Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria
Per ‘Forgiare’ La Generazione Del Futuro?
Vista l’ottica, perché non iniziare al peggio anche la settimana a cavallo fra settembre e ottobre di un duemilaventi che nasconde sotto l’affare ‘Coviddi’ ben altre e più gravi disgrazie che se tutto va bene dovrebbero minare dalle fondamenta ciò che resta dell’italico Ingegno?
Ecco, a tal proposito, il contributo di Marco con relativo commento: Bella Ciao, la legge del Pd per inserire l’inno partigiano nei programmi scolastici, “Le prossime cazzate saranno le divise grigio topo, i capelli alla Kim Jong Un e il saluto col pugno alzato ai professori?”
Fosse solo questo il risultato da ottenere… no, questo è solo un modo per ricordare all’Italiano medio che la scuola va degradata al livello culturale insito nei politici d’ogni provenienza ideologica, attualmente al potere o solo all’opposizione della stanza dei bottoni che pilota il ‘Bel Paese’ e non si sta indicando lo stato oltre Tevere; questa è solo una maniera per non far vedere che da sempre, fatti ed accadimenti della storia del periodo nel quale è stato concepito il canto da far passare per Legge, non solo non vengono studiati dalle classi scolastiche d’ogni ordine e grado, ma quando, per qualche fortuita ragione, si arrivi a lambire quel periodo storico, la prima cosa che si fa, mediante nemmeno tanto subdole imposizioni, è quella d’imporre i paraocchi agli studenti, magari per creare carne da trasformare in pesce per far sì che quella presa di coscienza, sicuramente non reale, comunque mal guidata, passi il prima possibile al più ‘nero’ oblio. D’altra parte, qui si parla di gente che guarda la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non rimuove la trave che alberga nel suo, il tutto per nemmeno mal celati interessi che devono dare il tozzo di pane a quegli stomaci che diversamente o solo per arrotondare in meglio, portano a termine, (quando ciò riesce loro e per fortuna o per di questi incapacità, tal disgrazia è abbastanza rara), ciò che attribuiscono al resto dell’umanità, a loro dire ‘per atavica ingiustizia’.
Bello è invece poter ricordare che la Politica è ben altro, se coltivata da chi poi riesce a trasmetterla ai posteri con profitto. E’ di venerdì scorso l’esperienza in merito, vissuta da chi scrive, avendo ospitato, (non per politica, ma per ‘bieco’ lavoro), un pronipote dello statista che senza cantare inni d’ogni sorta, ha lavorato per rimettere in carreggiata uno ‘Stivale’ uscito malconcio dalle pretese di chi, dopo aver sfruttata la situazione in ogni modo, ha saputo riciclarsi in nome del ‘diamo loro il tozzo di pane, così stanno zitti’, inserendo fra gli affamati anche quelli che una volta sazi e ruttanti, per sgranchirsi un po’ la gola, cantano come vorrebbero, ‘democraticamente’, per carità, imporre al resto d’Italia per catechizzarla a modo loro ed operare in maniera radicalmente diversa da ciò che accadde prima della redazione del testo e della composizione della musica di cotanto ‘Canto’, oggi sotto il focus. L’ospite in questione, dopo aver lavorato e sudate le sue esperienze per una vita, ricordando i convivi familiari, ha dichiarato senza se e senza ma, la sua totale distanza dalla politica tout court, condivisa con i suoi tre fratelli. Qui, va ricordato, si sta parlando di discendenti di uno statista che s’interessò della sorte dei suoi rappresentati, dallo scranno fra i più alti, prima del regno, poi della repubblica italica, ma prima ancora che si compisse la composizione totale della ‘Bell’Italia’ secondo i proponimenti risorgimentali, più di cent’anni fa, dal parlamento di Vienna che dagli italiani fu considerato ostile, consesso che però permise, forse più di quello che oggi si sta ‘cambiando’ a Roma, d’esercitare i diritti validi per le minoranze etnico-linguistiche, in maniera di sicuro più proficua per chi fu rappresentato, visti i risultati in termini di reddito e comportamento civico, visibili se solo si analizza la vita reale degli italiani, guardandola dalle regioni che compongono una nazione che secondo chi la guida attualmente, dovrebbe dimenticare parte della propria storia per far posto ad una falsa verginità, utile a giustificare eventuali ulteriori spropositi, nati dalla ‘mancata memoria del passato’.
“Il comunismo è il mostro più lungo del mondo: ha la testa in Cina, i piedi in Venezuela e i coglioni in Italia”.
Sarà Vero?