Di Vittorio Venditti
(Audio), Dai Dischi Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Ed Io Che Pensavo…
Differenzia tu, gambatesano, butta la carta e qualcosa è un po’ ‘strano’!. Parafrasando l’arcinota canzone del grande Faber che ho rimesso in link, oggi, parlando in prima persona, vi racconto cosa può accadere come effetto collaterale se si viene colpiti da coronavirus. Nei giorni scorsi ho recuperata una delle tante inutili scartoffie che il municipio di gambatesa produce quasi esclusivamente a beneficio di chi legge quanto ormai tradizionalmente viene pubblicato da queste pagine ogni venerdì, domani compreso, atteso che i destinatari di tal ‘lavoro’, quasi sempre snobbino tali performance, cosa visibile e risibile dai risultati ottenuti a partire dal maggio, non dello scorso anno, ma del precedente lustro. Il caso specifico, stralciato di proposito dal malloppo futuro, si presenta come carta da buttare e tal ispirazione arriva ‘spintanea’ dalla sua stessa redazione: questo documento è stato scritto con il preciso proposito di non farlo leggere a nessuno, alla stessa stregua di tanti libelli prodotti da gente che poi ha portato il mondo alla catastrofe, qui un valido esempio,ma la battaglia per la conquista di un così ambito primato è davvero feroce.
Tornando a bomba, è capitato in maniera davvero non voluta che ieri mattina, per andare a lavorare, sono passato nel posto giusto al momento giusto. Nel punto di cui alla foto di repertorio infatti, verso le sette antimeridiane era presente un fuocherello… ‘incustodito’… che di primo acchito ha lasciati perplessi sia me che chi mi aveva avvisato della strana faccenda. Durante la mattinata poi, lo spazio che nella mia testa serve a dividere esclusivamente le orecchie, si è riempito di strani pensieri, probabilmente derivanti dai continui e malriusciti attacchi che il momentaneo famoso virus cerca d’imporre a chiunque, purché poi si parli delle sue gesta: guardando il calendario del mese che sta per lasciarci, è chiaro che ieri è stato giorno di conferimento carta. Leggendo la delibera proposta sopra fra mille rigurgiti, è lampante che si sta parlando di finanziamenti richiesti sul tema ‘differenziata’, ma che riguardano esclusivamente l’umido che in questo modo renderebbe finanziariamente giustappunto, al locale municipio, mentre al pari di plastica, alluminio e vetro, la carta è un peso anche per le casse dell’ente in questione.
Insomma: La carta fa spendere, ma non se incenerita che diventa umido che fa guadagnare.
Verso l’una pomeridiane, i morsi della fame mi hanno costretto a scarrellare e così mi è venuta la brillante idea di chiedere conforto alla locale opposizione. Chi mi ha risposto, sentito il mio breve racconto, di rimando mi ha chiesto a che ora fossi passato nei pressi dell’isola ecologica ed io ho bluffato, dicendo di esser transitato all’altezza della cappella della Madonna della Vittoria verso le sette meno venti di ieri mattina, suscitando la successiva affermazione-risposta che in sostanza mi comunicava che gli addetti al recupero dei rifiuti, alle sei e mezza erano nel bar dei cafter, (cosa già di per sé non proprio ortodossa, visto che costoro e chi li foraggia, si lamentavano fra le altre cose anche di ciò, avverso gli spazzini cui è stato sottratto il lavoro), che come conseguenza ci dice che loro non potevano aver nulla a che fare con quel ‘fuocherello’… ‘incustodito’…
Chissà Da Chi… Chissà Perché…
Non spetta a me indagare in tema, almeno per il momento e per questo non mi sono fermato a fotografare l’evento, cosa che se lo deciderò, verrà fatta in futuro. Mi chiedo e propongo però a chi legge, la seguente riflessione: visti i riferimenti finanziari al trattamento delle varie tipologie di rifiuti e considerato che la carta, se non riciclata come finora ho ritenuto corretto, vale a dire mediante la rete fognaria del borgo, (non credo che i documenti sopra proposti e tutta la pletora di progetti e proclami, unica vera e tangibile produzione di un’amministrazione locale che unitamente a quelle precedenti e spero non alle successive, con il fattivo contributo di enti regionali, provinciali e di appartenenza ad ogni locale struttura, ha ridotto il Molise e di conseguenza Gambatesa nello stato di morte che giorno per giorno viviamo), non ritengo possibile che tutto quello spreco di carta, se non usato in bagno, possa venir smaltito secondo le normali e civili regole d’economia circolare e fesserie simili, proposte in tutte le salse perché la moda del momento ed il sempre presente politicamente corretto lo impongono.
In tanti, che che ne dicano ambientalisti, moralisti ed ogni genere di isti, sinistrame che siamo costretti a sopportare per umana pietas e vero senso di democrazia, non avendo più la giusta pazienza, corrosa dal continuo venir presi in giro da una classe politica da bocciare in tronco a prescindere, accozzaglia informe composta da personaggi che quando va bene risultano vanitosi, permalosi ed incapaci di educare perché impegnati a reprimere quando trovano qualche fesso che dà loro la soddisfazione di sottomettersi a queste puerili desiderata, di nascosto, gli impazienti descritti sopra, si liberano dei rifiuti come possono: portandoli là dove lavorano perché ancora le regole gambatesane lì sono pura teoria o più celermente, abbandonando il tutto in quell’ambiente che poi si vorrebbe ‘sacro’ per meglio pavoneggiarsi politicamente e moralisticamente.
Dunque: perché la teoria del sistematico incendio della carta dovrebbe essere peregrina?
Raccolta Differenziata: A Gambatesa Si Fa Così. Ed Io Che Pensavo…
Ma c’è stata chi, ad altri, rabbiosamente imponeva: “Tu non devi pensare!”, cosa che mi fa chiosare: