Di Marco Frosali
La nottata è filata via abbastanza tranquillamente…solo una ragazza rompic……i ‘mbriaca fracica durante la notte rideva e parlava a voce alta dalla piazzetta adiacente al camping, mentre il campanile del paese scandiva le ore con un rintocco corrispondente al numero dell’ora (ad esempio se erano le due faceva due rintocchi, se erano le sei ne batteva sei, mentre un rintocco era scandito ogni quarto d’ora e questo anche durante la notte!) Nonostante tutto, ho dormito bene!
Faccio colazione al chioschetto del camping dove Stefano mi porge il cornetto con la Nutella che più che un cornetto era una pagnotta! Preso anche il cappuccino, dopo essermi sistemato prendo il Rondone e si parte: tappa di giornata, Gradara. Ho deciso di iniziare subito con la tappa più tosta, dato che Gradara è ai confini tra Marche ed Emilia Romagna.
Iniziamo a prendere confidenza con le strade locali. Le mie indicazioni sembrano corrette e così raggiungiamo dopo circa quaranta chilometri Matelica, dove decido di fare un breve giro nel centro storico,
ricco di tanti vicoletti stretti tra case in mattoni d’argilla e strade lastricate in pietra, al centro del quale c’è la bella piazza intitolata ad Enrico Mattei.
Torno indietro, recupero il Rondone e insieme riprendiamo il viaggio attraversando bei panorami;
raggiungendo Fabriano, ecco il primo intoppo di giornata: nel prendere la SS76 faccio confusione e, invece di dirigermi verso Perugia vado verso Ancona, salvo poi rendermi conto di avere sbagliato dopo alcuni chilometri, tornando indietro. Consultato google maps cerco di tagliare per recuperare tempo, ma i cartelli stradali messi un po’ a casaccio, mi fanno sbagliare strada una seconda volta facendomi passare sopra una montagna, percorrendo una strada tortuosa, ma anche molto bella dal punto panoramico che mi riconduce…a Fabriano!
Dopo circa quaranta chilometri e oltre un’ora di ritardo sulla tabella di marcia, vado verso Perugia e a Fossato di Vico imbocco la Flaminia dirigendomi verso Fano, salvo effettuare una piccola deviazione per passare attraverso le meravigliose gole del Furlo, potendole così fotografare.
Ripresa la Flaminia, dopo circa venti minuti giungiamo a Urbino, città nella quale è nato Raffaello Sanzio.
Posteggiato il Rondone nei pressi della stazione, affrontando una stradina molto ripida in salita giungo nel centro storico della cittadina, dove molti palazzi sono sede della locale università.
Raggiungo così la grande Piazza Rinascimento,
dove è sita la particolare chiesa di San Domenico,
il maestoso duomo sottoposto a lavori di restauro, forse a causa del famigerato terremoto del duemilasedici
e il bellissimo palazzo ducale del quale però ho visto solo il retro, dato che non ero riuscito a capire che fosse quello, tralasciando di girarci attorno!
Sopraffatto dalla fame e dalla sete decido di tornare indietro e rifocillarmi al baretto presente poco lontano dal parcheggio della stazione, dove divoro due grossi tramezzini tonno e pomodoro e mi scolo una bottiglietta da mezzo litro di acqua e, dopo un caffè rigenerante, si riparte per la tappa finale di quest’oggi, Gradara, distante circa trenta chilometri da Urbino,
dove arriviamo alle quindici e trenta, almeno con un’ora e mezza di ritardo rispetto al previsto a causa del percorso sbagliato a Fabriano.
Anche qui devo lasciare il Rondone fuori dalle bellissime mura del centro e andare a piedi, ma una volta oltrepassata la porta di ingresso, mi sembra di essere catapultato indietro negli anni, data la particolarità del borgo stesso.
Essendo arroccata sul cucuzzolo di una collina, da Gradara è ben visibile il mare Adriatico, soprattutto la vicinissima Gabicce, anche se in foto è in parte coperta dagli alberi.
Girando attorno alle mura, giungo al bellissimo castello
citato anche da Dante Alighieri nell’episodio di Paolo e Francesca, raccontato nel quinto canto dell’Inferno. Peccato solo che il lunedì, proprio come i parrucchieri, il castello sia chiuso! Tra lo sconforto e il disappunto di diversi turisti arrivati apposta per visitarlo…mi ricorda qualcosa!
Io non lo avrei visitato comunque a causa del ritardo e per il fatto che avrei dovuto sorbirmi gli altri centosettanta chilometri circa del ritorno. Però una foto a quel poco visibile, il custode me l’ha concessa!
Dissetatomi con una bella granita alla menta, dopo aver percorso a ritroso il piccolo centro storico ricco di negozi di souvenir, bar e ristoranti recupero il Rondone e ci incamminiamo sulla via del ritorno, passando di nuovo da Urbino e tagliando attraverso Acqualagna e Cagli, accorciando di circa venti chilometri
persi di nuovo a Fabriano a causa delle indicazioni messe in modo assurdo, dirigendoci di nuovo verso Perugia con la SS76, uscendo e rientrando più avanti e tornando verso Fabriano, dove il cartello indicante Cerreto d’Esi era alla fine della rampa in uscita dalla superstrada! Se ho presa la superstrada non è per superficialità, ma perchè non c’è il cartello, animaccia vostra!
Dopo esserci persi per ben tre volte a Fabriano (manco fosse Città del Messico o San Paolo!) giungiamo finalmente in campeggio alle diciannove e trenta dopo aver percorso ben quattrocentoventidue chilometri, ben oltre i circa trecentocinquanta preventivati!
Il sole è ormai dietro le montagne e per oggi niente bagnetto!
Peccato, ne avevo bisogno!
Fatta la doccia, vado di nuovo al ristorante dell’albergo Sasso Bianco, dove stavolta trovo altri due avventori e vado di tagliatelle alla boscaiola con salsiccia, porcini e tartufo, arista di maiale con finocchietto, due uova sode come contorno, oltre ad acqua e vino, il tutto al costo stavolta di venticinque euro.
Stasera niente ottimo amaro Sibilla come digestivo, dato che il vino mi stava un po’ salendo!
Sazio e stanco per la giornata movimentata, alle ventitré mi butto sul sacco a pelo per una bella dormita ristoratrice, in modo da recuperare le forze per domani!