Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Cesare: Ti Vogliamo Bene Ugualmente
Potrei proporre tutta una serie di sottotitoli per sintetizzare il modo in cui la nazionale Patria si è dovuta piegare alle soverchianti e preponderanti forze iberiche.
Dirò poche cose in merito, innanzitutto perché, come già sai, di calcio non ne mastico, poi, perché in fin dei conti, non sono questi i parametri con i quali giornalmente mi misuro per sbarcare il lunario.
Ci eravamo organizzati al meglio, avevo riparata la vuvuzela in coma da giovedì scorso, Totore aveva preparato tanto di striscione per esorcizzare l’esorcizzabile, ma nulla è servito; anzi, proprio mentre appendevamo lo striscione che vedi in foto, è arrivato il primo dei quattro siluri che hanno affondata la corazzata patria.
Dopo la partita che aveva vista l’Italia primeggiare sulla Germania, avevo proposto un “MA”, grosso come una casa.
Il mio essere “voce fuori dal coro”, mi aveva fatto supporre che i vertici calcistici europei, pur di far allontanare dai pensieri giornalieri, gli abitanti di due degli stati sotto attacco della speculazione monetaria, avessero “pilotato” il campionato, in maniera da mandare in finale proprio le squadre di Italia e Spagna.
Avevo anche lodata l’iniziativa, qualora quanto detto fosse suffragato da fondamento.
Se quindi, per qualche timida ragione il mio Dire è fondato, fatta salva la bravura dei calciatori spagnoli, devo dire che a vincere è stata la squadra della nazione più inguaiata.
Una cosa che mi ha lasciato perplesso, è consistita nella strana tranquillità, mostrata dai giocatori italiani in campo.
Stando alle impressioni di più d’uno spettatore, sembra che i Nostri, si comportassero come se a vincere fossero loro.
Non è che niente niente…
No, voglio sperare che la partita non sia stata messa in vendita, ne che ci sia stato un sia pur minimo interesse del Dio Mercato.
E’ solo l’effetto Caronte che mi fa parlare così!
Al di là di ciò, io credo che a fondamento del risultato di ieri, vi sia la cultura dell’italiano medio, non solo da riferire alla gestione del calcio e dello sport in generale.
Credo che in Italia siano stati distrutti i fondamenti dell’imprenditorialità.
A proposito di altri sport, ad esempio, perché non abbiamo piloti di formula uno?
Personalmente ritengo che anche a Gambatesa esistano giovani che, presi per tempo, avrebbero potuto arrivare ai livelli di Trulli e compagni.
Ma i kartodromi?
E gli sponsor?
Tornando e finendo con l’argomento “Calcio”, io credo che ora non si debba dare la croce addosso a Prandelli, ma si debba dare la possibilità alla Squadra nazionale di crescere, con gli aggiustamenti dovuti ma di crescere, al di là di scandali e gossip, non certo utili a vincere i prossimi mondiali.
Dal canto mio, chiusa questa parentesi sportiva, ramo che non mi compete e non mi competerà mai, torno volentieri a riprendere le redini per andare ad analizzare argomenti che, come detto sopra, mi danno la possibilità di sopravvivere, argomenti che faranno arrabbiare qualcuno, ma che servono alla cittadinanza, forse più del lavoro, anzi, del non lavoro che questo qualcuno ci propina, sotto l’effetto di una promessa da me fatta, promessa che, se dovessero verificarsi le condizioni che questa mattina mi sono state comunicate dal “Segreto di Pulcinella”, dovrà essere disattesa, così, come accade quando, in tempo di pace, aggrediti, si è costretti ad intraprendere una guerra, non voluta ma necessaria, guerra che farebbe saltare tutti gli schemi.