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Walter Tobagi: Altro Inutile Sacrificio

Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Marco Frosali

Altra Carne Macellata Per Altrui Derisione

Walter Tobagi

Ricorreva l’altro ieri il quarantesimo anniversario dell’assassinio di un altro Cristo, messo in croce all’età giusta perché doveva morire in quanto colpevole di volersi guadagnare da vivere senza scendere a compromessi. Walter Tobagi infatti, è stato ucciso a trentatré anni per essere stato, suo malgrado, nominato fra gli Altri, capro espiatorio dell’eterno regolamento di conti fra anime appartenenti allo stesso corpo, vale a dire quello che ancora per rispettare il politicamente corretto, viene definito stato, termine che indica l’insieme… di non si sa più cosa.

Tante sono le domande che chi scrive oggi si è posto quel giorno, atteso che sia pur durante la scuola dell’obbligo, mentre quasi per celia, una scuola ‘sperimentale’ per l’appunto, permetteva di costruire un giornalino scolastico, “Mercurio”, composto di articoli, (chiamiamoli così), scritti quasi per forza da ragazzini che dovevano cercar di comprendere quale fosse il lavoro di giornalista, (quello asettico e d’inchiesta, quello di entrare nei fatti e renderne conto senza ‘compromessi’, quel lavoro insomma che spesso la categoria non vedeva e tutt’ora non vede di buon occhio), mentre quel ragazzino di allora chiedeva ad un altro giornalista, suo conoscente, il perché di tal morte, ricevendo quella che di primo acchito è stata considerata ‘la solita risposta’: “Perché stava facendo il suo dovere”, riscontro allora non capito e soprattutto non appagante, oggi compreso meno che allora, così come ancor meno esaustivo rispetto a quei giorni, brutti forse meno di quelli odierni, mentre allora accadeva quanto in sintesi descritto, oggi… non cambia niente. Le domande del ragazzino di allora che veniva spinto dai suoi insegnanti, (quasi a calci nel sedere), a scrivere qualcosa sulla guerra sino vietnamita, piuttosto che sulla contrapposizione NATO-Patto Di Varsavia, sono le stesse di chi, arrivato vivo a cinquantaquattro anni, giornalmente redige ben altro, (o no…), fregiandosi, forse indegnamente del titolo di giornalista, quelle domande non sono cambiate ed una, svetta su tutte: Perché?

Quarant’anni fa, il Collega Tobagi, per dirla con chi oggi lo commemora, “ha seminato per un futuro migliore”. Nessuno è mai tornato indietro dal viaggio post mortem, quindi nessuno può dire come stanno veramente le cose in termini di vicinanza ai suoi simili oggi ancora viventi, da parte di chi, per dirla con gli alpini, “è andato avanti”. Difficile è però non sorridere al pensiero di come Walter ed i tanti ‘Tobagi’, morti nell’adempimento del proprio dovere, volere e credo, stiano tutt’oggi fremendo per tornare indietro e se da una parte prendere a sganassoni chi invita a simile “rispetto della vita”, dall’altra magari potendo, pensare ed alla luce degli odierni risultati ottenuti dal loro sacrificio, liberamente e sinceramente gridare: “Ma chi me lo ha fatto fare!”.

Ciao Walter.