Di Domenico Lanciano
L’Università delle Generazioni, nell’imminenza del giorno di “San Valentino” 2020, come grande atto d’amore verso le generazioni passate, presenti e future, ha proposto di inserire le cosiddette “Fontane dell’Amore” (presenti in ogni borgo e cittadina) nei circuiti turistici nazionali per la loro forte e significativa valenza socio-culturale, antropologica, sociologica, architettonica e storica.
Adesso, considerando come e quanto siano stati e continuano ad essere importanti per il mondo urbano e rurale, la stessa Università delle Generazioni ritiene opportuno chiedere alle preposte Autorità regionali e nazionali e internazionali per i Beni culturali, ma anche alle comunità locali di impegnarsi affinché “fontane e fontanili” d’Italia e di tutto il mondo possano essere dichiarati “patrimonio immateriale dell’Umanità” per numerose, valide ed intuibili motivazioni.
Innanzitutto, per il loro insostituibile beneficio sociale nella fornitura dell’acqua potabile per gli esseri viventi (persone e animali), poi per il come ed il dove siano stati costruiti e posizionati nel territorio e nel paesaggio. Alcune fontane e taluni fontanili sono vere e proprie opere d’arte costruite dal grande architetto o dall’umile muratore e, comunque, ormai parte del vissuto umano e storico delle popolazioni urbane, periferiche e rurali. Inoltre, sono opere attorno a cui ruota la vita sociale e persino produttiva e domestica con un ruolo antropologico imprescindibile ed elevato, pure per la loro sana aggregazione socio-culturale.
Già sono state dichiarate patrimonio dell’Umanità fontane monumentali come quella di Trevi a Roma e di Villa d’Este a Tivoli. Ma, a parte la loro spettacolare monumentalità e attrattiva scenografia, è necessario considerare pure l’utile ruolo di milioni e milioni di fontane e fontanili che in ogni città, borgo e campagna del mondo rappresentano il vissuto di innumerevoli generazioni e popoli. Da una parte la spettacolarità ludica ed estetica delle fontane monumentali delle città e delle metropoli, dall’altra la suggestiva ed umile bellezza e l’indispensabile utilità pratica, nel dissetare un territorio, di innumerevoli fontanili e fontane, senza le quali la vita si fermerebbe del tutto. Più patrimonio di così per l’intera Umanità?!…
L’Università delle Generazioni ha consultato per telefono il professor Carlo Francini di Firenze, coordinatore scientifico della prestigiosa “Associazione dei Beni Italiani Patrimonio Mondiale” cui aderiscono quasi tutti i Comuni e gli Enti nazionali interessati alla valorizzazione del territorio. Il professor Francini è del parere che fontane e fontanili, per la loro presenza ed il loro ruolo, possono benissimo essere dichiarati “Patrimonio immateriale dell’Umanità”. Ma per ottenere ciò, è indispensabile che si attivino le Amministrazioni locali e regionali che ben conoscono le procedure per chiedere all’Unesco, con adeguate motivazioni e documentazione, l’ottenimento di una tale preziosa categoria di “patrimonio mondiale”.
L’Università delle Generazioni si augura, perciò, che questa sua proposta-appello venga accolta intanto dalle competenti Autorità italiane e poi da tutti gli Stati e i governi del mondo, affinché fontane e fontanili di tutto il nostro pianeta vengano considerati e proclamati come “Patrimonio immateriale dell’Umanità” con tutto ciò che ne consegue sul piano della tutela e della valorizzazione. Tutto questo pure nella prospettiva di una maggiore e migliore visione ecologica sostenibile quale sono da sempre fontane e fontanili che hanno bisogno della nostra attiva ed efficace lungimiranza, ma anche del nostro più profondo e devoto rispetto storico e sociale. ==