BORGHI D’ECCELLENZA DEL MOLISE: Festival Della Zampogna Di Scapoli
21 Luglio 2012
Sabato Pomeriggio
21 Luglio 2012
Mostra tutto

ACQUA: Paghiamo Per Non Usarla

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Anna Mignogna

Come Al Solito: Siamo In Italia!

Eccoci dunque a sparlare delle storture di Gambatesa e di chi governa il paesello.
Dopo aver trascorso il venerdì a suon di feste organizzate dai bar locali, feste alle quali abbiamo partecipato in borghese, non essendo stati invitati come stampa libera, mentre qualche imbecille ha avuta la bell’idea di incendiare contrada Macchie

Incendio

Incendio

E questo è quanto si vede da casa mia, verso le sei pomeridiane, quando, grazie a Dio l’incendio è stato domato, anche con l’uso di un elicottero. dopo aver registrato il prossimo inizio di un torneo di calcetto a tre, di cui parlerò domani, eccoci ad invitarti a sapere tutto di Gambatesa, prima di avventurarti presso questi lidi, rimanendo poi con l’insoddisfazione data dallo stress subito per i disservizi trovati.

Già abbiamo sparlato della delibera con la quale l’amministrazione municipale abdica in favore di Riccia per quanto concerne la gestione della rete idrica rurale. Oggi, visto che il sole è più che caldo, tralasciando le ragioni filosofiche addotte da chi crede ancora di poter parlare di democrazia avendo così la scusa per non far niente per Gambatesa, tocchiamo il concreto, andando ad analizzare, per carità, in maniera più che fascista, l’ordinanza appena proposta.

Si dice in sintesi, che l’acqua non può essere utilizzata per ragioni non domestiche.
Come se nella vita moderna, ogni cosa fosse fatta per lo Stato, non per la propria persona o la propria famiglia.

Ma l’acqua transitata per il contatore:
Di chi è?

Negli anni ottanta, quando imperversava la moda di avere in casa e o in macchina quello strumento definito “Baracchino” che non era altro se non una radio ricetrasmittente con la quale si faceva e si fa social network, il politicuccio italiettano emanò una legge secondo la quale era possibile acquistare ogni tipo di apparato, potendo però utilizzare esclusivamente dispositivi omologati, apparati che in genere erano più deleteri degli altri, ma che avevano una targhetta con disposizioni scritte a caratteri indelebili, la cui utilità si rifaceva esclusivamente al cuius, dato dalle case costruttrici allo Stato stesso, in termini di danaro.

Perché dunque comprare apparati non omologati:
Per il bene dell’economia?

E’ inutile dire che questa Legge non è stata mai da me rispettata e che nessuno mi ha mai detto niente.
Va considerato che se giudici e politici sono deficienti, altri, sono molto, ma molto più intelligenti in termini reali.

Tornando a bomba, a Gambatesa, sempre nel periodo in cui si parlava di “anni ruggenti”, l’allora amministrazione, emise una delibera che dichiarava testualmente che si dovesse pagare un preciso “tot” per l’acqua, (al di là del fatto che si consumasse o meno), e che era severamente vietato consumare il prezioso liquido per cose che non riguardassero direttamente il domestico.

Già allora, rifiutai categoricamente di osservare tale dictat.

E oggi?
Oggi sarà la stessa cosa.

Perché?

Se l’acqua è di tutti, se noi paghiamo per un servizio, il servizio ci dev’essere concesso senza se e senza ma.

L’acqua, come detto, è di tutti, nessuno escluso.
Il servizio per cui paghiamo, ci è stato più che aumentato in termini di costo, ma è rimasto lo stesso se parliamo della rete idrica, ormai fatiscente e dimenticata da chi, con i nostri soldi, pensa esclusivamente a soddisfare le esigenze di questo o di quel politico, posto alla guida dell’ente per le risorse idriche del Molise, politico che deve a sua volta soddisfare le esigenze di chi lo ha votato, pur non essendo riuscito a raggiungere la poltrona, disponibile in regione, provincia ecc.

Allora:
Cosa fare?

Proverò a dirtelo con lo stesso schema utilizzato per la redazione delle delibere emesse dal locale municipio, documenti non rispettati innanzitutto da quello Stato che dovrebbe amministrare la giustizia, Stato che sta per essere congedato da chi la Giustizia preferisce amministrarla in proprio.

“Vista l’ordinanza che vieta di utilizzare l’acqua dopo averne pagato il servizio di distribuzione e smaltimento;
Visti i pagamenti pregressi regolarmente soddisfatti;
Viste le necessità che non devono essere comunicate a chi che sia per privacy;
Visto che il cittadino comune si è stancato di farsi prendere in giro;

I L C I T T A D I N O C O M U N E D E L I B E R A :

1°: Che l’ordinanza in tema non ha alcun valore ai fini giuridici;
2°: Che ai sensi del comma precedente, nulla è dovuto all’ente emittente, in termini di rispetto del documento in tema;
3°: Che ad ogni azione tesa a far rispettare l’ordinanza di cui al tema, il cittadino può rispondere con la reazione che più si addice, per la difesa dei propri diritti, senza escludere alcuna forma;
4°: Che eventuali querele o lamentele in merito, vadano considerate alla stessa stregua delle normali espulsioni di materiale organico, emesse giornalmente da umani o animali, espulsioni che magari andrebbero asportate proprio con l’uso dell’acqua;
5°: Che la carta stessa sulla quale è stata scritta una simile ordinanza, vada considerata per l’uso, di cui al comma 4.”

Potrei continuare, ma dovrebbe essere già più che chiaro cosa penso in merito all’ordinanza in questione, e soprattutto cosa penso a proposito della capacità dei “tutori dell’ordine”, in merito all’applicazione dell’ordinanza stessa.

La risposta a tutto è la seguente:

Me ne frego, non so se ben mi spiego;
Me ne frego, fò quel che piace a me.

Sperando di essere stato chiaro!