Di Vittorio Venditti
Ovvero: L’Alta Professionalità Che Meritiamo
Ieri ho accennato alla storia ovvia e normale che ci sta tenendo con il fiato sospeso dallo scorso tredici gennaio, quando un codardo, dopo aver provocato un disastro condito con trentadue o trentatré morti, ha italianamente abbandonato il proprio posto di lavoro, per poi essere arrestato dalle forze dell’ordine, e rilasciato dalla giustizia.
Il Nostro, in vena di burle, ha pensato di aggiungere una bella macchietta napoletana a quanto già proposto, per cui, stando intelligentemente al permissivismo del “Solerte magistrato”, ha avuta la prontezza di “accettare” cinquantasettemila euro, dati da chi, sull’onda del voierismo italico, ha voluto sapere la “verità” espressa dal punto di vista di un assassino.
Ma perché parlo di storia ovvia e normale?
Perché se veramente vivessimo in un paese nel quale la giustizia sapesse fare il proprio lavoro, (lavoro che ricordo, noi paghiamo lautamente ed obbligatoriamente), questa, preso un qualsiasi individuo in flagranza di reato, sotto gli occhi di innumerevoli testimoni, dovrebbe tenerlo ristretto, non fosse altro che per evitare che il Nostro, sicuro di farla franca, commetta altri reati, come ad esempio, quello di offendere le vittime del disastro da lui stesso provocato.
Schettino : l’intervista integrale a Quinta Colonna per il Naufragio della Costa Concordia – YouTube.
(se hai mangiato pesante con successiva voglia di vomitare, alleggerisciti guardando questa performance).
Ciò, non solo non è avvenuto, ma si è poi pianto, (alla stregua di coccodrilli), forse perché nonostante tutto, quel barlume di dignità che si può trovare anche nella coscienza del “Solerte magistrato”, si è fatto avanti con forza, facendo capire che si erano superati tutti i limiti sopportabili in un ambiente che si ostina a definirsi “Civile”.
Ma come:
Prima lo liberi, poi t’imbarazzi?
O “Solerte magistrato” di Grosseto, te lo deve dire un querelato come me, che se uno ha commesso un reato, cerca di far sì che venga compresa la propria, non l’altrui ragione, che sia o meno valida?
Ti devo spiegare io, che per evitare di uccidere due volte una vittima, tu, con quella toga che porti, dovresti avere la capacità e la sensibilità di evitare simili caprate?
O “Solerte magistrato”, a differenza delle frasi di circostanza che si dicono in questi casi, magari per leccarti i piedi, frasi del tipo:
“Ho fiducia nella giustizia”, e stupidaggini simili, io, da “Voce fuori dal coro”, con il massimo dell’onestà che riesco a sbatterti in faccia ti dico apertamente:
“Non ho fiducia nel tuo operato, visti i precedenti, e spero che tu abbia il fegato di convocarmi in quegli uffici campobassani, che come ho già detto Puzzano di mafia lontano un miglio, per permettermi una buona volta di vomitarti in faccia tutto il mio sincero ed incommensurabile odio, condito dal ricordarti le tue mancanze nei miei confronti, cui va aggiunta questa ulteriore presa in giro che viene da Grosseto, innanzitutto alle povere vittime del tuo operato, poi a noi italiani, costretti, previa il pagamento di quell’estorsione che vi ostinate a chiamare canone di abbonamento alla televisione, costretti a dover ricevere in casa nostra il Dire di un assassino, del quale, con il vostro lurido lassismo, voi siete indiscutibilmente complici.
IO PERO’ HO UNA FORTUNA:
Quella di essere cecato, nel fisico e nella volontà, perciò, pur subendo la camorristica estorsione di cui sopra, posso permettermi la libertà di evitare di presenziare a simili, stupidi e da voi permessi spettacoli.
Questo fatto, mi dà qualche punto di vantaggio, da sfruttare come “incapace ed ignorante”, per prendere il largo, (da buon Ulisse), dalla vostra imposta, ma acclaratamente inutile “intelligenza”.
VERGOGNATEVI DI ESISTERE!