddetto ‘periodo di pace’.

La ‘Vespa’ dunque, punge e non muore, ma caparbiamente vive alle spalle di chi le ha donata quell’insperata pubblicità che volendo chiudere la bocca, in realtà è stata gradito megafono, portatore di grassi risultati a chi ringrazia e saluta con un bel ‘Maramao’, senza chiedersi perché lo Stesso sia morto, ma sperando che redivivo, sia di ottimo auspicio per chi, parlando di ciò che non si dovrebbe più raccontare, sa bene che farlo vuol dire prosperare.

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