Di Associazione Italiana Persone Down
Il decreto dispone “il ricorso alla didattica digitale integrata, per una quota pari almeno al 75 per cento delle attività”. Per AIPD, “nemmeno un accenno a misure specifiche da adottare per gli alunni con disabilità”. L’associazione chiede: “Il Governo preveda misure adeguate per permettere ai nostri studenti la frequenza scolastica in presenza”
Dopo il susseguirsi in questi giorni di ordinanze regionali che, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, purtroppo stavano sospendendo le attività didattiche in presenza, soprattutto nelle scuole del secondo ciclo, l’ultimo DPCM di sabato 24 ottobre ha uniformato la situazione a livello nazionale stabilendo che tutte le scuole secondarie di secondo grado debbano incrementare “il ricorso alla didattica digitale integrata, per una quota pari almeno al 75 per cento delle attività, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle nove”.
Per gli studenti italiani più grandi si ritorna pertanto ad utilizzare in maniera quasi esclusiva la didattica a distanza che, ricordiamo tutti, quanto sia stata in molti casi inutilizzabile o poco efficace durante il lockdown dello scorso anno scolastico per i nostri bambini e ragazzi. Purtroppo nel nuovo DPCM non vi è nemmeno un accenno a misure specifiche da adottare per gli alunni con disabilità, scrivendo esclusivamente la frase di rito “avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità” nella sola parte dedicata agli studenti universitari.
Naturalmente la rapidità con la quale vengono prese unilateralmente queste decisioni, non permette un confronto efficace e immediato con il Governo per tutelare il diritto allo studio degli alunni con disabilità.
L’AIPD Nazionale, per mezzo del proprio Osservatorio Scolastico, ha lavorato molto in questi mesi a tutela degli alunni con sindrome di Down, anche in sinergia con la FISH, proponendo soluzioni concrete al MIUR per continuare a garantire in questo periodo emergenziale il diritto allo studio di tutti gli alunni, anche quelli con disabilità.
La nostra priorità, irrinunciabile, è sempre stata quella di garantire, adottando tutte le misure organizzative ordinarie e straordinarie possibili, la presenza quotidiana a scuola degli alunni con disabilità, in una dimensione inclusiva, vera e partecipata.
Ma, a parte la prima ordinanza della Regione Campania, in tutte le altre ordinanze regionali sulla sospensione delle attività didattiche in presenza e, purtroppo, anche nell’ultimo DPCM non si accenna minimamente alle misure possibili per garantire il diritto alla didattica in presenza per gli alunni con disabilità.
Gli alunni con disabilità, in particolar modo gli alunni sindrome di Down e con disabilità intellettive o relazionali, hanno invece bisogno di interventi specifici precoci, intensivi, concreti e continuativi per acquisire gli apprendimenti di base. Tutto questo non si può interrompere nuovamente e bruscamente, lasciando un vuoto educativo gravissimo per la loro crescita non solo cognitiva, ma anche personale e relazionale.
Per i nostri ragazzi infatti questo nuovo blocco inciderà molto più pesantemente rispetto ai loro compagni, sulla loro crescita di studenti, andando ad aumentare il danno già creato lo scorso anno scolastico ed il gap già esistente con i loro coetanei quando si potrà tornare, in tranquillità, a scuola.
Didattica in presenza per disabilità, un diritto riconosciuto. La scuola, nell’articolazione dei suoi “insegnamenti” e dei rapporti sociali, è da considerarsi per i nostri figli irrinunciabile e “abilitativa”. Sul punto è necessario quindi ricordare che il Decreto Ministeriale n° 39 del 26 giugno 2020 ha già espressamente previsto che “Nel caso di nuova sospensione dell’attività didattica l’Amministrazione centrale, le Regioni, gli Enti locali, gli enti gestori delle istituzioni scolastiche paritarie e le istituzioni scolastiche statali opereranno, ciascuno secondo il proprio livello di competenza, per garantire la frequenza scolastica in presenza, in condizioni di reale inclusione, degli alunni con disabilità e degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione. La circostanza di cui al presente paragrafo sarà regolata da apposito atto dispositivo. Ove, per specifiche condizioni individuali o di contesto, non sia possibile garantire la frequenza scolastica agli alunni con disabilità, il coinvolgimento delle figure di supporto messe a disposizione dagli Enti locali (Operatori Educativi per l’Autonomia e Assistenti alla comunicazione, per gli alunni con disabilità sensoriale), recentemente definita dall’art. 48 della Legge di conversione del DL “Cura Italia”, contribuirà ad assicurare un alto livello di inclusività agli alunni con disabilità grave, collaborando al mantenimento della relazione educativa con gli insegnanti della classe e con quello di sostegno.”
In classe, ma non da soli. Pertanto chiediamo che gli studenti con sindrome di Down o con altra disabilità continuino a frequentare in presenza la scuola per poter garantire loro il diritto allo studio. Allo stesso tempo, però, chiediamo che gli studenti con disabilità e il docente di sostegno con l’assistente all’autonomia e la comunicazione non siano lasciati soli in classe, ma si preveda la presenza anche di un piccolo gruppo di compagni di classe per garantire le “condizioni di reale inclusione” previste dal D.M. N° 39/20. I compagni che dovrebbero essere presenti in classe con l’alunno con disabilità potrebbero essere quelli già citati dallo stesso D.M. n° 39 “alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione”, oppure individuati dalle singole scuole in base al principio dell’autonomia scolastica.
Alunni disabili e fragili. Ma vi è di più! Qualora l’alunno con disabilità sia certificato anche “fragile” il Ministero dell’Istruzione con l’Ordinanza n° 134 del 9 Ottobre 2020 ha chiarito le modalità della sua scolarizzazione. A seguito della domanda scritta e documentata rivolta dalla famiglia alla scuola, l’alunno “fragile” può fruire, oltre che della didattica a distanza, anche di istruzione domiciliare in presenza. L’Ordinanza Ministeriale chiarisce che sono alunni “fragili” quanti, con o senza disabilità, abbiano una certificazione di immunodeficienza o patologia grave rilasciata dal pediatra di libera scelta (PLS) o dal medico di medicina generale (MMG) in raccordo col dipartimento di prevenzione (DdP) territoriale. Il PEI degli studenti con disabilità riconosciuti anche “fragili” deve naturalmente essere aggiornato alla nuova situazione didattica e, in caso di istruzione domiciliare, si può prevedere che il docente di sostegno e/o l’assistente specialistico all’autonomia e alla comunicazione svolgano a casa le ore già assegnate per l’alunno a scuola.
L’appello al governo. In conclusione chiediamo che il Governo, adottando tali repentine sospensioni dell’attività didattica in presenza, preveda contemporaneamente anche le misure adeguate per permettere ai nostri studenti la frequenza scolastica in presenza o, qualora lo studente con disabilità sia anche “fragile”, si attivino immediatamente i progetti di istruzione domiciliare da realizzarsi tramite gli insegnanti di sostegno e gli assistenti per l’autonomia e la comunicazione degli enti locali, anche garantendo la connessione a distanza con i propri docenti e compagni di classe.
Non è più tollerabile da parte delle istituzioni l’abbandono, che in troppi casi vi è già stato nei confronti degli alunni con disabilità, sia durante il lockdown dello scorso anno scolastico che nella ripresa di quello attuale.