Di Vittorio Venditti
(Audio), Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Marco Frosali
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Di RAI TGR Molise
In Particolare
Se di quanto accaduto in generale a Gambatesa fra il trentuno dicembre ed il primo gennaio ne ho trattato qui, avendo ricevuto un involontario assist magistrale proprio da chi avrebbe voluto farmi del male, oggi parlando in prima persona e prendendomene tutte le responsabilità, compresa la gioia di deridere chi fa della viltà e del lecchinaggio il suo pane quotidiano, riprendo l’argomento per entrare nei particolari di ciò che per due anni è stata la mia squadra, cosa che per fortuna da questo capodanno non è più.
Ribadendo che la squadra di capodanno si fa a compendio delle amicizie coltivate durante i dodici mesi che vanno a chiudersi e ripetendo che già dall’inizio del duemiladiciannove si erano interrotti tutti i rapporti con coloro che io chiamo i ‘Fratelli-Coltelli’, aggiungo che il ridicolo si è mostrato quando il principale dei due, (il terzo che viene da fuori si è comportato in maniera a dir poco signorile e quindi non rientra fra i miei bersagli), ha dimostrati tutti i suoi settanta e passa anni in tema di pregiudizi e quant’altro di similmente aberrante. Quell’uomo, avendo constatato che con me ed i miei amici non poteva imporre il suo vezzo di leccare le parti più indicibili di chi lui desiderava, ha ritenuto per un anno intero di manovrare per trovare per la sua squadra una fisarmonica sostitutiva, agendo, a suo parere in gran segreto, ma venendo tampinato passo dopo passo, così come accadde a suo tempo alla Germania nazista per la gestione di Enigma. Lui ‘lavorava’ e cercava di lavorarsi coloro che pur suonando la fisarmonica non appartengono più ad alcuna squadra di capodanno per le più svariate ragioni, io ed il nucleo della nostra Come Viè Viè, ridevamo delle sue azioni, dopo che chi veniva volta per volta contattato, con sarcasmo misto a compassione, ci riferiva delle fallite performance. Poco ci è mancato che riabilitassi gli autori degli accadimenti del duemiladodici. Tutto sommato, bene abbiamo fatto a decidere quanto deliberato il primo novembre scorso, cosa non dichiarata per scaramanzia, ma da me fortemente sperata e finalmente realizzata.
Tornando a bomba. Alla fine il risultato è venuto. Si è trovato un fisarmonicista che però aveva posta come condizione la sua partecipazione alla rinata squadra, pretendendo di entrarvi dopo aver terminato il cenone familiare, quindi dopo il brindisi della mezzanotte, cosa dalla quale il nuovo aggiunto non a voluto recedere, cosa che ha fatti saltare i piani ‘musicali’ di chi, per la notte di cambio data, non ha fatto niente perché troppo ‘prezioso’, almeno dal suo punto di vista.
Come detto, per me, Marco e Totore, è stata una mano di Dio perché diversamente, non essendo abituati a tradire, avremmo dovuto far buon viso a cattivo gioco e far finta di entusiasmarci per ciò che consideriamo morto e sepolto.
Durante il vivere ciò che ho rimesso sopra in collegamento ipertestuale, abbiamo incontrati anche i superstiti della squadra che passeggiavano tranquilli per le strade deserte di Gambatesa, così, come abbiamo trovato a suonare presso una, piuttosto che un’altra squadra, colui al quale avevamo affidato il nostro servizio, dichiarando per qualsiasi cosa che: “U Sap Franc!”. Non c’è stata traccia dei ‘Fratelli-Coltelli’, ne di altri loro consanguinei, almeno fino al successivo pomeriggio, quando, evidentemente ricomposti i dissidi con chi ha preferita la sua famiglia alle imposizioni di chi crede di comandare, ma non sa che è preso in giro, si è vista presentare la squadra, (alla quale per altro non hanno avuta nemmeno l’accortezza di cambiare nome, tanto è il parassitismo imperante da quelle parti), per esibirsi nella tensostruttura, come prassi ha voluto.
E… Il cantore?
L’acquisto del fisarmonicista, secondo l’Enigma nostrano, essendo parente di Marco, avrebbe dovuto tirare quest’ultimo dalla loro parte, cosa che come si è visto, non solo non è avvenuta, ma ha portato il ‘manovratore’ a venir deriso ancora di più e meglio. Alla fine, per esibirsi su quel falso palco e guadagnarsi una cena, la nostra ex squadra ha dovuto provvisoriamente ingaggiare un ragazzino di tredici o quattordici anni, bravo sì, ma visibilmente non facente parte di un gruppo che senza di noi presenta una media di settant’anni pro capite.
E… l’anno prossimo?
Andranno ancora solo sul palco?
Chi dice a questi due ‘scienziati’ teorizzatori del lecca-lecca che se pur da quel palco fanno il bello ed il cattivo tempo, il non suonare durante la notte di capodanno è pregiudiziale al concorso stesso?
Chi gestisce l’associazione culturale che sta distruggendo le maidunate, sarà anche masochista, ma credo che dopo lo scoppolone appena patito, eviterà di far scappare il resto dei pochi gambatesani che ancora si azzardano a presentare quel surrogato di maidunate al quale stiamo assistendo, assegnando un ‘ambito’ primo premio a chi lo vuole, lavorando di lingua!
Lo scorso anno abbiamo vinto, quest’anno abbiamo già vinto ho avuto modo di scrivere lunedì appena passato. Ed abbiamo vinto per davvero, visto che l’anno scorso siamo stati squalificati perché “le marcette non erano inedite”, cosa sconfessata anche dal regolamento appositamente redatto, tant’è vero che quest’anno, la squadra che si è fregiata del primo premio, ha eseguita come marcetta, (e non sarebbe nemmeno tale perché la marcetta è a ritmo di marcia), Can’t Take My Eyes off You – Frankie Valli and The 4 Seasons, appositamente recuperata alla bisogna dal nostro Marco,
cliccate qui se non volete perder tempo col collegamento ipertestuale in testa. Abbiamo già vinto per questo, ma soprattutto abbiamo già vinto per la storiaccia esposta come vile azione di gente che ha la cultura del leccare come viatico personale, situazione che non potrà che venir redenta con l’estinzione di simili esseri umani che già trentacinque anni fa ho dovuto scansare, atteso che siano arrivati al mercimonio, pur di ottenere supremazia e sottomissione di chi per sua natura si è rifiutato di scendere a tal obbrobrio.
Da ultimo, va detto che abbiamo vinto perché siamo stati capaci di dire la nostra e siccome da qualche anno dal palco del primo gennaio e non solo, in tanti, in vario modo chiedono l’obolo o direttamente il primo premio, noi abbiamo già vinto perché il prossimo capodanno saremo obbligati a non fare la squadra, proprio per evitare di ‘vincere’!
Abbiamo finito con questo capodanno? Penso proprio di No!