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I Voli Del Rondone 24_1

Di Marco Frosali

1a Tappa

E’ giunta l’estate. Un estate anomala dopo i circa tre mesi di lockdown che, oltre a stressarci ulteriormente costringendoci a stare chiusi in casa, ci invoglia ancor di più ad andare fuori città in cerca di refrigerio, aria pulita e relax. Essendo ancora presente il pericolo Covid-19 e odiando sia il caldo che i luoghi affollati, decido di trascorrere queste ferie estive in Italia, senza scapicollarmi troppo con percorsi lunghi. Poiché in altre occasioni ho optato di andare a Gambatesa, scelta ahimè infelice in quanto in questo periodo ancora lavorano tutti, quindi di sera dopo le dieci e mezza ero da solo nel mosciore locale, quest’anno ho deciso di andare alla scoperta di una regione da me poco conosciuta: le Marche. Avevo pensato di fare questo piccolo tour con Sara, proveniente dall’Ascolano, ma avendo adattate le sue capienti borse sul Rondone, operazione non proprio semplice ho deciso di partire con quest’ultimo.

Domenica diciannove luglio, dopo aver caricato il Rondone con le borse laterali, tenda e tappetino sulla sella e sacco a pelo nel bauletto, controllato il chilometraggio iniziale,

Km Iniziali – 35846

Il Rondone Carico Come un Mulo!

data la distanza non eccessiva da coprire, partiamo con molta calma alle nove e mezza di mattina e, dopo aver fatto benzina, ci incamminiamo verso la SS3 Flaminia con la quale, dopo circa due ore e mezza di viaggio, giungiamo a Terni.

Qui vado a visitare la Chiesa di San Valentino, dato che in un’altra occasione diversi anni fa l’avevo trovata chiusa.

Terni: Chiesa di San Valentino

Terni: Interno della Chiesa di San Valentino

Terni: Spoglie di San Valentino in Una Teca all’Interno della Chiesa

Uscito dalla chiesa faccio una chiamata ad un mio vecchio amico che non vedevo da circa dieci anni che vive qui. Casa sua è a poche centinaia di metri dalla chiesa, così vado a trovarlo.
Tra una chiacchierata e l’altra passano quasi due ore e, nonostante i suoi problemi di salute, mi fa piacere che sia ancora combattivo!

Salutato Mario e i suoi due cocker che mi hanno riempito di peli, riprendo il Rondone e mi dirigo verso la Val Nerina dove, nei pressi della cascata delle Marmore, mi sparo il classico panino con porchetta, prima di ripartire lungo la stessa strada.

Alle quindici circa decido di fare tappa a Scheggino, paese in cui sono passato di sfuggita con Sara circa tre settimane fa, di ritorno da Castelluccio di Norcia. Posteggio il Rondone in piazza e mi addentro nei caratteristici vicoletti in pietra all’interno delle mura, che formano il centro storico raccolto su un fianco della montagna a ridosso del fiume Nera.

Panoramica di Scheggino

Scheggino: Porta Valcasana

Scheggino: Vialetto con Canale

Scheggino: Vialetto con Canale

Scheggino: Vecchia Jeep

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo del Centro

Scheggino: Vicolo Stretto 47 Cm

Scheggino: panoramica della Torre che Sovrasta il Paese

Scheggino: Panoramica della Torre che Sovrasta il Paese

Scheggino: Porta del Pozzo

In uno di questi vicoli, una targhetta appesa con un’aforisma di un anonimo umbro del diciannovesimo secolo mi colpisce: “Su lo mejo durmì scorciò a notte e su lo mejo stà vene a’ morte!”

Su lo Mejo Durmì Scorciò a Notte…e Su lo Mejo Stà Vene ‘a Morte!

Incontro anche un signore che mi consiglia di visitare una valle li vicino, a pochi chilometri dal paese e che, a suo dire, sarebbe molto bella e degna di una visita.

Recuperato il Rondone

Panoramica di Scheggino

ci incamminiamo di nuovo lungo la Val Nerina e passiamo all’incrocio suggerito dal signore poco prima, ma decido di proseguire: ho appuntato le indicazioni e ci tornerò in futuro con più calma.

Dopo un’altra oretta di viaggio, io e il Rondone facciamo una piccola tappa anche a Visso, centro pesantemente colpito dal terremoto del duemilasedici, borgo nel quale siamo stati ad un raduno due anni fa. Secondo voi, dopo due anni la situazione come l’abbiamo trovata?

Panoramica di Visso

Panoramica di Visso

Panoramica di Visso

A me sembra che dopo due anni la situazione non sia cambiata per nulla…ma qualcuno magari potrà smentirmi!

Preso un caffè e una bottiglietta d’acqua al bar/pasticceria locale, io e il Rondone riprendiamo il viaggio dirigendoci verso il Parco dei Monti Sibillini,

Panoramica dei Monti Sibillini

dove ci imbattiamo nel caratteristico Santuario della Madonna del Macereto, anch’esso danneggiato dal terremoto, ma a quanto sembra in fase di ristrutturazione e comunque frequentato da persone in cerca di fresco sul grande prato adiacente.

Santuario della Madonna del Macereto

Santuario della Madonna del Macereto

Santuario della Madonna del Macereto

Santuario della Madonna del Macereto

Santuario della Madonna del Macereto

Alveare su Una Finestra del Santuario della Madonna del Macereto

Ripreso il viaggio, dopo circa quindici chilometri io e il Rondone giungiamo presso il nostro quartier generale dove ci accamperemo per queste vacanze: il piccolo e grazioso lago di Fiastra, dove abbiamo prenotato una piazzola al camping b-side, localizzato nella piccola frazione di San Lorenzo al Lago e incastonato in una vallata fra i monti Sibillini.

Panoramica dei Monti Sibillini da Fiastra

Vengo accolto dai gestori del campeggio, Stefano e Zura che mi indicano la piazzola dove montare la tenda, operazione che porto a termine in circa venti minuti tra la grande quantità di persone presenti, molte delle quali in procinto di ripartire dopo aver trascorso qui il weekend.

Panoramica del Lago di Fiastra dal Campeggio

Panoramica del Lago di Fiastra dal Campeggio

Campeggio Affollato da Tende e Camper

Sono le diciotto. Alla presenza ancora di un bel sole, dopo aver viaggiato durante le ore più calde della giornata, le verdi e limpide acque del laghetto artificiale provenienti dal torrente Fiastrone che nasce proprio dai monti retrostanti, mi invogliano a fare un bel bagnetto e così, indossato il costume, mi ci fiondo felice come un bambino! Le fredde acque mi rigenerano scrollandomi di dosso la fatica del viaggio e mi rilassano totalmente, tanto da non voler uscire dall’acqua. Ma dopo circa un ora e mezza, il sole si abbassa e la fame si alza e così, dopo una bella doccia, vado verso il piccolo centro,

Campanile in Restauro a Fiastra

dove so di poter contare su una pizzeria e su un albergo ristorante: opto per quest’ultimo!

Vado così all’albergo Sasso Bianco dove mi fanno accomodare ad un tavolo a scelta: stasera ero l’unico avventore oltre al marito e al figlio della proprietaria. L’aspetto un po’ spartano stile anni ottanta e la mancanza di clienti mi turba un po’…ma quando arrivano le portate mi devo ricredere:

Ravioli al Ciauscolo con Burro, Salvia e Buccia di Limone Trifolata

Tagliere con Mix di Salumi e Formaggi Locali

I ravioli al ciauscolo erano veramente ottimi e la buccia di limone grattuggiata era il non plus ultra, ma anche il tagliere era ricco di bontà: ciauscolo, salame normale, salame al tartufo, salame piccante, salsiccia normale, salsiccia piccante, salsiccia di fegato, salsiccia di cinghiale, lonza, pecorino normale, pecorino alle erbe e pecorino stagionato in foglie di noce! E sicuramente qualcosa l’ho lasciata fuori! Oltre a un piatto di cicoria ripassata come contorno, mezzo litro di acqua gassata, un quarto di vino rosso della casa e una autentica delizia della zona: un amaro digestivo alle erbe con un retrogusto al miele, l’amaro Sibilla, del quale mi sono letteralmente innamorato!

Amaro Sibilla

Al modico prezzo di trenta euro una bella mangiata che in aggiunta al bagnetto rigenerante nel lago, mi ha rimesso al mondo dopo duecentosedici chilometri sotto il caldo sole di Luglio.

Cullato dal fruscio delle foglie e dal gracidìo delle rane del lago, alle ventitré vado a dormire pensando già al giro di domani!