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In Giro Con Sara 34

Di Marco Frosali

Fine Quarantena Anche Per Lei!

Dopo circa tre mesi di quarantena a causa dell’ormai abbottante Covid-19, Venerdì cinque Giugno decido finalmente, complice l’apertura agli spostamenti tra regioni, che sarebbe stato il giorno utile per andare a trovare i miei a Campobasso: quale migliore occasione per rimettere in strada anche Sara, ferma ormai da Luglio dello scorso anno, quando la portai qualche giorno a Gambatesa e, nell’occasione, facemmo un giretto alla diga del lago di Occhito, giro non resocontato?

A causa dell’imminente perturbazione decido perciò di partire da Roma giovedì sera, in modo tale da evitare i forti temporali che puntualmente si sono abbattuti su gran parte dell’Italia nella giornata di venerdì, ma io ero già all’opera nel garage a fare una bella messa a punto a Sara: pulizia carburatori, regolazione valvole e puntine, spurgo dei freni e pulizia dei filtri dei rubinetti benzina.

Il pomeriggio di Venerdì vado a fare una piccola prova su strada e gonfiare le gomme, riscontrando una cattiva carburazione a freddo che però migliorava notevolmente a caldo. Regolati a orecchio anche i carburatori, lascio Sara in garage per prenderla nuovamente Sabato 6 Giugno per fare un test un po’ più lungo.

Partiamo da casa mia e percorriamo Via Conte Rosso in direzione Ferrazzano, notando che sotto i duemilacinquecento giri Sara ha ancora un vuoto di potenza, come se un carburatore partisse con ritardo rispetto all’altro, ma pian piano la situazione migliora e dopo nemmeno dieci minuti siamo a…Ferrazzano! Paese in cui sono stato molte volte quando ero piccolo in quanto due dei miei amichetti storici (Michele e Alberto che non vedo ormai da più di venti anni!) oltre ad abitare nel mio stesso palazzo erano originari proprio di Ferrazzano, paese dei nonni.

Giunti ad uno dei due belvedere qui presenti, faccio un paio di foto al panorama di Campobasso

Panoramica di Campobasso dal Belvedere di Ferrazzano

Panoramica di Campobasso dal Belvedere di Ferrazzano

e una a Sara, con un bel esemplare di 124 alle spalle!

Sara sul Belvedere di Ferrazzano

Percorriamo così le stradine strette e molto ben tenute del piccolo centro storico, restaurato in maniera veramente impeccabile con strade lastricate da blocchi in pietra e case con i muri con pietre a vista e aiuole ben tenute, senza erbacce di contorno.

Alcuni anni fa (circa sedici), mettendo volantini proprio a Ferrazzano, mi fece uno strano effetto vedere parecchie case disabitate, pericolanti e tenute male, ma ora il borgo sembra essere rinato!

Giungiamo così nella centralissima Piazza Spensieri

Ferrazzano: Panoramica di Piazza Spensieri

dove posteggio Sara per qualche istante, in modo da scattare qualche foto al locale Castello Carafa, di origine Normanna (fonte Comune di Ferrazzano).

Ferrazzano: Panoramica del Castello Carafa

Ferrazzano: Panoramica del Castello Carafa

Ferrazzano: Cortile Interno del Castello Carafa

Il tempo a disposizione però è limitato, visto che abbiamo iniziato il giro quasi a mezzogiorno e all’una e mezza ho il pranzo per cui tralascio il centro storico con il suo budello di vicoletti (sempre ben tenuti e restaurati completamente da quel che ricordavo), recupero Sara e ci avviamo di nuovo verso Campobasso, dove iniziamo ad inerpicarci lungo i ripidi curvoni che portano al Castello Monforte e dove era presente un discreto numero di persone per cui, per evitare di avvicinarmi troppo, scatto le foto al Castello da un punto laterale

Campobasso: Vista Laterale del Castello Monforte

Campobasso: Parte Frontale del Castello Monforte

e frontalmente invece, alla chiesa di Santa Maria del Monte, dove andavo spesso da piccolo insieme a mia nonna, devota alla Madonna, e la cui costruzione risale addirittura al 1354, anche se restaurata più volte, (fonte Wikipedia).

Campobasso: Chiesa di Santa Maria del Monte

Provo anche a fare una foto al panorama di Campobasso con tanto di tangenziale…mica cazzi! Ma la presenza di un cipresso copre parzialmente la vista.

Panoramica di Campobasso dal Piazzale del Castello Monforte

Erano circa le dodici e trenta, così rimetto in moto Sara e cerchiamo di concludere il giro transitando accanto allo stadio di Selva Piana, notando l’ampliamento dei parcheggi, salendo su fino al bivio di Oratino e dirigendoci verso Busso passando attraverso il bosco, dove erano presenti dei carbonari intenti alla produzione di carbone naturale accendendo grosse cataste di legna coperte da terra, a formare dei montarozzi fumanti.

Passato il bosco e percorrendo la strada dell’ospedale facciamo rientro a casa, dopo aver percorso circa quaranta chilometri senza inconvenienti e in tempo utile per il pranzo, dopo il quale sarei andato a Gambatesa, ma senza Sara e dove

Al prossimo giro!