Di Matteo Renzi
Enews di fine anno. Anzi di fine decennio.
La foto che vedete come copertina di questa Enews è un collage delle mie “best nine” del decennio ma ce n’è un’altra cui tengo molto. Era il capodanno 2010 e Firenze aveva deciso di organizzare un capodanno speciale insieme a Bologna, puntando sull’alta velocità appena inaugurata. Lo posso dire senza alcuna timidezza: un’idea bellissima. Tanto non era una mia idea. Ma un’idea di Lucio Dalla, che aveva convinto Nicoletta Mantovani a Bologna e noi a Firenze a fare una cosa insieme. Il mio decennio è cominciato in piazza da Sindaco, a realizzare un’idea splendida di un amico che mi manca, che si chiamava Lucio Dalla e che ogni anno ricordiamo proprio in questi giorni con la canzone “Caro amico ti scrivo”.
Perché le letterine di fine anno sono un genere letterario, non solo un capolavoro di Dalla. E io vorrei scrivervi tante cose sul futuro. Lo farò in un libro che sto ultimando e che mi permetterà di tornare a girare l’Italia nei prossimi mesi. Per adesso mi limito a dirvi grazie per questo decennio vissuto insieme. Sono stati 10 anni incredibili per me e per noi. Ho fatto il sindaco della città più bella del mondo. Sono stato per tre anni il Premier di un governo che ha riportato la crescita abbassando le tasse e aumentando i diritti e ora ho la grande gioia di condividere con voi una scommessa esaltante come la nascita di una casa nuova: Italia Viva. Certo: se il referendum del dicembre 2016 fosse passato oggi avremmo più stabilità, più crescita e governi senza inciuci. Ma il rammarico per quella sconfitta non cancella la straordinarietà di un decennio eccezionale.
Avevo iniziato il decennio con un’impresa sportiva, portando a termine la prima maratona della mia vita, a Firenze nel 2010. E sportivamente parlando l’ho chiuso a Ortisei ieri, facendo il giro dei 4 passi sul Sellaronda, una bellissima esperienza per chi ama lo sci. Per il prossimo decennio inizio a essere in là con gli anni (a gennaio sono 45 candeline, ormai) e non posso più fare imprese sportive. Spero che invece finalmente l’impresa la faccia la mia Fiorentina. Noi tifosi viola soffriamo da troppo tempo 😊. E, visti i risultati recenti, per farsi questo augurio significa che non abbiamo perso neanche un briciolo del nostro ottimismo!
Quanto al 2019, non è stato un anno bellissimo come pure era stato autorevolmente profetizzato. Con i populisti doveva sparire la povertà e invece è sparita la crescita. Però abbiamo mandato a casa Salvini, approfittando di un suo scivolone agostano. A tutti quelli che dicono “dovevate andare a votare”, ricordo che se fossimo andati a votare oggi avremmo avuto un governo di cinque anni di estrema destra con i numeri per eleggere un Presidente della Repubblica sovranista. La decisione di agosto mi è costata molto sotto il profilo personale ma è stata una scelta fatta nell’interesse del Paese, non nell’interesse personale.
Ho fatto una intervista a “La Stampa” oggi sull’attualità politica, per chi è appassionato a temi come reddito di cittadinanza, prescrizione, Italia Shock. Alla ripresa dovremo anche lavorare per strutturare di più Italia Viva. Siamo molto soddisfatti di questi primi tre mesi – in cui abbiamo ottenuto tra l’altro il risultato di non aumentare l’IVA – ma una critica che riceviamo dai territori è che non basta un’organizzazione dall’alto con tesseramento solo virtuale. I nostri ci chiedono sedi dove vedersi, non solo chat. E hanno ragione: ci stiamo lavorando.
Quanto all’anno che ci lascia ho in mente molte foto simboliche: i ragazzi nelle piazze per il futuro, l’abbattimento del ponte Morandi che dal prossimo anno sarà il nuovo ponte Renzo Piano, l’Amazzonia che brucia, l’incendio di Notre Dame, la strage di cristiani per Pasqua, la foto di un padre – Oscar Alberto Ramirez – e di sua figlia morti annegati da migranti cercando la salvezza, l’invasione turca del Kurdistan e le lacrime della comandante Nessrin Abdalla in collegamento con noi dalla Leopolda più partecipata di sempre.
L’elenco ovviamente potrebbe continuare a lungo. Ma era solo un modo per condividere alcune emozioni di questo 2019 che si chiude. Perché il 2019 non è stato solo l’anno in cui abbiamo mandato a casa chi voleva pieni poteri.
Chi è stato l’italiano dell’anno, secondo me? Voglio esagerare. Vi dico chi è stato per me l’italiano del decennio. L’uomo del decennio che rappresenta la grandezza dell’Italia, la sua storia e il suo futuro è… una donna. Si chiama Fabiola Gianotti. È stata confermata qualche settimana fa alla guida del CERN di Ginevra, uno dei più importanti centri di ricerca scientifica del mondo. Fabiola è un’italiana orgogliosa, una scienziata, una donna di valori e qualità. È poco conosciuta perché i media preferiscono troppo spesso evidenziare solo ciò che non va e mai le storie di successo. Ma la storia della Gianotti dimostra che c’è un’Italia che funziona, che forma talenti, che compete nel mondo, che eccelle nella scienza e nell’innovazione. L’Italia degli anni Venti, per me, sarà una grande Italia se farà crescere altre Fabiole, non se inseguirà le sterili polemiche dei talk o le inutili discussioni tra partiti. E se darà spazio alle donne. Sarà il decennio in cui fare passi in avanti verso la vera parità e noi come Italia Viva abbiamo iniziato con il concetto della diarchia. Ma per farlo occorrerà che le adolescenti di oggi guardino di più a modelli come Fabiola Gianotti. È lei, per me, l’italiana del decennio.
Auguri a tutti voi, alle vostre famiglie, dal profondo del cuore. Domani ci sveglieremo negli anni Venti. Sarà bellissimo provare a renderli speciali insieme.
Matteo
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