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BORGHI D’ECCELLENZA DEL MOLISE: Il Castello Negato, (Parte Seconda)

Di Vittorio Venditti

E La Querelle Continua!

Dopo solo un giorno di silenzio, ecco che mi arriva tramite Stefano venditti il documento che riporto di seguito, sia in formato originale, sia a completamento di quest’articolo, con il quale continuo ad invitare Paolo Manuele, Franco Valente e Maurizio Varriano a non demordere.

Noi Siamo Con Voi!

Anzi, contravvenendo alle disposizioni del Galateo, secondo il quale “I consigli si danno se richiesti”, mi permetto di proporre a Paolo Manuele, di restituire sì, le chiavi, ma dopo aver incartato ed infiocchettato il Castello Angioino, con le ovvie foto da divulgare, se lo desidera, anche da quest’Inutile sito.

IL CASTELLO NEGATO PARTE SECONDA

Comune di Civitacampomarano
Prot. _________ Civitacampomarano, 27 luglio 2012

Preg.mo Presidente Giunta Regionale del Molise
Preg.mo Presidente Consiglio Regionale del Molise
Preg.mi Consiglieri Regionali del Molise
Preg.mo Presidente Provincia di Campobasso
Preg.mo Presidente Consiglio Provinciale Campobasso
Preg.mi Consiglieri Provinciali
Agli Organi d’informazione

OGGETTO: IL CASTELLO NEGATO – PARTE SECONDA

Con la presente comunico alle SS.LL., l’evoluzione, o per meglio dire, la seconda puntata della “storia” il Castello Negato.
Il mio rammarico ed il mio dissenso per il diniego della Soprintendenza allo svolgimento dell’iniziativa Calici di Stelle ha trovato la giusta soluzione…non illudetevi è una battuta, ha trovato soluzione la Soprintendenza attraverso una risposta scientifica.
A cura del Soprintendente Ferrara giunge, estrapolata, la seguente nota

“ L’iniziatica calici di stelle è incompatibile con i valori storici, artistici, architettonici che il Castello rappresenta ed esprime, i quali risulterebbero distorti da usi non concreti con la sua dignità culturale”, continua, “ Cioè un monumento non deve e non può essere adibito a luogo di degustazione e quindi essere percepito come tale.
Quanto di analogo avvenuto per il passato non costituisce precedente e in tal senso allego la Direttiva della Direzione Regionale del 30.08.2010 riguardante le concessioni in uso, scaricabile anche dal sito www.molise.beniculturali.it.

Bene. Benissimo, si è trovata la chiave di lettura a tutto: c’è una Direttiva Regionale che elenca le manifestazioni e gli eventi non compatibili.
Se vogliamo parlare di Calici di Stelle, andando sul sito Movimento Turismo del Vino potrete leggere “Il fine settimana del 10 agosto, nei centri storici e nelle piazze italiane, tra corti d’insospettata bellezza e castelli, gli enoturisti appassionati del buon bere, potranno degustare i migliori vini delle cantine associate abbinati ai prodotti tipici di qualità, espressione del patrimonio locale di ogni regione che ospita l’evento… Castell’Arquato in Emilia Romagna personaggi misteriosi in musei e monumenti leggono il futuro nelle stelle”.
Mi sorge spontanea la domanda, ci sono folli in giro per l’Italia che fanno svolgere questa iniziativa in musei e castelli, ed addirittura i responsabili delle strutture di tutela ne danno l’autorizzazione?
Per fortuna in Molise abbiamo questa bella direttiva che tutela i beni culturali, che evita questo autentico scempio, se non addirittura vilipendio…
Cari Signori il mio tono è ironico, qui vien da piangere, c’è da piangere.
Se poi si considerano i Festival Musicali, tantissime altre rassegne anche enogastronomiche (ovviamente organizzate in maniera adeguata e consona al luogo che le ospita), torno a ribadire che dalla Sicilia al Trentino, in siti sottoposti alla stessa egida dell’Ente che qui esprime il diniego, ci sono fortunatamente illuminati Direttori che ne permettono lo svolgimento.

Ci chiediamo come mai questi siti vengono adibiti a tali eventi?
A mio modesto avviso la risposta è semplice: anche attraverso di essi si valorizzano, si promuovono e si da un valore aggiunto ad un intero territorio.

Credo sia utile, e lo farò, presentare formale istanza al Ministro dei Beni Culturali per avere dettagli su quanto accade in Italia, in altre regioni, in tema di fruizione e valorizzazione da direttive della Soprintendenza, visto che noi siamo l’oasi felice e perfetta; in particolare il Ministro deve sapere cosa accade qui in tema di conservazione e fruizione dei siti.
La questione, non a Civitacampomarano, bensì in Molise non è Calici di Stelle, non è il concerto negato in un altro sito del versante matesino, è la mancanza completa di un programma di valorizzazione, di fruizione dei beni, ed aggiungerei manca anche la conservazione e la tutela.
Se si asserisce che la Direttiva elenca i dinieghi per tutelare i beni, le prime due domande che mi pongo sono le seguenti:

“La medesima Direttiva recita anche che le pecore non possono entrare ad Altilia andandosene liberamente al pascolo? ed ancora, la stessa impone anche a qualcuno della Soprintendenza di provvedere al decoro dei siti, assicurandone (mi riferisco alle aree archeologiche) almeno lo sfalcio dell’erba?”.

Noi ci troviamo sotto l’egida di chi appellandosi alla tutela del bene, mentre all’Arena di Verona si fanno rassegne musicali, ad Altilia nega un concerto di spessore, seppur di genere diverso, magari con la supponenza che cantare crea danni al sito, invece il belare delle pecore al pascolo crea armonia contestualizzata al paesaggio rurale circostante.
In Molise abbiamo una serie di siti inaccessibili, non fruibili, ed anche qui la Soprintendenza trova una facile risposta

“Noi siamo deputati al recupero, alla messa in sicurezza ed alla tutela del bene, la valorizzazione tocca ad altri, anche in virtù che non abbiamo personale e soldi, per questo cerchiamo la collaborazione dei Comuni, delle Pro – Loco e delle Associazioni”.

La fruizione e valorizzazione però deve essere gratuita, vale a dire i soggetti che la fanno si devono ancora una volta attenere alla disposizione: vorrei vedere se loro fossero disposti a lavorare gratis.

Il mancato pagamento dei ticket, seppur minimi al simbolico prezzo di un caffè, è il primo elemento che non consente una valorizzazione ed accessibilità ai beni.
Altrove si paga sia per la visita a straordinari monumenti, sia per dei ruderi, da questi proventi si ricavano fondi per la gestione, la fruizione ed anche l’ordinaria e minima manutenzione.
Con gli stessi ricavi si potrebbe anche investire sulla formazione del personale dedicato, professionalmente preparato e conoscitore di almeno due lingue straniere.
Quindi avendo una visione ampia, non occorre personale deputato ad aprire semplicemente “le porte” dei siti fungendo da accompagnatori.
Se si vuole fare reale promozione dei siti culturali e reale turismo, il primo anello della catena sono questi minimi servizi, altrimenti i visitatori andranno via delusi.
Proprio per queste motivazioni, considerando un ricordo gli ottimi rapporti con il Soprintendente Stefano D’Amico, persona ragionevole, a modo, disponibilissima, proprio perché sono lontani anche i ricordi di quando, non ancora amministratore, il Comune e la locale Pro – Loco, grazie all’allora Soprintendente reggente Arch. Claudio Civerra – a cui esprimo un sentito grazie ed una personale attestazione di stima –, hanno avuto la possibilità di organizzare nel Castello lo svolgimento di una serie di eventi, più convinto di prima proseguirò sulla mia strada:

la restituzione delle chiavi.

Questo gesto rappresenta anche una potenziale criticità, in quanto gran parte dell’impegno profuso dall’intera Amministrazione Comunale, in termini di promozione turistica e sviluppo territoriale, vedeva e vede il monumento al centro delle azioni.
Ad ogni modo la risposta deve essere forte, i turisti dovranno arrivare a Civitacampomarano, dovranno guardare con ammirazione il maniero e dovranno rendersi conto che la visita all’interno non sarà possibile.
Pertanto la Soprintendenza a seguito del mio gesto dovrà dimostrare che hanno risorse umane ed economiche per garantirne l’apertura ogni fine settimana – così come avviene grazie al protocollo tra Comune e Pro – Loco Vincenzo Cuoco -, in ogni evenienza di visita di gruppi e scolaresche.
Se ciò non accadrà, emergeranno le “falle” e le lacune del sistema, peraltro già bene evidenti in altri siti.
Direttiva si, Direttiva no, il Soprintendente Famiglietti deve giustificare, non a me, bensì all’intera popolazione molisana, come sia comprensibile ed accettabile la risposta datami

“Sindaco, siamo alle prese con l’allestimento della pinacoteca del Castello Pandone di Venafro, perché Venafro è la porta di ingresso e di uscita del Molise, mentre Civitacampomarano sta nell’entroterra…pertanto non è il momento”.

Per il ruolo che riveste, l’importanza apicale, un’affermazione simile desta notevoli perplessità, lascia basiti…perdonatemi non vorrei che lo risposta sia prevista in base alla Direttiva, mi documenterò.

Cari molisani dovete considerare che il Castello Angioino è costato un miliardo di vecchie lire per acquistarlo, diversi milioni di euro per restaurarlo, il tutto per tenerlo chiuso, “ingessato”, “sottovuoto” e senza alcun minimo programma di valorizzazione e di raccordo con il territorio.
Si intende il recupero dei beni per farne diventare delle bomboniere, come quelle che ognuno di noi colleziona a casa nelle anonime vetrinette.
La mirabile opera di restauro condotta dall’Arch. Civerra non merita questo ignobile e quasi inevitabile epilogo, non meritano il medesimo epilogo nemmeno gli altri siti.
Per questo lancio un’idea provocatoria, una class action di amministratori, in testa i Sindaci, tutti i cittadini molisani sensibili e che tengono a cuore le sorti del territorio, per la mancata promozione e valorizzazione, derivabile dai medesimi beni, nonché dei danni d’immagine che subiscono la nostre Comunità.