Di Maria Domenica D’Alessandro
La situazione in Molise sta precipitando. I casi di contagio sono triplicati in pochi giorni e la questione riguardante il funerale e le feste organizzati dalla comunità rom, a dispetto delle restrizioni imposte per arginare il Coronavirus con i contagi, continua ad indignare la popolazione. Quella stessa popolazione che, invece, in questi mesi non ha trasgredito e che oggi è in ginocchio per la forte crisi economica che ha ulteriormente attanagliato il Paese. È inevitabile, a questo punto, sollecitare i vertici istituzionali ad intervenire concretamente e a monitorare seriamente il territorio per evitare che certi fatti riaccadano. A partire dal nostro Sindaco: Roberto Gravina. Il primo cittadino di Campobasso, nella sua ultima conferenza stampa, non ha assunto un minimo di responsabilità rispetto agli assembramenti dei rom. Nessun mea culpa, piuttosto solo uno scarica barile.
Eppure caro sindaco, qui c’è un’emergenza. È il caso di ricordare che Lei, quale ufficiale del Governo, può adottare, con atto motivato provvedimenti anche contingibili ed urgenti nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana. La nota della Questura parlava di un funerale tra la popolazione Rom. Lei doveva fare controlli, essere presente o delegare, chiedersi cosa sarebbe accaduto e non confondere la sua personale responsabilità con quella della Questura. Il fatto che non fosse un funerale non cambia la sua posizione, conta quello che ha letto sulla nota della Questura e che avrebbe dovuto farla saltare dalla sedia. Non finisce qui. Signor sindaco, da lungo tempo, doveva pretendere di partecipare al tavolo dell’Unità di crisi fin dall’inizio! Il virus non aspetta nessun tipo di organizzazione e bisogna essere preparati al peggio, sperando che il peggio non arrivi. E’ questo l’atteggiamento giusto. La crisi richiedeva una gestione autorevole, che è mancata.
Dunque. Più informazione e più sicurezza, che oggi ancor più coincidono con la salute dei cittadini! Poi il monitoraggio. C’è un’emergenza covid e manca un numero dedicato h 24 sette giorni su sette, per chi ha bisogno di aiuto immediato o anche solo di informazioni sul suo caso specifico. Ricordo: è un’emergenza! Al cittadino bisogna assicurare sostegno costante, non a fasce orarie e a giorni lavorativi. Il virus non si ferma, ce lo sta dimostrando. Ed allora, ancora una volta, ribadiamo di puntare sul controllo del territorio, utilizzando anche il corpo dei vigili urbani. Servono misure urgenti e improcrastinabili.
Sindaco, si occupi dei suoi cittadini.