Di Vincenzo Cimino
Gentile direttore,
nell’apprezzare la pubblicazione della nota divulgata ieri sul mio profilo facebook, vorrei comunicare ai tuoi lettori che sono stato allertato dal collega Flavio Brunetti, il quale reclamava la giusta e sacrosanta tutela da parte dell’Ordine dei Giornalisti, per via di un diritto violato. Nelle ore successive, com’è giusto ed opportuno che sia, la Rai ha posto fine all’errore, dando la paternità al legittimo autore della foto, ossia al fotoreporter campobassano. Lo si evince cliccando qui.
Bene ha fatto l’azienda a sanare una situazione, bene ha fatto il collega a far sentire le proprie ragioni, laddove anche altri erano incorsi nel medesimo fraintendimento, magari dovuto alla fretta. Bene ho fatto anch’io a vigilare sul rispetto delle norme, come te del resto, puntuale cronista. Per il futuro, il collega Brunetti porrà in essere ciò che spesso si deve fare onde evitare saccheggi e scorrerie varie: blindare la foto con il copyright.
Mi viene, a tal riguardo, di fare un paragone: la foto sui social è come una macchina parcheggiata. Non è che siccome è aperta e con le chiavi vicine, chiunque possa utilizzarla. Se te la porti via, il proprietario ti denuncia anche perché, appunto, l’auto è targata e ci sono i documenti. Al ladruncolo non spetta che dire, onde evitare denunce serie, l’ho scambiata per la mia, oppure, era di un amico e l’ho riconsegnata subito. L’ho dunque presa in prestito. Tanto nel giretto non ho commesso infrazioni.
Bene, ci siamo intesi.