Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria
Recensione Indirizzata In Particolare Ai Non Vedenti Ed A Chi Ne Assiste
“L’essere non vedente è un tuo problema!”, disse un giorno un ‘religioso’ locale. Se di primo acchito, più che querelarlo, avrei dovuto pestarlo, a sangue freddo gli ho data ragione e fra l’altro anche per questo motivo, periodicamente espongo a vantaggio dei miei colleghi di sventura o solo di chi volesse offrire un aiuto a costoro, (speriamo in modo gratuito e disinteressato e non come ho ‘visto’ in alcuni casi), i risultati delle mie personali esperienze, derivanti dai nuovi ritrovati della tecnologia e della scienza tout court, che dovrebbero restituirci una vita migliore, almeno dal punto di vista fisico.
Oggi offro a quella parte dei miei quattro lettori che è interessata, quanto sto estraendo dall’esperienza d’uso dei cosiddetti ‘Altoparlanti Intelligenti’, meglio conosciuti come smart speaker. Siccome le disgrazie non vengono mai sole, per comprendere quale fosse la migliore, nonostante le recensioni già presenti a iosa in Rete, ho deciso di testare ambedue le ‘teorie’ proposte, acquistando a mie spese la versione base di ciò che viene offerto da Amazon, piuttosto che da Google, non considerando per ora ne i top di gamma, ne le versioni più economiche che lascio poi alla libera scelta di chi, spero, avrà trovato giovamento in questa breve comparazione.
La versione che Amazon propone come base, fa parte della famiglia ‘Echo’ e si chiama Dot. Questa è arrivata alla terza generazione, ma avendo già testate superficialmente le precedenti, devo dire che per quanto riguarda la funzionalità, vero problema da sviscerare per chi, come chi non vede, a bisogno di questi dispositivi per avere maggior autonomia almeno in casa, nulla cambia, atteso che sia l’assistente vocale a fare la vera differenza per raggiungere l’obiettivo.
Google ha messo in commercio qualcosa di non troppo differente, se ci riferiamo alla forma di questi altoparlanti, sia nella versione ‘Mini’, che nelle altre opzioni, compresa quella base che se per Amazon si chiama come già detto ‘Echo’, per Google prende il nome di ‘Home’. Andiamo dunque a vedere per sommi capi qual è stata la mia esperienza d’uso e nel ribadire che spero sia utile, chiedo di proporre ad eventuali ‘forzati utilizzatori’ questo scritto, sperando di aver sfatato il detto che i problemi sono di chi ce li ha.
Buona lettura!
Primo avvio: Le app che gestiscono i due dispositivi risultano accessibili, al cento per cento se ci riferiamo a quanto propone Amazon, un po’ meno se prendiamo in considerazione l’apparato proveniente da Google e questa, vista da dispositivi Android, è una vera debacle da parte di chi ha inventato quel sistema operativo, atteso che l’accessibilità dipenda da quello.
Semplicità di gestione: Se i dispositivi ‘Echo’ si possono configurare con uno smartphone o tablet che poi potrà venir utilizzato come hotspot per connettere gli altoparlanti ad internet, ciò non avviene per gli smart speaker che offre Google. Per questi, sarà necessario avere un componente che faccia da display per la configurazione ed a seguire da tramite, ed un router indipendente, va bene anche un telefonino con funzione hotspot, che servirà a connettere i due apparati già in simbiosi alla Rete, cosa che limita la portabilità del sistema.
Funzionalità: Se l’altoparlante base proposto da Amazon dispone di connettore d’alimentazione proprietario, Google contrappone il suo apparato che ci presenta l’attacco micro USB che si trova su quasi tutti gli smartphone. La conseguenza più visibile sta nel poter usare ogni tipo di alimentatore o di batteria supplementare su ciò che propone Google, mentre bisognerà attenersi alle disposizioni di Amazon per poter far funzionare i suoi sistemi intelligenti, sia in autonomia, sia se questi verranno necessariamente collegati alla rete elettrica.
Audio: I due ‘giocattoli’ sotto esame sono modelli che non dovrebbero servire a produrre musica d’alta fedeltà anche perché lo smart speaker è stato inizialmente progettato per soddisfare ben altre esigenze. E’ però possibile ascoltare da questi altoparlanti musica e notizie, non pretendendo particolarità che vengono lasciate a casse ben più potenti e costose, prodotte da ambedue le case che oggi sto trattando o da marche terze che a loro volta includono nei propri gadget Alexa, piuttosto che l’assistente di Google. In considerazione del livello moderato al quale vanno tenuti questi diffusori, si può dire che ad un segnale morbido e ben bilanciato fra alte, medie e basse frequenze restituito dal dispositivo con a bordo Alexa, si contrappone una preponderante esposizione degli acuti, data dallo smart speaker di Google. La conseguenza primaria sta nel fatto che il miglior bilanciamento della gamma di frequenze, restituisce una maggior fedeltà d’ascolto, sia pur non proprio professionale.
Assistente vocale: Qui bisogna scegliere la grazia e la sapienza sacrificando operatività e reattività o l’esatto contrario. Se Amazon ha preferito proporre un’assistente più ‘colta ed educata’, Google ha scelto di offrire ai suoi clienti la rapidità d’azione senza troppi fronzoli. Ne consegue che sarà necessario far mente locale prima dell’acquisto di ciò che vorremo metterci in casa come maggiordomo virtuale, almeno per ora, dato che in questi casi il progresso continuo la fa da padrone.
Dispositivi associabili: E’ questa la vera ragione della presenza di questi nuovi ‘ingombri’ e per chi ha qualche deficit la cosa è ancora più importante. Già oggi, varie case produttrici di componentistica per i luoghi nei quali vive l’uomo, si stanno dedicando alla messa sul mercato di oggetti gestibili non più fisicamente, ma solo mediante voce o sguardi. In questo caso, sia Amazon che Google stanno alla pari e tutte e due le soluzioni prevedono già un catalogo di accessori, (termostati, lampadine ecc.), in continua espansione. Stessa cosa dicasi per i servizi di streaming, vera ‘miniera’ per chi sta spingendo sempre più all’acquisto di questi ‘invasori’ che entrano in casa nostra con una spesa irrisoria, ma poi c ripuliscono il conto corrente se solo proviamo a distrarci!
Che Dire: Buona scelta e buon futuro!