Di odg
(Premessa), Di Vittorio Venditti
Più Che Una Minaccia, Una Promessa
Lo scorso tredici settembre, La stessa Giudice che ha condannato chi vedrete nell’articolo seguente, in favore del collega Giovanni Minicozzi, al quale da queste pagine vanno le più sentite felicitazioni per il risultato raggiunto, ha condannato chi scrive, dopo averne firmata l’apertura del presente giornale, in favore di chi, dicendosi politica, ha utilizzato più volte un tribunale per cercar di contrastare colui che ne denuncia giornalmente i misfatti. La condanna è stata necessaria perché da questi processi si sta sviluppando un’inchiesta che alla fine di tutto verrà inesorabilmente pubblicata con tutti gli annessi e connessi, fra i quali il voler dimostrare che se ai giudici si parla e si spiegano determinate ragioni, costoro, prima di tutto umani, possono, anzi, devono girare i loro strali verso i reali colpevoli. Con ciò, si spiega l’inspiegabile e forzoso, ma sia pur in estremis, calcolato silenzio di chi scrive, durante l’assise di quel tredici settembre che a differenza di quanto ritenuto dai più, non è stato un giorno infausto, atteso che se dopo la semina il seme muore, ciò, è propedeutico alla rinascita ed alla rigogliosità della pianta che deriva da tal apparente distruzione.
A quella sentenza è stato ovviamente proposto appello e già tutti sanno che in quella sede, chi deve girare a proprio favore l’esito, sarà un fiume in piena e non importa chi affogherà in quella corrente impetuosa. Oggi però, a differenza di quanto si pensa, nonostante la vittoria di Giovanni, non è “… un bel giorno.” Oggi, come lo scorso quindici febbraio, il venticinque novembre duemiladiciannove, il ventidue giugno duemiladiciotto e tanti altri giorni che verranno, non è e a seguire non saranno bei giorni perché come già dichiarato qui, se i processi non si fanno in televisione o sui giornali, allo stesso modo la politica, quella vera, quella costruttiva per tutti e non distruttiva per chi non si ama, in favore di chi lecca, non si fa nei tribunali e se ciò accade, è necessario rintuzzare con forza questa velleità, magari dichiarando tutto il dichiarabile anche carte alla mano, per ricevere davvero quella giustizia che altri ritengono a loro asservita.
Buona lettura.
Riprendiamo e pubblichiamo l’intervento del Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Vincenzo Cimino, sulla sentenza con cui il Tribunale di Campobasso ha condannato l’ex consigliere regionale, Salvatore Ciocca, a risarcire economicamente il collega Giovanni Minicozzi. Il Giudice Roberta D’Onofrio ha riconosciuto il carattere offensivo di alcuni post pubblicati su Facebook dal sig. Salvatore Ciocca, con conseguente danno all’onore e alla reputazione del collega Minicozzi.
Una vittoria del collega ma anche la vittoria del diritto di cronaca e di critica come ha già sostenuto il Presidente dell’Associazione della Stampa del Molise Giuseppe Di Pietro.
Come Ordine dei Giornalisti, insieme al Consiglio Nazionale, siamo impegnati a contrastare le liti temerarie, le facili denunce e le offese nei confronti dei giornalisti che svolgono il proprio lavoro, come in questo caso Giovanni Minicozzi, con sacrificio e grande professionalità nel rispetto delle Leggi e delle regole deontologiche.
Il tribunale di Campobasso, con sentenza n. 43 del 2020 del 15-2-2020, ha condannato l’ex consigliere regionale Salvatore Ciocca a risarcire economicamente il collega giornalista Giovanni Minicozzi. E’ una delle rare volte in cui è la politica o il politico di turno, a dover mettere mano al portafogli pagando per le offese rivolte ad un giornalista (in questo caso su Facebook). E’ con profonda fierezza che annunciamo quella che per noi rappresenta la fine di un frastagliato periodo di accuse e denunce tra il politico e il collega, offeso e denigrato sulla pagina Facebook dell’ex parlamentare regionale, il quale senza mai indicare la vera identità del collega, accostò la sua persona a mezzucci, paragoni deplorevoli metafore inerenti la vita privata, la sfera lavorativa, sindacale e l’iscrizione all’Albo professionale dell’anziano giornalista pubblicista. Il come mai è facilmente intuibile: Minicozzi è stato autore di inchieste e costanti approfondimenti su tematiche di ampio spessore socio politico: dai vitalizi, al patrimonio del consiglieri regionali, alla sanità come allo smantellamento della Protezione Civile molisana dall’allora amministrazione regionale Frattura. Inchieste che hanno tenuto banco per mesi, mai sbugiardate, mai infondate, mai rettificate e mai oggetto di sentenze di condanna. Il giudice Roberta D’Onofrio ha pertanto riconosciuto destinate a Minicozzi, le frasi offensive nella pagina Facebook del politico e, ricostruendo l’attività giornalistica del collega rese note sul gruppo editoriale di Telemolise, ne ha riconosciuto il danno all’onore e reputazione. Purtroppo, ma si sa, non essendo Facebook una testata giornalistica, non è scattata l’aggravante della diffamazione a mezzo stampa, ma non era comunque ascrivibile alle reali intenzioni del giornalista ricorrente, deciso solo ad avere giustizia su chi, ad una platea vasta di una comunità, si è divertito ad esprimere giudizi negativi nei confronti di un professionista dell’informazione, tassello fondamentale della nostra società. Come esponente dell’Ordine dei Giornalisti, nel congratularci col collega, con i suoi legali Messere e Di Grezia e la Polizia Postale, è nostro dovere stimolare sempre le denunce nei confronti di coloro che puntano ad offendere la categoria nello svolgimento del nostro lavoro. E’ nostro obiettivo favorire con la politica un dialogo, un confronto alla pari, senza mai trascendere nel vilipendio. Non a caso il Consiglio Nazionale dell’Ordine ha avviato un’aspra battaglia contro le offese plateali, le denunce facili e le liti temerarie, che altro non hanno, se non lo scopo di intimidire il giornalista. A Giovanni Minicozzi l’augurio, immagino esteso e condiviso anche da parte dei colleghi dell’Ordine regionale, che questa sentenza su frasi, post e commenti e like, riesca a dargli quella serenità che aveva in qualche modo perso.
Cordialmente
Vincenzo Cimino (Consigliere Nazionale Odg)
odg | 5 marzo 2020 alle 12:56 | Categorie: evidenza | URL: https://wp.me/p9pZn3-Rg
Fonte: http://www.odgmolise.it/2020/03/05/una-sentenza-esemplare/