Di Vittorio Venditti
(Audio), Preso Dai Dischi Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Stefano Venditti
Settantacinquesimo Anniversario Di Un Assassinio
Ricorre oggi il settantacinquesimo anniversario della fucilazione, senza alcun democratico processo, di un uomo, fino a qualche tempo prima osannato e leccato nelle parti più intime dalla maggior parte degli allora italioti. Oggi non verrà ripercorso quanto già scritto e presente nell’archivio di questo giornale perché è dato democraticamente a chi, dei nostri quattro lettori, abbia voglia di andare a rileggere, di farlo senza alcun vincolo o guida, atteso che ciò sia il massimo della democrazia che si possa offrire da pagine definite da chi lo è nei fatti, ‘fasciste’, in quanto non permettono il controllo di esse, da parte di falsi ed ipocriti che si fregiano del titolo di ‘democratici’, intendendo per tal guisa il parlare in esclusiva e perciò ritener di aver vinto. Oggi, proprio a mo’ di ricordo, verrà ripreso solo un punto, straordinariamente attuale: il rapporto Stato-Mafia ed eventualmente cosa scegliere per la gestione della vita di ognuno che si ritenga indipendente e non ‘pecora’.
Duce, quando governavi tu, con tutti i tuoi limiti, i mafiosi li rinchiudevi con tutti i loro familiari, tant’è vero che se gli americani sono riusciti nello sbarco in Sicilia, ciò è stato per ripicca nei tuoi confronti, messa in atto da chi sotto il tuo governo aveva perso ogni dominio, politico, economico e soprattutto sociale. Oggi, lo Stato che tutela interessi e salute dei suoi sudditi, i mafiosi li scarcera con la scusa del coronavirus e del non poterne curare la persona, simbolo della dignità di gente che va rispettata in nome della Legge, sentimento che in questo modo viene negato alla dignità delle vittime di carnefici che evidentemente fanno il lavoro sporco che lo stato non può permettersi di portare a termine alla luce di un sole, non necessariamente ed esclusivamente rosso. Oggi lo Stato scarcera i mafiosi, forse per proteggersi dalle future, quanto praticamente possibili ribellioni della gente che ormai non può più nemmeno lavorare in nero per mangiare di fronte agli occhi chiusi di uno stato che in sostanza dice a chi è onesto che è fesso ed a chi non lo è che ha vinto.
Duce, tu avrai avuti i peggiori difetti ed all’italiana hai governati gli italioti, gementi e leccanti finché è andata loro bene; oggi la Patria è retta da gente che inneggia alla libertà, con di moda il # cancelletto, senza sapere cosa voglia dire il Cancello, quello che in questo periodo ci vogliono far credere chiuso per tutti, ma che è aperto per la maggior parte degli italioti che di sicuro non stanno in casa, anzi, fanno a gara a chi ha maggior furbizia per cercar di fregare coloro che, mal pagati, vengono costretti a scimmiottare un’imposizione d’ordine, non si sa bene a chi, non si sa bene a che prezzo, visto quanto accaduto l’altra notte a Napoli, dov’è morto l’ennesimo tutore dell’ordine per l’appunto, (ai cui familiari vanno vicinanza e solidarietà incondizionate da gambatesanews e si ritiene anche dai suoi quattro lettori), caduto nell’adempimento del proprio dovere, magari remunerato a colpi di taglio di stipendio, cosa accaduta anche a chi scrive, alla faccia della “riduzione delle tasse”, sbandierata sovente anche fuori campagna elettorale, visto che questa è ormai eterna, cosa che fa rimpiangere i tuoi tempi, quando almeno questa rottura di zebedèi era un risparmio, oggi davvero gradito ai più.
Duce, oggi in tanti ricordiamo che settantacinque anni fa, in nome della libertà di dipendere dagli Stati Uniti D’America che di lì a qualche anno avrebbero rigovernata l’Italia, così come il resto di quell’Europa, cosiddetta ‘occidentale’, a suon di dollari per prendersi anche l’anima anche di chi oggi dovrebbe star in casa, qualche esagitato che per altro non ha nemmeno avuta la capacità di passare di sicuro col suo nome alla storia, ti ha ucciso, evitando di consegnarti a quegli americani che poi si sarebbero impossessati del suolo patrio e che forse, se tu fossi stato ceduto a quelli, essi sarebbero stati convinti a moderare le loro pretese, dato che trattandosi dello scarto degli europei, italiani compresi, americani e loro ‘alleati’, di sicuro sarebbero stati abbindolati dal tuo saper fare che almeno, dopo tutti i danni creati dalla classe dirigente ed industriale che ti ha esposto come capro espiatorio per poi riciclarsi in nome del “è per il bene dell’Italia”, avrebbe mitigata quella vergogna dalla quale non si riesce ad uscire nemmeno con l’aiuto dei cinesi, vergogna che da queste pagine, da anni, viene ricordata quasi ogni martedì, vergogna che in tanti si ostinano a definire Libertà.
Ciao Duce.