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Il Risveglio Da Ogni Speranza

Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria

Bello Sognare La Luna, Ma Poi Si Torna A Terra!

Luna

Chi, in età adolescenziale non ha sognata ogni forma di protagonismo, dall’avventurarsi in viaggi più o meno spaziali, a rivoltare comunque il mondo perché come viene presentato a quell’età dagli adulti non piace?

Apollo 11 Saturn V lifting off on July 16, 1969

C’è stato chi quel viaggio lo ha fatto ed in tanti ancora oggi non credono all’impresa, figurarsi che pensare di diciottenni che vedevano la possibilità di vivere in un mondo senza sporcizia d’ogni genere e da incendiari si sono trovati a fare i pompieri?

Oggi non si parlerà dei sogni gambatesani, ma ricordando il passato che è stato parte anche della vita di chi scrive, dopo aver lasciato il giusto spazio alla lettura, verrà ripreso lo scritto pubblicato l’altro ieri da chi rappresenta una scuola campobassana, dove, (ed è così per tutti i centri per l’educazione italiani, se non mondiali), si formano studenti che a quell’età, ricordano che il periodo esaminato è foriero di speranze sognate, dalle quali poi ci si deve risvegliare perché ‘Lo Vuole La Vita’, lasciando chi non obbedisce nella più completa immaturità, cosa che se poi si riflette sul resto dei conviventi, diventa deleteria per il Prossimo, prima che per chi non cresce.

Chi scrive giustappunto, durante il colloquio finale del proprio esame di maturità, (ventotto minuti indimenticabili di ‘guerra’), tenuto presso l’allora ‘Istituto Magistrale Regina Elena’ di Campobasso, (oggi Liceo Galanti), nel lontano millenovecentottantaquattro, ebbe uno scontro politico con l’allora presidente della commissione. Si stava discutendo del ruolo dell’Iskra a proposito di ciò che una quindicina d’anni a seguire l’apertura di quel giornale, sarebbe stata la rivoluzione russa e di quanto, quella ‘scintilla’, avrebbe data origine alla fiamma che poi ha portato lo stato nel quale veniva accesa, a tutto ciò che nella sua totalità il mondo ha vissuto in termini di politica, economia che ne è derivata, pensiero e conseguenze per certi versi ancora oggi presenti.

Il periodo nel quale ‘la pentola bolle e fa capire che bisogna buttare la pasta’, spesso è foriero di azzardi che fanno dimenticare che su quella pentola, è bene mettere per tempo il coperchio. L’allora discorso, neanche a dirlo, viene ricordato oggi con il dar ragione al docente che indicava una strada che per varie motivazioni, chi oggi parla, ha dovuto percorrere suo malgrado, senza poter spesso arrivare a compromessi, senza poter dire che la ragione è dalla sua parte. Insomma: il mondo va come va e chi si adatta è intelligente, chi non lo fa, prima o poi ne paga le conseguenze.

Entrando più nei dettagli dell’articolo sopra richiamato, va detto che a nessuno piace etichettare il Prossimo, men che meno quando si percorrono strade di ‘volontariato pionieristico’, a meno che le etichette non provengano da deficienti et similia; si arriva però a farlo, quando ci si trova di fronte, non a pregiudizi espressi, ma a fatti derivanti da comportamenti che non si possono definire propriamente regolari, soprattutto quando le regole vengono imposte per improcrastinabile necessità. Si arriva dunque a vedere gente che viene mal vista o direttamente cacciata perché appartenente ad un’etnia, ma non si riflette sul fatto che proprio il comportamento dei componenti di tal popolo, avvezzo alle personali tradizioni di ‘mobilità’, mette a rischio la vita del resto del consesso, insieme a quella degli attori di tal azione scorretta. Per essere più chiaro: difficilmente si torna con le proprie gambe a casa, se si va in paesi dove la religione la fa da padrona e questa non è professata dall’ospite. In Italia, in nome della cultura che alberga in buona parte della mente dei cittadini che vivono il luogo, tutto è da permettere a chi bussa e chiede di entrare, spesso anche che l’ospite assuma la padronanza del posto, quasi a giustificare il rispetto di ciò che chi arriva porta in dote. Si dimentica però che chi vive già in casa propria ha delle norme, alle quali chi si presenta per convivere, dovrebbe, anzi, se permette colei che ha scritto il pezzo sopra richiamato, deve assoggettarsi, almeno per ragioni d’ospitalità. Diversamente, è lampante che chi può, fa notare la discrepanza e reagisce come meglio crede, ovvero come impone la personale cultura, a questo punto avente valore ‘equipollente’.

Dunque, prima di richiamare pur aberranti episodi della storia italiana di quasi un secolo fa e paragonarli ad odierni accadimenti che difficilmente si possono accostare ai fatti di allora, temi con tutt’altro sfondo presente alla loro base, andrebbe analizzata la situazione che spesso è frustrante per chi, in casa propria, per ragioni che il politicamente corretto definisce ‘culturali’, deve accettare che chi arriva, ponga al cospetto dei presenti, non la cultura che ha con sé nel bagaglio, ma i propri piedi, quando non direttamente mani o altre armi portate dal proprio luogo d’origine.

Scusa Giada, Ma Ci Ho Creduto Anch’Io! Sii Perciò Perspicace:
Se i tempi cambiano, senza vergognarti di quanto vissuto, cambia con loro.

Buona Vita!