Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Antonio Venditti
Non Ho Ne Tempo, Ne Voglia Di Agire Secondo La Legge
Oggi, dopo diversi mesi, voglio tornare sul problema che affligge il centro storico di Gambatesa:
L’infestazione di corvi e piccioni per acclarata negligenza.
Ricordo a me stesso che il luogo del quale sto trattando è sito ad un centinaio di metri dal Castello di Gambatesa.
Da tempo, sto combattendo contro i proprietari delle abitazioni che puoi riconoscere nelle foto che ti mostro, perché il loro comportamento, a dir poco da parassiti, se non proprio da pezzenti, ci costringe a subire la sporcizia di animali che, se le case fossero tenute a norma e decoro, non dovrebbero nidificare.
In tutto ciò, la colpevole complicità e latitanza di quei tre poteri che in Italia ormai contano quanto il due di spade quand’è briscola denari, mettono la ciliegina su una schifosa torta, che ormai diventa sempre più indigesta.
I Fatti:
Dal duemilaquattro, dopo essere tornati a casa nostra, quella casa che ci fu incendiata il quindici ottobre del millenovecento ottantaquattro, di cui ho già adeguatamente parlato, ringraziando la nostra magistratura per l’operato prestato in merito, dicevo, dal duemilaquattro, era già visibile e presente la volontà lassista di gente che, emigrata da Gambatesa ed approdata in altre campagne, torna nel paesello, esclusivamente per approfittare di lasciti o di acquisti a basso prezzo, di cui i nostri “emigranti” evitano di preoccuparsi, anche per la più piccola manutenzione.
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Dopo due anni di ripetute proteste presso il municipio, tempo in cui il nostro Sindaco mi ha adeguatamente preso in giro, (cosa che ha continuato a fare e continua a fare tutt’ora), il Sindaco per l’appunto, finalmente ha redatta un’ordinanza che avrei potuto scrivere anch’io, tal’è il valore della stessa ai fini pratici.
Nel duemila otto, precisamente quattro anni fa, dopo ripetute comunicazioni scritte a questi nostri compaesani, stanco di attendere una loro decisione in merito, nonostante i precedenti che mi avrebbero dovuto consigliare di considerare i giudici italici come già morti e sepolti, ho voluto dar loro ancora una chance, così, per dimostrare il mio senso di appartenenza allo Stato.
Così facendo, ho posto il problema all’attenzione della magistratura, entrando in un circolo vizioso che fino ad ora mi è costato quattrocento euro, solo per imbastire la causa.
Nel frattempo, (devo dire, non senza ritrosie), nel gennaio duemila undici, dovendo fare un sopralluogo per altri problemi che affliggono il vicolo in cui risiedo, finalmente il Sindaco Emilio Venditti, accompagnato dal tecnico comunale Domenico Giorgio, hanno potuto vedere con i loro occhi lo spettacolo di cui parlo.
Hanno provveduto in qualche maniera?
No.
Altrimenti: a che pro questo mio farneticare?
Ad oggi, la situazione ha vista un’ultima udienza che, fra rinvii, cambi di Giudice ed altro, si è tenuta lo scorso venti giugno, udienza che è servita a far dire al giudice che in questo periodo ci ascolta con la svogliatezza che il clima impone, che “il prossimo nove di novembre saranno convocati i testimoni”, da me chiamati, per verificare una cosa alla luce del sole, che si sarebbe dovuta risolvere semplicemente e rapidamente.
Intanto, tutto resta come prima, il torto è di chi si querela.
Non ho fatte altre foto, visto che se vuoi, puoi assistere direttamente allo spettacolo, recandoti al supportico di via San Nicola, per godere delle bellezze del borgo.
Perché solo ora decido di scrivere così seriamente?
Da un po’ di tempo, la popolazione dei volatili è diventata sempre più densa, tale da costringerci a non dormire più, a partire dalle prime luci del giorno.
Questo fatto, influisce e non poco sulla salute dei miei familiari, oltreché sulla mia.
Cosa ho deciso di fare?
Attendere le calende greche, quando verrà emessa una sentenza, probabilmente mai rispettata?
N O !
Questa volta ho deciso di agire.
Per la verità, avevo pensato di riportare a Gambatesa una delle mie armi, ma un adepto del servizio “Il Segreto Di Pulcinella”, ex sott’ufficiale del patrio esercito, mi ha consigliato di utilizzare un fucile a piombini, in grado comunque di abbattere l’aviazione indesiderata.
COMPREREMO ANCHE QUELLO.
Da dire che nei giorni scorsi, incontrato Donato D’Antonio (a ciavl), (non scherzo: è il suo soprannome e vuol dire per l’appunto cornacchia), per ragioni di lavoro, lo stesso si è dimostrato d’accordo nel compilare una petizione, da far firmare a tutti gli abitanti del rione, per costringere lo stato all’azione.
Staremo a vedere gli sviluppi, anche se non credo nella riuscita della proposta di Donato, considerati i precedenti con questa gente.
La riprova di quello che blattero, è data da quanto accaduto ieri sera alle otto.
Io e Totore, (quello nominato così anche negli atti che la procura di Campobasso invia zelantemente alla caserma dei Carabinieri di Gambatesa, forse pensando di farmi paura), rientrando per l’appunto a casa mia per riaccompagnarmi, dopo il pomeriggio passato a sentire le chiacchiere da bar, per la cena ristoratrice, ieri sera alle otto, ci siamo salutati, con l’arrivederci al giorno dopo, salvo forza maggiore.
Pietrina, una dei pochi abitanti rimasti nel nostro rione, già seduta sulla scala che porta alla casa di Nunzio Iacovelli, (D Coccia), al nostro passaggio non ha proferito parola.
Mentre Totore tornava indietro però, la Nostra, vista la mia assenza, lo ha fermato, chiedendogli:
“Chi scopa qui domani mattina?”.
Totore, (Ricorderai che è uno degli spazzini di gambatesa), senza scomporsi più di tanto ha risposto di rimando:
“Perché?”
E Pietrina:
“Non vedi che combinano i piccioni? E’ uno schifo!”.
Totore, (per il “Solerte Magistrato: Salvatore Di Maria, il nostro Fotografo di fiducia), restando impassibile ha risposto:
“Qui, è zona di Donato, comunque, domani è giorno”.
Come vedi:
Giancarlo Maria Bregantini, il giorno ventinove di questo mese, verrà in un paese in cui la Mafia la fa da padrona, più che in Sicilia o in Calabria, cercando di ucciderti con metodi, se vogliamo, ancora più efficaci di quelli che hanno sperimentato Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e chi più ne ha più ne metta.
Al di là di tutto, stando al fatto che i carabinieri di Gambatesa mi leggono, (così, come accade in certi “uffici” del centro murattiano), sarà bene che comincino a preoccuparsi di non disturbarmi, qualora dovessi iniziare la caccia al piccione, visto che se deve andarne della mia salute, non si vede perché, ai sensi di quella Costituzione che ci dice tutti uguali di fronte alla Legge, io dovrei patire, altri, (magari chi viene a dar lezioni di morale), no.
Voglio dire che se nessuno prenderà provvedimenti in maniera rapida, prima che accada qualcosa a me o a chi vive con me, (per non aver dormito, si potrebbe ad esempio rischiare un incidente stradale, dato dalla colpa di voler andare a lavorare), presto porterò a Gambatesa un’arma, ai sensi dei consigli dell’”agente” di cui sopra, e comincerò ad utilizzarla, anche contro moralisti, animalisti e pagliacci del genere, che ritenendo civile il loro modo di vivere, se ne fregano dei problemi altrui.
LO DICO AL COMANDANTE DELLA STAZIONE DEI CARABINIERI DI GAMBATESA:
Nel millenovecento novant’otto, un tuo predecessore, il Maresciallo Saverio Ciavarella, recependo la mia denuncia, che segnalava problemi alla rete del gas che serviva il palazzo I. A. C. P., presso cui io e la mia famiglia eravamo stati reclusi dall’incompetenza del “Solerte Magistrato”, nel salutarmi, mi disse:
“Speriamo bene, ma se non ci scappa il morto…”.
La stessa cosa, circa un anno dopo, mi veniva ribadita in una lettera sgrammaticata, scritta dall’allora sostituto procuratore della repubblica (di Campobasso) Nicola D’Angelo, che quasi in dialetto, mi ripeteva la stessa cosa, salvo poi insabbiare il tutto, dopo quanto accaduto il successivo ventiquattro aprile duemila.
QUESTA VOLTA NON CI ARRIVERETE, IN DISPREZZO DELLA VOSTRA LEGGE.
Ma perché non pubblico la lettera in questione?
Semplicemente perché intendo fare uno speciale, che tratti per esteso l’ignominia della presenza di certa gentaglia in posti chiave, posti che dovrebbero essere coperti da gente competente in materia, non da scalza cani in odor di mafia.
ATTENDO QUERELE, QUESTA VOLTA PER DIFENDERMI: A MODO MIO.
Per i “giornalisti” che copiano gli articoli: (vedi Quotidiano)
Se dovete copiare, fatelo bene e senza ricami, perché in caso di errore, vi spoglierò di quanto avete, non necessariamente attendendo il “servigio” del “solerte magistrato”.
Un’ultima cosa, per il “solerte magistrato”: Magari uno serio.
Le tue eventuali querele, per il mio comportamento sovversivo e criminale, come in stato di guerra, lasciano il tempo che trovano.
Hai ancora una possibilità:
SFRUTTALA
Visto che in guerra tutto è permesso, e per me, tu ed i tuoi scagnozzi siete ormai ostili, nonostante io sia costretto (sia pur e per fortuna in minima parte), a pagare il vostro lauto sostentamento con le mie tasse.
NON E’ UNA MINACCIA, E’ UNA PROMESSA SOLENNE, FATTA DA CHI NON E’ UN POLITICO.