Di Monica Surace
In Molise, al trenta settembre ultimo scorso, erano seicentoquarantanove i positivi al Coronavirus. Analizzando l’indice riferito alla progressione del contagio, un incremento importante in regione c’è stato nelle settimane dal ventiquattro agosto al tredici settembre.
“Già lo scorso aprile, – ha commentato il dottor Elio Gennarelli, componente del Consiglio di Confprofessioni Molise, – avevo sollecitato l’utilizzo dei test rapidi sierologici come screening di massa, a cominciare dai lavoratori maggiormente esposti, perché era evidente che il rischio principale era rappresentato dai portatori asintomatici e seppure a distanza di tempo, sembra oggi che le strategie messe in campo per evitare di nuovo un lockdown, contemplino questa modalità di prevenzione. Un altro aspetto da considerare è l’importanza della medicina del territorio che deve essere potenziata, sia per curare in sicurezza i pazienti non covid, sia per far fronte ad una probabile risalita dei contagi, a partire dall’igiene pubblica e dalla medicina generale, fino all’emergenza 118, alla continuità assistenziale, ai pediatri e ovviamente agli ambulatori specialistici. Un tavolo di concertazione regionale con gli attori della sanità impegnati in prima linea, dovrebbe essere preso in seria considerazione dai decisori politici. Mi sembra altrettanto importante evidenziare la rapidità ed il pragmatismo, necessari per rendere efficaci gli interventi che si sarebbero dovuti mettere in campo da tempo. La rapida individuazione dell’ente attuatore per la realizzazione del centro covid, ad esempio, non può ulteriormente ritardare. Lo sforzo per superare questa crisi deve essere collettivo, ma affinché sia accettato e non subito, deve essere condiviso e pertanto, – ha concluso Gennarelli, – ferma restando la responsabilità delle scelte a seconda dei ruoli istituzionali ricoperti, non può essere chiesto ai vogatori di remare se la rotta ed il porto di destinazione non vengono individuati ascoltando tutte le componenti della società”.