Di Marco Frosali
Anche questa nottata è trascorsa tranquillamente e così, dopo la solita colazione ed essermi preparato, alle nove e mezza di mercoledì ventidue Luglio, io e il Rondone ci incamminiamo per il giro odierno con il quale visiteremo diversi posti.
Imboccata la SS77, ci dirigiamo verso Macerata e percorriamo a ritroso parte del percorso di ieri salvo dirigerci dapprima verso Recanati per poi raggiungere Loreto, dove arriviamo alle undici e un quarto circa, senza intoppi
Posteggiato il Rondone a ridosso delle mura che anche qui circondano il centro storico, oltrepassata Porta Romana,
entro nel cuore pulsante della cittadina,
ricco di negozi di souvenir, prodotti enogastronomici, bar, ristoranti e negozi di articoli religiosi
in tema con l’atmosfera del posto, dato che proseguendo lungo la via principale, raggiungo la bella Piazza della Madonna sulla quale si staglia l’imponente Santuario della Santa Casa di Loreto
che mi riporta indietro di oltre venti anni, quando si faceva tappa obbligatoria qui nell’andare e tornare da Cesena per visitare i nostri parenti, dato che mia nonna era devota a questa Madonna Nera.
Siccome la temperatura esterna inizia ad aumentare, indossata la mascherina decido di cercare subito refrigerio all’interno per avere l’occasione di visitare di nuovo il bel santuario
e la piccola ‘Santa Casa’ di Nazareth, dove, secondo la tradizione devozionale, la Vergine Maria ricevette l’Annunciazione.
Dopo quasi un’ora torno all’esterno e mi dirigo sul retro del santuario,
dove si trova una grossa terrazza panoramica che dà sull’Adriatico e qui scatto un selfie col santuario alle mie spalle.
Le campane suonano il mezzogiorno e così mi ricongiungo al Rondone e, tornando indietro, dopo pochi minuti facciamo tappa nella vicina Recanati, città natale di Giacomo Leopardi. Anche qui sono costretto a lasciare il Rondone in un parcheggio fuori dalle mura per andare in giro a piedi e con lo zaino in spalla, nonostante la temperatura superi i trenta gradi!
Oltrepassata Porta San Domenico, che si trova accanto ad una chiesa adiacente al palazzo comunale,
mi ritrovo nella via principale del centro storico, Via Cavour, dalla quale raggiungo la vicinissima Piazza Giacomo Leopardi,
dove, manco a dirlo, c’è una statua del grande poeta
e l’imponente torre civica con orologio.
Proseguendo il giro in centro,
giungo nei pressi di un antico palazzo, sede del Liceo Ginnasio di Recanati, Palazzo Venieri, il cui portone aperto mi ha offerto la possibilità di visitare il suo cortile interno,
dove c’è un terrazzino che da direttamente sull’Adriatico e sulla valle sottostante,
ma anche sul parcheggio dove avevo posteggiato il Rondone, perfettamente visibile e visibilmente annoiato!
Lasciato palazzo Venieri, proseguo lungo Via Cavour e giungo in pochi minuti davanti alla Chiesa di Sant’Agostino,
al cui fianco c’è il medesimo convento, nel cui cortile è possibile osservare la torre campanaria della chiesa, meglio conosciuta come ‘la torre antica’ sulla cui vetta, il passero solitario cantava alla campagna “finché non muore il giorno”,
torre spesso confusa con quella antistante il convento che però è la torre dell’acquedotto e che col passero solitario non ci azzecca nulla…a meno che il passero in questione non sia quello dell’acqua di cui alla ben nota pubblicità!
Riprendo il giro in centro
e finalmente raggiungo la casa natale (o meglio, il palazzo natale) di Leopardi
che sorge su un’altro luogo famoso di una sua poesia: la piazzetta del sabato del villaggio.
visto che si sono fatte quasi le tredici, dopo essermi rigenerato con un buon succo di frutta e presa una bottiglietta d’acqua per il prosieguo del viaggio, recupero il Rondone e insieme ci dirigiamo verso Macerata, ma le indicazioni per Montecassiano distante circa sei chilometri, ci invitano ad una breve sosta anche qui.
Montecassiano ha la stessa conformazione di tutti i centri visitati fin ora: una porta di ingresso nelle mura di cinta a protezione del centro storico,
pieno di viuzze e vicoletti
che alla fine ti conducono alla piazza principale, in questo caso la bellissima Piazza Unità d’Italia
sulla quale si affaccia il Palazzo dei Priori col proprio arco, dal quale parte la scalinata che porta alla soprastante Chiesa della Collegiata di Santa Maria.
Finito il giro, torno verso il Rondone, notando delle affissioni relative all’organizzazione di spettacoli estivi sia locali, che di altri paesi
fra le quali spicca quella della pastasciutta antifascista organizzata dall’ANPI, manifestazione nella quale si mangia gratis, (Tipico dei comunisti, ma attenzione: troppa allegria, finisce a ‘cacaria’! Sarà andata così? NDR)
In una piazzetta noto anche la presenza di una casetta che funge da biblioteca condivisa, identica a quelle poste sulla villa comunale di Gambatesa per il circuito dei ‘borghi della lettura’: forse anche Montecassiano ne fa parte, ma dal sito del circuito non risulta.
Tornato dal Rondone, partiamo verso Macerata, dove giungiamo verso le quattordici e trenta, arrivando proprio nell’orario peggiore! Per fortuna del Rondone, gli ho trovato un posticino all’ombra! Mi addentro così nel centro storico della città
e l’aria che spira tra la fitta rete di viuzze, contrariamente a quello che pensavo, è più fresca.
Raggiungo così la bella Piazza della Libertà,
dov’è presente la torre civica con lo splendido orologio planetario, riproduzione dell’originale risalente al millecinquecentosettantuno e rappresentante oltre alle ore, i moti apparenti della Luna e del Sole e il circuito dei cinque pianeti conosciuti al tempo dai Fratelli Ranieri che lo realizzarono: Giove, Saturno, Venere, Mercurio e Marte, oltre alla particolarità che due volte al giorno, da due porticine sopra il quadrante policromo esce il carosello dell’angelo seguito dai Re Magi che si inchinano al passaggio di fronte alla Madonna inserita in una nicchia sovrastante, fonte L’orologio planetario di Macerata e il suo carosello dei Re Magi – I viaggi di Racconti di Marche. Io il carosello non ho avuto la fortuna di poterlo ammirare, ma l’orologio sì!
Stanco, affamato e accaldato, alle quindici mi fermo ad un bar nei pressi del parcheggio dove pranzo con un panino al ciauscolo e formaggio e mi disseto con una bella bottiglia di acqua fresca e, dopo il caffè, insieme al Rondone procediamo col giro nel caldo infernale di quest’oggi che si attesta a trentacinque gradi e ci dirigiamo in un vicino paese, Treia,
dove è mia intenzione fare un giro veloce in centro,
ma dove sono costretto a soffermarmi almeno una mezz’ora in più in quanto, visto dal basso, il paese sembrava più piccolo!
Però ho notato una cosa curiosa: i campanili delle due chiese (una non presente in foto) scandiscono l’ora con cinque minuti di ritardo l’uno rispetto all’altro!
Lasciata Treia ci avviamo per tornare al campeggio, ma lungo la strada arriviamo a Tolentino dove vado in giro anche stavolta, posteggiando il Rondone al fresco degli alberi di una villetta comunale con una particolare fontanella a forma di lumacona!
Il centro storico è molto ordinato e carino,
peccato solo che sono visibili ancora molti edifici storici puntellati e in restauro, ferite ancora aperte dal terremoto di due anni fa.
Per fortuna che la bella Piazza della Libertà (anche qui come a Macerata!) con la torre degli orologi (idem con patate!) è rimasta pressocchè intatta.
La torre degli orologi, localizzata sul campanile della Chiesa di San Francesco, è caratterizzata dalla presenza del particolare orologio a quattro quadranti: il primo dall’alto indica le fasi lunari, il secondo è l’orologio Italico con le ore – (III-VI) Mattutino – (VI-III) Ora Terza – (III-VI) Ora Sesta – (VI-III) Ora Nona – (III-VI) Vespro – (VI-III) Compieta, il terzo è l’orologio Astronomico, mentre il quarto indica i giorni e i mesi della settimana. Sotto i quattro quadranti c’è la meridiana solare, fonte Orologio da Torre Tolentino (MC) – AISOR.
Ripartiti da Tolentino, imbocchiamo la SS77 e ci prolunghiamo fino a Muccia, dove troviamo la desolazione di un’altra zona devastata dal famoso terremoto, fatta di case lesionate e disabitate, con parte della popolazione costretta a vivere nei prefabbricati. Qui provo ad acquistare l’Amaro Sibilla, ma il supermercato che lo vende il mercoledì è chiuso! Con un po’ di delusione ci riproverò domani.
Faccio ritorno al camping e complice l’orario ancora favorevole (erano le diciotto in punto), mi concedo il bagnetto freddo e rilassante a cui ho dovuto rinunciare ieri, dopo centonovantatré chilometri sotto il sole cocente! Alle venti e trenta, solita tappa al Sasso Bianco per ricaricare le batterie con ravioloni al sugo di melanzane e caciotta salata grattuggiata, abbacchio arrosto, bruschetta e cicoria ripassata, acqua, vino rosso e amaro Sibilla al prezzo di trentuno euro.
Prima di tornare al camping scambio quattro chiacchiere con Barbara relativamente al terremoto: il suo albergo non ha subito grossi danni, ma diverse villette vicine sono abbandonate e segnate da crepe evidenti. Molti hanno sistemato le proprie case con spese coperte in parte dallo stato, mentre altri vivono nelle famigerate casette di qualità scadente che possono costare fino a duecentomila euro l’una! Mentre la famosa Nonna Peppina, i cui famigliari le hanno costruito una casetta in legno che rispettava tutte le normative e ad un prezzo molto più basso, a momenti veniva arrestata a novantacinque anni! Fortuna poi che il governo ha avuto il buon senso di fare il ‘Decreto Salva Peppina’, col quale le case abusive sono rese regolari, almeno fino a quando l’inquilino non rientra nella propria abitazione: probabilmente la cosa aveva dato fastidio a qualcuno che con la casetta di Peppina non ha potuto speculare e ‘mangiare’!
Dopo questa chiacchierata interessante, ma al contempo triste, alle ventitré torno al camping e vado a dormire in vista dell’interessante giornata di domani!