Di Marco Frosali
Come Ai Vecchi Tempi!
Il ritorno di Sara a Roma ha sortito in me nuove pulsioni che, dopo oltre un anno di pausa, mi hanno spinto ad effettuare il giro fatto ieri, domenica cinque luglio. In realtà il gruppo Facebook delle Teste di Guzzi aveva programmato anche un giro al Monte Livata, ma dato che nel Luglio dello scorso anno io e il Rondone, assieme a due compagni di sventura, non riuscimmo nell’impresa di vedere la famosa ‘fioritura’ della Piana di Castelluccio di Norcia, dato che i fiori quel giorno erano già belli che secchi, quale migliore occasione per ritentare il giro e divertirci un po’ su tortuose strade di montagna, dove Sara da il meglio di sé grazie alla sua leggerezza, maneggevolezza e al tiro in basso?
Visto e considerato che il luogo visitato, nel periodo della fioritura è sempre preso d’assalto da migliaia di turisti, decido che forse è meglio partire un po’ prima, così io e Sara alle otto di mattina siamo già in strada e percorrendo una Salaria abbastanza scorrevole, dopo una breve sosta alle terme di Cotilia per un cappuccino e per reperire un bel panino con porchetta, con circa tre ore di viaggio in cui mi sono divertito a tenere dietro di me moto molto più potenti tra le curve delle gole del velino e dopo essere passati nella desolazione di Arquata del Tronto e Pretare, alle undici giungiamo in prossimità della cima del Monte Vettore…e capiamo che ci sarà da faticare parecchio per arrivare a destinazione. Un lungo serpentone di auto posteggiate ai lati della strada, causa un restringimento che provoca a sua volta un blocco del traffico che nemmeno a Roma sul Raccordo Anulare con un incidente si è mai visto. La situazione peggiora poi quando deve passare un Pullman o un Camper, o peggio, se qualcuno deve fare manovra. Ma lo spettacolo della Piana di Castelluccio, con la sua tavolozza di colori che va dal bianco dei fiori di lenticchie e margherite, al rosso dei papaveri, al giallo e al viola di altri fiori, oltre al verde intenso dell’erba, vale sicuramente di più che perdere un po’ di tempo nel marasma generale. D’altra parte ognuno vuol godersi lo spettacolo!
Il Rosso Benelli di Sara, insieme a tutti gli altri colori non sta male e così le scatto una foto!
Durante questa piccola pausa fotografica cerco invano di raggiungere telefonicamente Stefano, il figlio dell’ex proprietario di Sara; so che anche lui è in zona e avremmo voluto salutarlo. Con un po’ di rammarico risalgo in sella a Sara e, affrontando sempre il caotico traffico, infilandoci nei pertugi tra le varie auto ferme, dopo un’altra mezz’ora raggiungiamo Castelluccio sul cucuzzolo, ma anche qui c’era l’ira di Dio di traffico e di persone e così, trovato miracolosamente un posticino per posteggiare Sara vado in giro a fare alcune foto della vallata dall’alto,
rendendomi conto che l’enorme campo adibito ad area camper e parcheggio è letteralmente strabordante di mezzi posteggiati. Dalle foto si può anche notare il lungo serpentone di auto parcheggiate in strada e quelle bloccate nel traffico sia provenendo da Arquata che da Norcia, sia a scendere da Castelluccio. In pratica, solo ieri ci saranno state ad occhio e croce presenze nell’ordine di decine di migliaia di turisti, roba che a Gambatesa e forse in tutto il Molise, non si vedono nemmeno in cinquant’anni messi insieme.
Tornato verso il centro abitato,
noto la presenza di numerosi stand e negozi di prodotti tipici come lenticchie, formaggi, tartufo e salumi,
presso uno dei quali, un po’ imboscato in un edificio lesionato, acquisto due pacchi da mezzo chilo l’uno di lenticchie locali. Otto euro per un chilo non è poco…ma nel mio piccolo cerco di contribuire, acquistando anche una piccola calamita in marmo dipinta a mano presso un negozietto di souvenir, letteralmente preso d’assalto!
Proseguo il giro in ciò che rimane di Castelluccio di Norcia
e mi imbatto in un gruppetto di persone a cavallo che stava andando a fare un’escursione.
E’ ormai giunta l’ora di pranzo: sono infatti le tredici, ma il caos presente mi induce a riflettere, pensando di aspettare che la gente defluisca un po’ per andare a mangiare e così, verso le quattordici, dopo un selfie sul belvedere
e dopo aver riprovato a contattare senza successo Stefano, recupero Sara, seguendo con divertimento la scena di un signore che aveva bloccato mezzo mondo con la macchina mentre un motociclista tentava di dargli una mano, dato che non sapeva utilizzare il cambio automatico (!) e, insieme, affrontiamo il traffico in uscita da Castelluccio di Norcia raggiungendo in un quarto d’ora circa la valle sottostante, lontana poco più di un chilometro, pensando di aver superato il peggio, fotografando alcuni campi fioriti con un boschetto raffigurante l’Italia alle loro spalle come simbolo di unione per il terribile terremoto del duemilasedici.
Invece no! Dopo nemmeno un chilometro percorso tranquillamente, ecco che si materializza un altro lungo serpentone di auto proveniente stavolta da Norcia e come in precedenza, tutto bloccato. Fa caldo e stando pressoché fermi, decido di ripartire da Castelluccio senza giacca da moto, in modo tale da sopportare meglio il calore del sole, quello del motore di Sara e quello emesso dalle varie auto/pullman/moto: Cazzarola! Eravamo venuti qui per respirare aria pura e invece…ci tocca inspirare aria inquinata da gas di scarico e odore di bruciato. Alcuni sostengono sia odore di frizione bruciata e a giudicare dalla guida tutta in prima e folle, forse più di qualcuno ieri se l’è giocata la frizione!
Dopo circa un’altra ora, sembra che io e Sara abbiamo definitivamente superato il caos iniziando a scendere verso Norcia, ma il serpentone continua finquando, ad un incrocio posto all’apice di un tornante, uno slargo che permetteva la sosta e dove erano in sosta altri cinque motociclisti, ci invita a fermarci a nostra volta, all’ombra di alcuni alberi. Qui ne approfitto per divorare il mio panino, alle quindici in punto! Mangiando il mio umile pranzo, non posso non notare l’indicazione stradale poco distante e dalla quale partiva il lungo serpentone di auto che giungeva fino a Castelluccio di Norcia: dodici chilometri! DI CODA!
Ma nel momento di relax, due brutti ceffi si avvicinano a Sara guardandola con interesse. Uno mi sembra di conoscerlo…lui anche: è Claudio, un membro del gruppo Facebook delle Teste di Guzzi con cui abbiamo fatto un’uscita a Campo Imperatore lo scorso anno, solo che lui aveva una Guzzi V11 ed io ero col Rondone (Guzzi V1000 G5), mentre oggi era con una bella Ducati Monster ed io con Sara (Moto Guzzi V50 III). Anche l’amico di Claudio, pure lui ‘Ducati Monster’ munito, è di Campobasso. Attacchiamo bottone: dovevano salire verso Castelluccio, ma avendo loro fatto notare che forse non era il caso, hanno preferito desistere.
Dopo una foto scattata a me e Claudio in sella alle nostre moto faccia a faccia,
salutati i due amici, io e Sara ci incamminiamo per Norcia dove giungiamo sempre con qualche difficoltà dovuta alla presenza di cantieri stradali, semafori e quindi altre code!
Posteggio Sara in prossimità del centro storico di Norcia e vado in giro a vedere com’è la situesciòn, attirato anche dalla gran quantità di persone che c’erano in giro.
Purtroppo la bella Cattedrale di San Benedetto e gran parte delle abitazioni del centro, sono pressoché distrutte e a parte diverse attività commerciali come bar, ristoranti e negozi di souvenir e prodotti tipici (tutti belli che pieni!), i pochi edifici rimasti in piedi sono tutti transennati, per cui ho scattato poche foto giusto per mostrare lo stato della ricostruzione a distanza di quattro anni dal sisma, lavori che sembra siano in atto, ma credo che siano ben lontani da un recupero soddisfacente del patrimonio artistico di queste zone.
Finito il breve giro nel martoriato, ma più che vivo (almeno a livello turistico) centro storico di Norcia, io e Sara riprendiamo il viaggio percorrendo la Strada delle ‘Tre Valli Umbre’ e, da qui, lungo la Val Nerina,
arteria mediante la quale giungiamo a Terni dove, nei pressi delle acciaierie, un rumore proveniente dal cruscotto mi induce a fermarmi: si era staccato il portachiavi e mi era caduto a terra in mezzo alla strada! Per fortuna me ne sono accorto subito e non passava nessuno, riuscendo a recuperarlo ed a riprendere il viaggio con un piccolo spavento!
Da Terni, imbocchiamo la SS3 Flaminia e ci dirigiamo verso la bella Narni,
dove vado a fare alcune foto alla Rocca di Albornoz sita nella parte alta della cittadina,
pressoché identica all’omologa Rocca Albornoziana di Spoleto, città visitata nel lontano duemilaquattordici. Apprezzarne le bellezze costa sei euro e la visita dura mezz’ora, ma sono le diciassette e trenta ed essendo in giro da oltre nove ore, considerato che a Roma mancano ancora novanta chilometri, decido di tornare a casa e rimandare la visita in futuro.
Percorrendo il resto della Flaminia e successivamente il Raccordo Anulare, alle diciannove precise io e Sara facciamo rientro a casa dopo ben trecentoottantasei chilometri intensi, ma goduriosi, durante i quali mi sono goduto di nuovo la mia piccola Sara in tutto e per tutto, con le piccole soddisfazioni e le grandi emozioni che solo una Guzzi sa dare.: dolori al culo compresi!
Dopo un buon gelato al gusto di menta, liquirizia e caffè come giusto premio
e una bella passata di crema dopo sole sulle mie braccia, che dopo questo giro hanno una vistosa abbronzatura a tre quarti per la quale mi toccherà andare al mare per uniformare il resto del corpo,
come al solito, vi do appuntamento al prossimo giro!