Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Raffaele Salvione
Gambatesa: False Paure = Vero Pregiudizio
Chi afferma che il ‘Coviddi Non C’E’ Più’, meriterebbe la condanna a morte senza processo. Chi ne approfitta, dovrebbe far parte del plotone d’esecuzione e patire la medesima fine a lavoro compiuto per non lasciar tracce, così, come succedeva nei lager di famigerata memoria. E’ questa la sintesi del pensiero di chi scrive a proposito della fonte di guadagno per tanti e di paura per il resto dei bipedi di razza umana. Andando superficialmente a scandagliare i recenti fatti gambatesani:
Sabato scorso, poco dopo mezzogiorno, uscendo per il borgo, chi scrive e chi lo ha accompagnato, non scendendo dalla macchina, hanno schivato, si spera, per un capriccio del destino, chi girava con il coronavirus già in corpo, già preda, quella ‘persona’, di ciò che stupidamente stava nascondendo, disgrazia condivisa con tutta la sua famiglia. L’essere in questione, ben sapendo del problema, (se ne parlava già a livello politico da almeno un giorno e qui viene evitata ogni riproposizione di documenti che possono far risalire a chi stava ‘ungendo’), se ne stava beatamente al bar con chi ora dovrebbe preoccuparsi, non certo per la sbornia da aperitivo. A seguire, ‘Radio Fante’ ha insistito nel numero e nella gravità, via via più ampia, relativa al focolaio locale, finché l’altra sera, un messaggio whatsapp, derivante dalla pagina ‘fessbook’ del ‘muinicipio’ di Gambatesa, ha avvertito il mondo di quanto stava accadendo e chi ha redatto quello scritto, (che gambatesanews rifiuta di pubblicare come fa da sempre e farà per sempre con i nomi degli infettati, pur conoscendoli, a meno di richiesta scritta, firmata e soprattutto motivata dagli stessi, il Nostro Marco, al quale va tutta la nostra solidarietà ed il giusto incoraggiamento ed in bocca al lupo per una pronta guarigione, docet, ma tanto lui non lo ammazza nessuno perché sotto la nostra Bandiera), chi ha voluto vantarsi e speculare sul problema, prontamente ha messo in risalto il suo ‘impegno’ in non si sa bene cosa, atteso che nessuno, com’è giusto che sia, abbia calcolato per quell’exploit un sia pur minimo barlume di considerazione. Ieri sera poi, il messaggio si è ripetuto con il tentativo di ‘tranquillizzare’ quei pochi che già dormono placidi perché cullati dal locale torpore e sicuramente non preoccupati più di tanto da qualcosa che se non enfatizzata, è la naturale evoluzione della lotta per la sopravvivenza, normalità che da sempre e per sempre attanaglia ogni forma di vita presente su questa terra.
Detto del ribrezzo emanato da cotanto sciacallaggio, va aggiunta la vergogna della quale pentirsi, provocata dal pregiudizio secondo il quale se si viene fatti prigionieri dal ‘Coviddi’, la cosa va tenuta segreta, non si sa bene per quale problema derivante in futuro. Non viene tenuto in conto il vero risultato che deriva da tal forma d’omertà e stupido puerile comportamento, cosa che crea a breve la situazione d’ansia, se non peggio, in chi ha potuto, magari sbadatamente o solo per caso, incontrare chi ora è in isolamento, ovvero in una quarantena, ridotta all’italiana a dieci giorni, quindi di per sé carnascialesca.
La conclusione ‘spintanea’ che taglia la testa al toro è la seguente: mai pregare Dio che ci si debba ammalare, ma se ciò dovesse accadere al sottoscritto, tutto verrà pubblicato su queste pagine, unitamente all’accorato appello che prevede il disimpegno di certi personaggi di cattivo gusto, pronti a mettersi in risalto non si sa bene per quale forma di bieco profitto, ma di sicuro per creare il vero motivo del quale preoccuparsi, vale a dire quella richiesta di futuro ringraziamento che verrà pubblicamente aborrita, con la speranza che la morte della quale il ‘Coviddi’ è portatore, come accade in qualsiasi forma d’influenza, polmonite et similia, venga dirottata con inaudita veemenza verso cotanti sciacalli, non per toglierli da questo mondo, ma per provocare in loro il giusto effetto collaterale che li spinga ad isolarsi sul water a tempo indeterminato, così da costringerli a riflettere, (sempre che siano dotati di tal possibilità), per uscirne dimagriti all’inverosimile, facendo pensare all’unico reale effetto provocato da cotanta infezione, realizzazione da compiersi senza allontanarsi da Gambatesa: La Maledizione Di Montezuma.
A Memento: Chi Scrive Ci Prende!