Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Presa Da Internet Dallo Stesso
Chissà Se In Sicilia Si Fa Così…
Barcellona Pozzo di Gotto, esplosione in un deposito di fuochi d’artificio: trovata la quinta vittima – Repubblica.it, questa la notizia che oggi fa parlare di sicurezza sul lavoro ogni italiano che non ha altro da fare. Schiacciato da una lastra di marmo, muore il 43enne Michele Calabrese, ecco invece il discorso in tema che alberga nei molisani che svolgono il lavoro degli italiani descritti sopra, fatto acquisito dal Quotidiano on line.
Muore sul lavoro, lutto a Gambatesa – Cronaca – TGR Molise, questo è il poco che si è detto, a livello regionale, su quanto successo quattordici mesi fa a Gambatesa giustappunto e si trova davvero poco altro perché di questa notizia non si deve parlare.
Sì, perché poco dopo la riapertura di questa voce, ho scritto: Sacrificio Con Contorno D’Omertà, era il tredici novembre duemiladiciotto, ma tutto si riferiva al diciassette settembre precedente. Qualche tempo dopo, da fonte vicina a chi ha persa la vita, ci siamo sentiti intimare di smetterla di menzionare il fatto. Avendo in tema patito, io ho capito, ma pur comprendendo a pieno il dolore, ovviamente non ho eseguito, riprendendo l’argomento con la domanda che segue esattamente un anno dopo: Chi Ha Ucciso Carlo Concettini?, così da ricevere ancora una volta la ‘riflessione’”Voglio vedere quando la smettete!”.
In quest’ultimo articolo ho accusata senza mezzi termini colei che dall’alto del suo ‘centodieci e lode’, in qualità di ‘pubblica ufficiale’, è responsabile per il paese, fra le altre cose anche della sicurezza sul lavoro, soprattutto quando chi presta servizio lo fa per imprese che operano per conto del municipio, così come vale per i dipendenti comunali, ma anche in questo caso mi è stato fatto capire, nemmeno troppo velatamente, che il mio agire provoca ‘Sofferenze Indicibili’ e quindi devo star zitto perché questi non sono fatti miei. Io? Non solo non sto zitto, ma ripropongo la domanda a chi, per indagare in tema, ha chiusa la strada conosciuta in loco come via di Piana san Nicola per ben quattro mesi, creando non pochi disagi ai gambatesani e non solo, gente che giornalmente è costretta a trovare il modo migliore per andare a lavorare cercando di risparmiare tempo e danaro, vista la quasi impossibilità di poter fruire di mezzi pubblici che se fossero sicuri, idonei, ma soprattutto presenti, restituirebbero a chi paga le tasse e qualche volta anche a chi non le paga, maggior possibilità di evitare di ammazzarsi percorrendo ciò che ancora i nostri politici d’ogni risma si permettono di chiamare strade per obbligarci a pagarne la manutenzione che il più delle volte non avviene.
Non sono fatti miei?
E chi lo dice: qualche politico trombato che è stato bocciato dalla sua gente e viene lasciato parlare per onore di democrazia, almeno finché il suo bersaglio non arriva al limite dell’umana sopportazione e poi reagisce, così come accadrà a tempo debito?
Lo afferma chi crede che con il silenzio può ottenere ciò che le spetterebbe, non fosse altro che come minimo risarcimento per la perdita di chi le è stato caro, ma ritiene che ciò che le è dovuto, sia solo un favore concesso da chi non ha badato a che non accadesse l’irreparabile?
Lo impone il politicamente corretto in nome del “cani e cani si annusano”, per cui tutto dovrà restare senza colpevoli come accadde il ventiquattro aprile del duemila per il palazzo IACP di via Prima traversa Aldo Moro di Gambatesa?
Mi dispiace, ma sono fatti miei e continuerò a chiederne conto, non tanto per vedere i responsabili alla pubblica gogna, quanto perché con questo tipo di “QQQultura” la dobbiamo piantare, una volta e per tutte, a costo di farmi ancora altri nemici, magari da trattare come si conviene di fronte a stupidi ricattucci che mi costringeranno a togliere la condizionale che ho imposto per quieto vivere a certi ‘uffici’, già dal lontano millenovecentonovantaquattro e chi ha orecchi per intendere… intenda.
Nel palazzo di cui sopra ci vivevo anch’io e per vostra somma sfortuna, quella mattina non sono morto nell’esplosione ed allora non avevo ne blog, ne giornale perché diversamente vi avrei cavata la soluzione di quel crimine con le peggiori torture, esplosione i cui effetti da me previsti erano stati comunicati a tutti i possibili interlocutori, , voi compresi, signori della procura della repubblica di campobasso, situazione che vi era stata più volte segnalata e che per altro ha ricevuta anche la più becera risposta, (in mio possesso), che uno Stato che è presente solo con la burocrazia e null’altro è stato in grado di dare per mezzo di un suo esponente, già allora apicale.
Rispondete: sarà meglio per voi!
Detto ciò mi domando:
Ma zia Mafia dov’è?
State a vedere che avevo ragione di scrivere che è più forte la mafia che non spara!
Io sono fortunato o chi mi dà lavoro è deficiente? Già a fine duemilaundici mi sono fregiato di poter affermare che per fortuna esistono in Italia anche aziende che pensano innanzitutto al bene dei propri dipendenti, sapendo che lo star bene di chi lavora permette a questi di rendere di più a minori spese: Enel: La Sicurezza Va In Teatro; si è arrivati a ciò, pur d’inculcare in noi il fatto che per tornare a casa la sera dopo aver lavorato e godersi i frutti del proprio mestiere, innanzitutto bisogna farlo senza morire o solo restare feriti e quindi non arrivare a sera per l’appunto. Questo concetto è stato così espresso, non ieri o il mese scorso, ma come potete leggere cliccando l’ultimo collegamento ipertestuale, già il tre dicembre duemilaundici, dopo una campagna martellante in tema che va avanti ancora oggi, atteso che non sia mai troppo parlare di sicurezza sul lavoro, al di là di ogni retroscena o piega che il lavoro stesso può assumere nel tempo.
Sicurezza Sul Lavoro, Ma Volete Smetterla Di Parlarne?
Sì, da altre parti se ne parla fino a funerali degli incidentati avvenuti e poi… Al prossimo morto!
A Gambatesa siamo più avanti: Non se ne deve parlare comunque!