Di Marco Frosali
In Barba Alla Domenica Eco-Illogica
Non bastava il maledetto Covid! Come ogni anno, puntuali come le tasse tornano le domeniche ecologiche che ti costringono a restare a casa e per uscire, a prendere i mezzi pubblici che di questi tempi non è cosa. Ma ciò che mi fa più arrabbiare è l’orario di entrata in vigore del blocco del traffico, blocco a cui sono costretto avendo due moto euro sottozero: le sette e mezza di mattina!
Ma li mort… !
Dato che si parla da quasi un mese di lockdown, restrizioni e quant’altro, non ho voglia di restare a casa e così, per aggirare l’illogicità dell’orario (le otto e mezza sarebbe stato più plausibile) decido di non rinunciare al mio consueto giro domenicale; mi alzo alle sette in punto, mi do una sciacquata veloce e senza fare colazione e senza nemmeno fare i miei bisognoni con cui mi ‘aiuto’ leggendo le stronzate scritte da Vittorio (!), (che mooolto spesso ci coglie, quindi…NDR), alle sette e diciotto prendo il Rondone dal garage e mi avvio di corsa verso la libertà, lasciandomi alle spalle la fascia verde alle sette e ventotto, il che mi consente di fare rifornimento nei pressi della questura a Tor Cervara alle sette trentadue!
Imboccato il Raccordo Anulare, io e il Rondone usciamo sulla Cassia e proseguiamo sulla Braccianese facendo dapprima una piccola deviazione verso Anguillara per osservare il Lago di Bracciano di prima mattina, quando è ancora poco frequentato e avvolto da una leggera foschia sulla superficie dell’acqua,
per poi passare da Manziana e da qui, dirigerci verso Tolfa e le sue curve che richiamano ogni domenica decine e decine di motociclisti. La strada oggi è pressoché deserta: solo la presenza di rugiada e quella dei cacciatori (sparando potrebbero provocare la fuga lungo la strada di qualche cinghiale) crea qualche apprensione, ma non abbiamo fretta!
Giungiamo così nella piazza principale di Tolfa alle nove e un quarto e la troviamo deserta.
L’unica moto presente era il Rondone!
Preso un caffè per svegliarmi ulteriormente, mi informo, chiedendo ad una signora presente, come raggiungere i ruderi della Rocca dei Frangipane, visibili dalla strada e situati sul cucuzzolo del colle sovrastante il borgo e così, lasciato il Rondone nel piazzale, mi dirigo a piedi verso il centro storico,
da dove parte un sentiero in pietra che porta verso i ruderi, simile a quello che da Gambatesa scende da copp’ i rutt verso la cappella, ma tenuto meglio: con panchine, staccionate solide e quasi senza erbacce.
Dopo circa dieci minuti di scarpinata tutto sommato tranquilli, giungo in cima al colle e posso ammirare sia la piccola Chiesa della Madonna della Rocca,
sia i ruderi della Rocca, distrutta dai Francesi nel millesettecentonovantanove, come la poco distante Monterano Antica, (visitata In Giro Con Sara 20 nel lontano otto settembre duemilaquattordici), ruderi che sono accessibili ai visitatori per cui mi inoltro a visitarli.
Ma mentre sono intento ad esplorare i ruderi e godermi il paesaggio sottostante,
si presenta un problema serio, derivante dall’aver fatto in fretta per evitare il blocco del traffico: mi scappa prepotentemente di andare al bagno! Il caffè preso precedentemente poi ha accelerato la peristalsi per cui torno a valle con un po’ di apprensione e mi dirigo subito verso l’indicazione dei bagni pubblici vista in precedenza e così, rimediati da un signore di passaggio i cinquanta centesimi utili per poter entrare, mi fiondo a liberare il corpo e anche la mente!
Portata a termine con suc-cesso questa importante riunione di gabinetto vado a recuperare il Rondone nella piazza che nel frattempo si era riempita di moto e mi dirigo a valle verso Civitavecchia.
Da qui ripercorro la stessa strada percorsa un paio di settimane fa, passando di nuovo nei pressi della grossa centrale elettrica dell’Enel,
giungendo di nuovo sulla sterrata litoranea di Bagni Sant’Agostino dove oggi era presente un discreto numero di persone a godersi la bella giornata.
Piccola sosta a respirare un po’ di aria di mare e alle undici e mezza si riparte per dirigerci verso Tarquinia e poi verso Tuscania dove faccio una breve sosta con foto presso le due bellissime e antiche chiese già visitate nel lontano 2016, sempre in sella a Sara), chiese oggi purtroppo entrambe chiuse forse a causa del Covid.
Ma un paio di foto alla panoramica di Tarquinia e all’esterno delle chiese comunque le ho fatte,
con tanto di gatto su una delle finestre della chiesa di San Pietro, da me ribattezzato ‘Gatto Finestro’!
Essendo le dodici e mezza e avendo appuntamento per il pranzo dai miei amici della vicina Montefiascone, vado a pranzare da loro e alle quattordici e un quarto, io e il Rondone ci avviamo per fare rientro a Roma passando dai variopinti boschi dei Monti Cimini e rientrando, dopo circa trecento chilometri, in perfetto orario alle quindici e quarantasette: il blocco del traffico, sospeso alle dodici e trenta sarebbe ripreso alle sedici e trenta.
Anche quest’oggi è andata, nonostante stamattina il tempo fosse piuttosto nuvoloso è uscita fuori una bella giornata che ci ha permesso di fare un giretto in tutta tranquillità, alla faccia di chi ha deciso di fare queste stramaledette domeniche eco-illogiche che non servono a diminuire l’inquinamento, ma solo a far girare gli zebedei a chi vuole andare fuori città!
In attesa dei prossimi dpcm, ci vediamo al prossimo giro…forse!