Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giuseppina Moffa E Salvatore Di Maria
Ed Oggi?
Il due novembre è una delle poche date nelle quali a Gambatesa si vede qualcuno vivo e lo si può straordinariamente incontrare al cimitero, dove si va per ricordarsi di chi, per dirla con gli alpini, ‘è andato avanti’, generando per questo lì più vita che in paese, visto che spesso in quel luogo chi viene da fuori s’incontra con altri emigranti o solo con gente che vive qui, chiedendo e dando in cambio informazioni sulla propria ‘vita’ per l’appunto. Quando ho iniziato a disturbare dalle mie pagine, con la voglia di chi vuol mostrare quanto si spera di buono, trattai l’argomento e lo feci qui un mese dopo il primo ‘vaggito’, ma già avevo in mente di passare a qualcosa, mo’ ci vuole, di nicchia.
Durante il periodo che l’attuale mangioranza, (non ho sbagliato), depreca, ho portata avanti una battaglia a proposito di chi anche fra i morti, viene, per essere diplomatico, dimenticato. Ho iniziato il ventisei aprile duemiladodici, continuando il diciotto settembre successivo,
per riprender la questione un anno dopo, il trenta ottobre duemilatredici e chiudere in bellezza quattro giorni dopo, vale a dire il tre novembre.
tralasciando per oggi quanto scritto successivamente e non solo, a proposito di come viene tenuto il luogo di Gambatesa che attualmente contiene più abitanti di quanti ne risiedono nella cosiddetta ‘parte viva’ del borgo ed evitando, almeno per ora, di tornare sul mercimonio che in quel luogo si svolge normalmente ogni due novembre, ovviamente e regolarmente in nero, considerato che di prassi preferisco visitare chi mi è caro in assoluto anonimato e per questo o già provveduto a sistemare lì le cose come da normalissima routine, soprattutto senza regalare danaro a chi che sia, volendo per giunta evitare d’incontrare gente che durante l’anno non mi rivolge la parola e qualche volta da dietro la tastiera chiede l’amicizia su facebook, mentre nei giorni come oggi mi ferma, a questo punto, per farmi perdere tempo, cosa non di poco conto, passo a porre una domanda ai miei lettori locali che sicuramente, nel vedere le foto proposte, già appartenenti agli articoli linkati, ma non ancora rimesse al loro posto, andando al cimitero locale, avranno riconosciuti i luoghi ‘immortalati’ ed avranno notata la differenza fra il passato, (politicamente schifato), ed il presente, voglioso di richieste di ringraziamenti:
Ed Oggi? Come vengono trattati quei nostri concittadini, allora ‘dimenticati’?