COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI MOLISE
La legge 158 del 2017 sui piccoli Comuni deve essere attuata senza ulteriori ritardi, approvando in tempi rapidi i decreti attuativi al fine di individuare anche le modalità di spesa delle risorse economiche previste alla legge ed incrementando la dotazione del fondo previsto.
Oggi ci sono 160milioni di euro. Fermi. Sblocchiamoli subito. Facciamo in fretta: già troppo tempo è stato perso.
Serve attuare la 158 fino in fondo – unica porzione attuata è quella legata all’importantissimo rapporto con Poste Italiane, che ringrazio – insieme con la legge 221/2015 sulla green economy e il testo unico forestale. Si faccia in fretta! Non ci si perda in burocrazia. I territori aspettano. E i Sindaci – come sul Piano banda ultralarga e su molti altri fronti – non possono avere il “cerino in mano”.
ANCI MOLISE partirà con un’iniziativa di supporto ai Comuni per investire i 210 milioni di euro già ripartiti, volti a sostenere le imprese delle aree interne.
Dobbiamo farlo bene perché sono risorse che abbiamo ottenuto dopo anni di attesa.
Ho appreso nei giorni scorsi di un altro importantissimo fondo in arrivo per i territori 4,6 miliardi di euro nella legge di bilancio 2021 da destinare a un fondo di perequazione infrastrutturale. Lo chiedevamo da tempo, insieme all’attuazione dei LEP, Livelli essenziali delle prestazioni, previsti dalla Costituzione. Dobbiamo averli per scuole, trasporti, sanità. Per le nostre comunità. Si attui il disposto costituzionale. Si scelga di differenziare per migliorare, di riconoscere le peculiarità territoriali. Lo Stato deve avviare un “Piano Nazionale per i Piccoli Comuni, le aree rurali e montane del Paese”.
La fiscalità differenziata è un altro punto fondamentale. ANCI chiede da tempo a Governo e Parlamento che si possa individuare un piano di azione per una differenziazione dei sistemi fiscali delle aree interne, rurali e montane del Paese, al fine di favorire investimenti pubblici e privati, nonché la residenzialità, la nascita di nuove imprese, il contrasto alla desertificazione commerciale e all’abbandono di servizi. La legislazione vigente va adeguata al fine di garantire alla popolazione residente nelle aree montane il godimento di servizi primari salvaguardando i livelli di qualità e sicurezza, la revisione dei criteri per il mantenimento dei presidi ospedalieri e scolastici, nonché per quelli della giustizia negli ambiti montani, predisponendo apposite linee di finanziamento per la qualificazione e potenziamento di strutture ed operatori e il costante aggiornamento di questi ultimi. Le sperequazioni territoriali italiane non sono solo tra nord e sud, tra meridione e settentrione. Sono anche tra aree montane e aree urbane e sono egualmente gravi.
Per questo quel fondo perequativo da 4,6 miliardi di euro è importantissimo. Lavoriamoci.