Di Vittorio Venditti
(Che Ne Va fiero)
Il Pianto Dei “Vitelloni”
Oggi si conclude la saga con la quale uno Stato sedicente “Vergine”, ricorda chi a suo tempo, ha contribuito a far uccidere, creando dei martiri, di cui avremmo fatto volentieri a meno noi, figuriamoci loro che hanno dovuto concedere la propria vita, nonostante il contratto che ne prevedeva il risultato.
Sì, come detto tante volte, sia Giovanni Falcone, sia Paolo Borsellino, (il “festeggiato” odierno), sapevano che come per Gesù Cristo in precedenza, il loro essere sinceri ed onesti, prima con sé stessi, poi con gli altri, li avrebbe portati anzi tempo al cospetto dell’Eterno Padre.
Io però, da “Voce fuori dal coro”, ricordo volentieri sia Giovanni, sia Paolo, ai quali mi sento in dovere di rivolgere un Grazie, quel Grazie che nego con tutte le mie forze a loro colleghi che, delinquenti, mi hanno fatto tanto di quel male, da costringermi a pensare che ucciderli significherebbe far loro un favore.
Questi bastardi, non vanno ricordati, ma disprezzati, anche perché sono i principali responsabili dell’aumento della microcriminalità che dobbiamo subire anche in questi giorni, ad esempio con l’atto vandalico ed il furto perpetrati presso il locale asilo.
Per inciso:
E’ stato rubato uno stereo dell’epoca di Giulio Cesare, e poche altre cose, utili ai pochi bambini che ancora si azzardano a nascere da queste parti.
Bene ha detto questa mattina il Sindaco:
“non possiamo fare niente, se i carabinieri li prendono e poi i giudici li cacciano…”.
Non continuo a dirti ciò che ho sentito, perché ho appena mangiato e non vorrei vomitare.
Dico però ai nostri giudici, che come ho detto sono in odor di mafia:
1°: Che lo stipendio che prendete, vi serva per curare il fuoco di Sant’Antonio, di cui presto sarete vittime;
2°: Che il potere che vi siete costruiti attorno, potere che consolida la vostra corporazione, vi stringa sempre più e meglio in quell’abbraccio soffocante che vi uccida come se foste avvinghiati da un anaconda.
VIVA GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO!
Abbasso, la magistratura corrotta, ed impaurita da Re Giorgio.