Di Raffaele Salvione
CORONAVIRUS: Che Cos’E’ E Come Si Combatte, (3a Parte)
Il coronavirus è ormai sulla bocca di tutti. Tutti sono diventati epidemiologi ed esperti in mascherine chirurgiche e in ventilatori polmonari. I pochi, invece, che veramente ci capiscono qualcosa, lavorano in silenzio e non stanno tutte le sere in televisione. Diciamolo: la situazione è sfuggita di mano e per tornare alla normalità ci vorrà un sacco di tempo.
E’ solo un’influenza? No, è una polmonite incurabile. L’Amuchina distrugge il virus? No, l’invisibile assassino si diffonde nell’ aria (non dobbiamo respirare?!). Si trasmette solo con le goccioline di Flugge? No, rimane attaccato alla suola delle scarpe ecc. ecc. ecc.
Si può ben dire che questa è la prima epidemia della storia dell’umanità amplificata non dalla virulenza ma dalla multimedialità. In questi giorni un buon consiglio è di rileggere i “Promessi Sposi” di Manzoni, in particolare i capitoli che riguardano la peste di Milano di quattro secoli fa: le analogie sono impressionanti! Si può ben dire che non è cambiato proprio niente: anche allora si cercava l’“untore”, oggi paziente n°1; anche allora i potenti presero sottogamba i primi focolai; anche allora si accorsero che la gente non pagava più le tasse perché regnavano morte e miseria e cominciarono le prime concessioni alla popolazione; anche allora c’erano dei posti apparentemente indenni all’ infezione (palazzo Acerbi, via di Porta Romana a Milano).
Sembra che il grande sversamento di carbone in questi posti avesse creato un tale accumulo di questa sostanza che tornava utile per il suo potere adsorbente e disinfettante del tratto gastro intestinale. Ancora oggi si sfrutta il potere del carbone vegetale. “Miscredenza”, dice Manzoni, menefreghismo italico, potremmo dire oggi. La gente e le istituzioni non si resero conto, quattrocento anni fa, della gravità della peste, epidemia che come dice lo stesso Manzoni, spopolò mezza Italia. Che dire di oggi? Siamo ancora allo stesso punto. Sembra che il coronavirus circolasse in Cina già da ottobre duemiladiciannove, ma i primi casi non suscitarono preoccupazioni nell’occidente evoluto: diciamo la verità, il pensiero di tutti era questo: “…sono cinesi, sono strani, mangiano i cani, è un problema loro…”. Tutti i virologi che ogni sera vediamo in televisione erano d’accordo a sottovalutare la cosa. Oggi ci dicono di non uscire! Nessuno ha pensato che ci sono ben tre voli settimanali tra Italia e Cina che sono stati sospesi quando il fattaccio era già successo e con non poco timore per i “rimproveri” che ci arrivavano dalla Cina medesima e adesso ripercorriamo un po’ questi giorni, ricordando eventi presto insabbiati.
Nardella: abbraccia un cinese!
Nella serata in cui il Presidente del Consiglio ha ufficializzato i primi due casi di contagio da coronavirus in Italia, Corrado Formigli ha voluto fare un gesto simbolico in diretta a “PiazzaPulita”. Il giornalista si è fatto portare in studio degli involtini “primavera” con verdure alla griglia cucinati in un ristorante cinese di Roma, ne ha preso uno e lo ha addentato davanti alle telecamere, invitando i suoi ospiti a fare altrettanto. “Noi siamo amici della scienza – ha spiegato Formigli – mangiate tranquilli, non viene da qui il virus. Potete andare nei ristoranti cinesi, siate razionali, credete nella scienza, nelle persone di buonsenso. Passerà”.
Pochi lo sanno e naturalmente perché nessuno ne ha parlato, ma a Milano, il venti febbraio si è svolta la notte delle bacchette: scopo era fare selfie nei ristoranti cinesi, mentre ci si scambiava cibo nei piatti e si urlava “forza Cina”.
La Notte delle bacchette il venti febbraio, a Milano.
Zingaretti si ammala, ma… Contemporaneamente il governo crea zone rosse; le mascherine si, no, forse, meglio fatte in casa, meglio cinesi, meglio fatte con la carta igienica.
I cinesi ci mandano medici; l’ Europa no; la Germania, però accetta di ricoverare nostri pazienti.
Insomma: in questo marasma generale, come possono le persone normali seguire le norme sanitarie ed obbedire ai DPCM? Meglio seguire le indicazioni della Svizzera e della Svezia che non scelgono il lockdown, però poi ci ripensano ma senza chiudere troppo. In conclusione, la mancanza di una strategia comune a livello nazionale e poi internazionale e la diffusione abnorme di notizie che di scientifico hanno ben poco ha portato alla situazione attuale.
Altro problema: vi siete chiesti perché i politici sono così iperattivi, pronti a fare decreti su decreti? Semplice, perché non vogliono beccarsi denunce dalla magistratura per procurata strage epidemica. Bertolaso docet.
E i cinesi? L’avranno capito?
Cosa fare, allora? Rimanere chiusi in casa ad aspettare che il virus si estingua da solo non è di nessuna utilità; potrebbe durare anni la diffusione del virus come è già capitato per SARS e MERS. All’uscita si avrà sempre la possibilità di avere un’altra infezione (infezioni “di ritorno” le chiamano). Sono necessarie norme di igiene e pulizia che, a quanto sembra, si sono scoperte ora per la prima volta. Alzi la mano chi l’anno scorso abbracciava una persona subito dopo aver starnutito. La paura di essere contagiati è più frequente nelle femmine, fino a quarant’anni, che agiscono in modo da evitare qualsiasi contatto “pericoloso”. Questa infezione “sociale” può diventare molto grave, più infettiva del virus: il paziente dall’ ansia passa all’ angoscia, si isola, rimane chiuso in casa, ma scopre che ha un televisore “made in china” che potrebbe essere stato a contatto col virus. Il pensiero, allora, si contorce su sé stesso, gli atteggiamenti si fanno più restrittivi e si passa alla psicosi. Come evitare queste conseguenze sociali che possono essere più pericolose dello stesso virus? Semplice: con un’informazione corretta e scientifica, parlando a tutti senza mentire.
I coronavirus sono molto diffusi nella popolazione umana e in genere non destano particolari preoccupazioni. Essi sono la causa di circa il dieci-quindici per cento dei casi di raffreddore comune.
Per combatterli, valgono le regole della buona e corretta igiene: lavarsi le mani; non starnutire senza fazzoletto; fare attenzione alle cose che si condividono (piatti, telefoni, asciugamani, ecc.).
Il Galateo: ecco cosa dovrebbe essere inserito nelle materie scolastiche.
Il Medico scolastico, ecco una figura utilissima che è stata abolita tempo fa in nome di una spending review che non è servita a niente.
In passato i ragazzi avevano la prima visita medica della loro vita a scuola e al servizio militare. Oggi non esiste né l’ una né l’ altra.
E ancora: evitate un contatto promiscuo con gli animali, anche questi hanno le loro malattie e queste possono passare anche agli uomini (zoonosi). Insegnate, quindi, ai bambini a non dormire col cane o col gatto: questi devono rimanere al loro posto.
Le mascherine che tutti mettono, servono? Le mascherine mediche sono tutte usa e getta e hanno una durata che deriva dal TLV (dose minima letale); in parole povere: se con la mascherina sei solo in casa o in strada, questa dura tutta la giornata; se con la mascherina sei in una stanza senza ricambio d’aria, con venti persone, la mascherina si satura rapidamente e dura cinque minuti. L’uso continuo, non fa altro che alimentare focolai, non solo virali, ma anche batterici: ho la mascherina, sono tranquillo non me la tolgo, posso fare tutto. Sbagliato! Tutte le mascherine, anche le fp3, bloccano particelle fino a zero virgola sei micron, il virus è dieci volte più piccolo, quindi passa. Sulla scheda tecnica delle fp3 3M è riportato solo :”… protezione da batteri e virus..”, senza specificazioni. Nelle avvertenze, sconsigliano l’utilizzo verso inquinanti ambientali di tipo sconosciuto!!!
Neanche il chirurgo più bravo è in grado di togliersi mascherine e guanti in modalità sterile. Potrà mai riuscirci la commessa che con quei guanti tocca i soldi di tutti e tocca i cibi di tutti? Tocca la boccetta di disinfettante ma poi dovrebbe pulire col disinfettante anche la boccetta e come fare? Con un’ altra boccetta ? E la mascherina? Bisognerebbe mettersi altri guanti, togliersi la mascherina contaminata e poi toccare di nuovo la boccetta del disinfettante, ma è contaminata, come prendere il disinfettante senza toccarla? Questa è la rupofobia, la psicosi dello sporco.
Ne abbiamo già parlato.
Rivolgetevi sempre al Medico Specialista.