Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Salvatore Di Maria
Prime Prove
Torna la giornata degli esperimenti proposta da queste pagine che oggi presentano quanto provato, in termini di gestione di internet delle cose. Se tutto diventa automatico, di certo non si può prescindere dal verificarne i vantaggi che possono esser riservati a chi, per sua necessità, ha bisogno d’aiuto. Esiste già un certo business in questo campo, utile nei profitti anche a giovani società italiane e ciò è un punto a favore del non piangere che nel ‘Bel Paese’ si cerca di non far andare di moda.
Girando per la Rete, ecco fra le altre, una sim-card, (gestita da una società completamente italiana per l’appunto), che permette di provare i servizi offerti, oggi sotto esame, a basso prezzo e ciò che è più importante, senza vincoli di scadenza. Si tratta di una scheda all’apparenza identica a quelle che si inseriscono normalmente nei telefonini: ha le tre possibilità di taglio ed è confezionata in forma di carta di credito. Si contraddistingue però nei fatti: questa sim ha un numero che si compone, non di sette, ma di dieci cifre; a questo, va anteposto il prefisso ‘più ottantotto’, (il più sta per zero zero), (assegnato dalla International Telecommunication Union all’Asia orientale e Servizi Speciali, parte delle comunicazioni via satellite compresa), si aggiunge il due per connettersi ai ‘servizi speciali’ richiamati giustappunto in parentesi e prima delle dieci cifre menzionate sopra, si compilano il tre ed il sei che portano l’utente alla società di provenienza della sim-card della quale si parla. Si ottiene così un numero come segue: +882360123456789.
Sgombrando il campo da ogni incomprensione: se si prova a chiamare una scheda con un numero così formulato, ci si sentirà rispondere che “il numero è inesistente”. Questa infatti è una SIM dedicata ai dispositivi IoT, (Internet of Things, “Internet delle Cose”), e M2M, (Machine to Machine, “Da Macchina A Macchina”), quindi non è adatta ad essere usata nei telefoni, così come questi s’intendono tout court. Si può però inserirla su un telefono per fare dei test di funzionamento. Come già detto, all’atto pratico, si comporta come una sim internazionale.
A cosa servono queste sim-card? Una scheda di questo tipo consente di effettuare traffico dati, inviare e ricevere SMS, ma generalmente non è abilitata alle chiamate vocali classiche. La peculiarità di questi contratti, (anche prepagati), sta nel loro bassissimo costo di gestione e nella mancata scadenza di validità, sia pur se la scheda non è utilizzata: Il contratto consiste nel generare un account che fungerà da collegamento fra utente e casa-madre. Con questo sistema, tutto è gestibile da computer o telefonino, senza aggiunta di ulteriori spese, se non quelle generate dal consumo del credito.
Altra innovazione è riscontrabile alla stipula del contratto che avviene esclusivamente on line: oltre alla presentazione del documento di riconoscimento e del codice fiscale dell’utente infatti, va inviato un selfie di chi s’intesterà il contratto in fieri, persona che si dovrà presentare tenendo in mano ed in bella mostra la carta d’identità o attestazione equipollente, già trasmessa sotto forma di scansione, metodo da tempo ad esempio utilizzato in fase di rilascio di carte di credito et similia, sistema ancora più sicuro di riconoscimento di chi sarà utente di quel numero.
In questo momento, le sim-card trattate vengono utilizzate su tracciatori GPS che se ben nascosti e non neutralizzati da jammer, possono fungere da validi antifurti passivi per auto o moto e poche altre apparecchiature che interagiscono con l’uomo mediante intelligenza artificiale, ma la cosa sta prendendo piede e non è da escludere che contratti simili, a seguire, vengano somministrati agli utenti, siano essi disabili o normodotati, appartenenti alla razza umana in grado di gestire automobili a guida autonoma e quant’altro possa funzionare con pilotaggio da remoto o direttamente ed autonomamente da dispositivi robot.
Per tutti, ma per i disabili in particolare, sarà la Svolta!