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Aboliamo Il Parlamento

Di Mario Ricca

Se Il Pesce Puzza Dalla Testa, Si Elimini Prima La Testa.

Privilegi della casta, benefit, vitalizi, secondo me sono tutte bazzecole portate in risalto da chi se fosse al posto dei privilegiati, si comporterebbe come costoro per mantenere questi benefici.
Secondo me il vero problema è quanto di seguito riportato, Il Parlamento lumaca Per approvare una legge passano 359 giorni – Interni – ilGiornale.it, che costituisce un vero scandalo, tutto il resto sono chiacchiere, moda del momento che fa dell’indignazione, il patetico esercizio sociale attuato da chi ha quella astratta necessità di rimanere nel dibattito.

359 GIORNI PER FARE UNA LEGGE, 359 SECONDI PER TROVARE L’INGANNO.

Visti i numeri riportati nell’articolo, mi domando che utilità ha il Parlamento e tutti gli organi politici che amministrano le varie mangiatoie della Penisola.
Mi domando perché al posto di indire elezioni che servono solo a illudere quella parte del popolo che riesce ancora a coltivare speranze e che per questo poi ha continuamente quello che merita chi spera,
non si proceda per concorsi a tempo determinato con contratti magari rinnovabili a obiettivi e risultati raggiunti.

Mi rendo conto della complessità della cosa, però a mali estremi occorrono estremi rimedi.

Mi permetto di suggerire a quel popolino che si indigna e spera, al posto di andare a guardare nelle tasche dei politici:

Perché non si guarda quello che realmente costoro fanno di concreto?
Perché al posto di aderire a quesiti referendari la cui utilità è sotto gli occhi di tutti, non si fa qualcosa di concreto per indurre la politica a lavorare meglio, magari costringendo questa gente a varare provvedimenti che snelliscano e semplifichino gli iter legislativi che in nome della Democrazia, tra aule commissioni e governo impiegano tempi biblici affinché quanto prodotto possa avere efficacia?

Il problema è che come antico proverbio recita:
“Dove cantano troppi galli non si fa mai giorno”.

Mi si perdoni il francesismo, ma il mio motto è:
“Ti pago e ti piscio”.

Pertanto, che i politici continuino pure a prendere soldi e ad avere privilegi, però visto che si tratta di dipendenti dei cittadini, che questi possano esercitare concretamente i diritti dei datori di lavoro:

Pretendere che i dipendenti siano produttivi, potendone valutare qualità dell’operato e risultati ottenuti.

Se non si arriverà a ciò con un radicale cambio culturale, nessuna elezione servirà a rendere questo Paese efficiente, perché qualunque umanità metterà le mani sulla mangiatoia, si sfamerà come chi è attualmente causa del patetico esercizio sociale di cui sopra.

Quanto da me farneticato fin’ora forse in conseguenza del caldo torrido, potrebbe essere fattibile se il popolo italiettano avesse qualche diritto di pretendere, diritto che a mio avviso non ha, in virtù di una cultura assistenzialista che esige l’essere sfamati e che non prevede l’imparare a sfamarsi.