Di Marco Frosali
Venerdì 24 Luglio. – Ormai è il sesto giorno di questa vacanza on the road e in vista della tratta di ritorno di domani, oggi io e il Rondone facciamo una tappa di scarico e, nell’occasione, ci ritroveremo con due vecchi amici del Guzzi Club Roma: Mario, da me ribattezzato ‘Er Barone’, trasferitosi a Grottammare da un paio di anni e Rosario, in vacanza ad Alba Adriatica con la compagna.
L’appuntamento è previsto alle dieci e mezza a ridosso di Piazza Arringo, così io e il Rondone partiamo alle nove in punto e facciamo la via che da Fiastra conduce a Sarnano, una strada molto bella, panoramica e ricca di curve. Passiamo anche da Amandola e al distributore prima del paese, riaffiorano i ricordi risalenti al duemilaotto quando venni qui a visionare Sara… Poi per Comunanza, dove invece vive il primo proprietario di Sara, ecco perchè volevo partire con lei: per farle assaporare un po’ di amarcord!
Messi da parte i semtimentalismi, imbocchiamo la Salaria e dopo settanta chilometri arriviamo al luogo prestabilito,
dove ci vengono incontro Mario, Rosario con la compagna e Umberto, un amico di Mario. Dopo i saluti, scambiate quattro chiacchiere, ce ne andiamo in giro verso Piazza del Popolo
a prendere un buon caffè da Meletti, bar storico ed elegante del centro. Ma il nostro abbigliamento stride pesantemente con l’atmosfera aristocratica del locale: io con maglietta bianca e zaino in spalla, pantaloni e stivali da moto antipioggia; Mario con pantaloni antipioggia, canottiera e bretelle, Rosario e la compagna in canottiera (lei), camicia in jeans (lui) e bermuda, mentre Umberto con stivali da moto, jeans e camicia a quadri stile Chuck Norris, tanto che aveva anche una bella barbona e lunghi capelli bianchi raccolti in un codino!
Ma che ce frega? Fatece cinque caffè!
Creato un po’ di scompiglio nel locale, dopo il caffè facciamo un altro breve giretto in centro e, avvicinandosi l’ora del pranzo decidiamo di avviarci per il giro di oggi, uscendo da Ascoli e iniziando a salire lungo il monte adiacente la città, il Colle San Marco, da dove si gode una bella vista sulla valle del Tronto
e dove, approfittando di una pausa, facciamo una foto di gruppo come ai vecchi tempi.
A quota millecento metri dove ci eravamo fermati, l’aria è fresca e gradevole, così facciamo qualche passo mentre Mario e Umberto raccontano di quando venivano qui da ragazzini a combinarne di cotte e di crude!
Ma è giunta l’ora di pranzo e così, dopo qualche foto anche alle nostre moto,
ci acquartieriamo al ristorante presente dove pranziamo ‘leggero’, dato che poi ognuno di noi avrebbe dovuto fare rientro alla propria base affrontando il caldo. Scambiamo anche qualche aneddoto di giri passati ricordando anche un socio del club scomparso un paio di giorni prima e che ho visto all’ultima cena pre natalizia dello scorso anno.
Arriva la cameriera: io ordino una porzione di fettuccine ai funghi porcini, mooolto abbondante!
Mario, Umberto e la compagna di Rosario invece optano per dei tonnarelli al sugo,
mentre Rosario ordina dei ravioloni burro e salvia.
Oltre ad acqua, vino rosso, dolce (crema catalana e tiramisù) e caffè,
al modesto prezzo di dodici euro a persona.
Dopo esserci saziati in parte (a guidare la moto col troppo caldo e a stomaco pieno c’è il rischio ‘papagna’!) ci avviamo a valle, di nuovo verso Ascoli, dove ci salutiamo e ognuno prende la propria strada.
Io e il Rondone torniamo indietro, ma stavamo andando in direzione di grossi nuvoloni. Man mano che ci avvicinavamo a Sarnano, i nuvoloni erano sempre più neri e il vento si alzava sempre più forte, tanto che giunti proprio a Sarnano posteggio il Rondone in una piazzetta e aspetto titubante: rischio e vado a fare un giro in centro, o non rischio?
Il dubbio amletico è risolto da un boato di tuono fragoroso seguito dall’inizio della pioggia: metto anche la giacca impermeabile e torno al campeggio, rimandando la visita a Sarnano! Per strada viene giù l’Apocalisse con pioggia torrenziale, tuoni, fulmini, vento e grandine, con tanto di campagne allagate. Io continuo imperterrito a guidare con il Rondone in terza e a trenta chilometri orari, nonostante la scarsa visibilità, ma d’altra parte…dove potevo fermarmi in aperta campagna? Piano piano l’intensità della pioggia diminuisce in modo tale da poter scattare una foto alle Lame Rosse,
una formazione rocciosa particolare creata dall’erosione delle rocce rosse da parte dell’acqua piovana, che le conferisce appunto una forma a lama, localizzata a poca distanza dalla diga del lago di Fiastra,
meta di numerosi escursionisti che affollano ogni giorno sia il camping che i sentieri della zona.
Pochi minuti di sosta alla diga; ripartiamo e arriviamo dopo un paio di chilometri al campeggio, ma devo riparare sotto un gazebo poiché riprende a piovere copiosamente!
Ma porca miseria! Domani dobbiamo ripartire e io volevo fare un ultimo bagnetto, ma nel lago non sotto la pioggia!
Sconsolato, mi tocca aspettare almeno un’ora e mezza che smetta di piovere, dopo di che mi cambio, mi do una sciacquata al volo per andare a cenare al Sasso Bianco e lungo la strada, il Signore mi offre un segno di pace sottoforma di fiore di Cardo Selvatico,
ad indicare la tregua meteorologica.
Giunto al ristorante, stasera lo trovo bello che affollato anche se, domenica sera a parte, le altre sere qualcuno c’era, ma sempre nell’ordine dalle tre alle sei persone. Stasera Barbara mi fa gustare degli ottimi ravioli con radicchio, funghi porcini e salsiccia, oltre ad un ottimo abbacchio arrosto con bruschetta, acqua, vino e amaro Sibilla a trenta euro.
Placata la mia delusione con questa deliziosa mangiata, salutata Barbara e famiglia e ringraziati per l’ospitalità e la cortesia riservatami, alle ventitré faccio ritorno alla mia tenda, ma prima di andare a dormire spruzzo un po’ di riattivante per contatti elettrici nei blocchetti e sulle masse del Rondone per evitare falsi contatti dovuti alla pioggia e all’umidità, dopodichè vado a dormire per scrollarmi di dosso i centottantatré chilometri e lo sgrullone di oggi, per essere al top domani!