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Molise: Enfasi, Retorica E Nulla Più

Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria E Stefano Venditti

Viviamo Nella “Terra Vivibile”

Iniziamo anche questo mese con la più totale costernazione. Ieri abbiamo patita la solita ‘giornata della memoria’, commemorazione che si porta avanti per pulirsi la coscienza, lasciando però tutto come prima per evitare di operare a fin di bene per coloro che ‘votano’, visto che tal soluzione significherebbe il disconoscimento dei votanti verso gli eletti, in quanto a pancia piena anche i primi.

Molise

In Molise abbiamo visto che nulla deve cambiare e se qualcuno si permette di lanciare dei segnali d’allarme, viene tacitato, ostracizzato, indagato e magari anche condannato, (o meglio: ci provano), perché poi chi riceve le segnalazioni deve operare affinché queste vadano in porto.

Tutto ciò vale per lo starnazzare di questi giorni a proposito di qualche normale arresto di pesci piccoli che distribuiscono droga a Campobasso a chi la vuol comprare e per fortuna che chi si è reso protagonista di tal azione repressiva ha capito che la repressione giustappunto, è forse l’ultima azione che uno stato che è tale nel tempo presente, dovrebbe proporre.

Tutto ciò vale per com’è stata mandata in malora nell’ultimo quarto di secolo quella che in fase florida si chiamava S. A. M. di Bojano, per non parlare dello zuccherificio di Termoli, del conservificio di Guglionesi, dell’azienda tessile di Pettoranello del Molise, degli stabilimenti di vario genere anche conosciuti a livello mondiale, distrutti nella piana di venafro e chi più ne ha più ne metta, senza aggiungere nulla sulla valle del Fortore, considerata, come detto tante volte, neanche come il due di spade quand’è briscola denari, ma direttamente come l’elastico che tiene insieme le carte quando non vengono usate.

Tutto ciò vale per la sanità molisana e qui evito di scendere in particolari per evitare di arrabbiarmi e dover andarne poi a rispondere presso chi chiede l’alleanza dei cittadini, presentandomi per risolvere radicalmente e soprattutto in maniera esiziale il problema, ovviamente armato, non certo di pazienza o simili virtù.

Tutto ciò vale per come sono stati ridotti i trasporti pubblici urbani ed extra urbani, su ferro e su gomma, per le condizioni delle strade a tutti i livelli e di ciò che resta di una ferrovia, nata per soddisfare i capricci dei politici dell’inizio del secolo scorso e mai ricostruita per il bene e la conseguente economia della cittadinanza molisana tutta.

Tutto ciò vale per la gestione dell’ambiente che viene portata avanti a colpi di ‘mobilità dolce’, con i terreni agricoli lasciati per la stragrande maggioranza in totale abbandono, cosa che la dice lunga sul rispetto che i ‘camminanti’ hanno per la natura, visto che pur di non lavorare, le restituiscono ciò che è suo, nel peggiore dei modi.

Tutto ciò vale per la gestione del territorio, con la maggior parte di ciò che nei secoli è stato costruito, lasciato quasi in completo abbandono, per poi lamentarsi in convegni, (il più delle volte seguiti dai soli relatori), per il fatto che s’intacca altro terreno da adibire all’agricoltura per utilizzarlo come base per nuove costruzioni che potrebbero venir realizzate su ciò che è già dichiarato edificabile se solo si facesse una vera politica di recupero e cancellazione di ciò che è ormai ruto, sempre che in Molise si possa ancora parlare dell’esistenza di imprese operanti in edilizia!

Tutto ciò vale per i monumenti che sarebbero anche forieri di prosperità per tutti, ma spesso vengono utilizzati per dar da mangiare a gente che con arroganza e protervia pretenderebbe l’esclusiva per andarvi a riposare giornalmente, (non nei giorni di festa, quando i tesori del Molise è bene che siano chiusi al pubblico), ricevendo per questo anche uno stipendio da posto fisso.

Tutto ciò vale per le reti idrica, telefonica e radiotelefonica, abbandonate a sé stesse perché se poi queste infrastrutture facessero il dovere per il quale i cittadini hanno dato con le tasse pagate, questi ultimi probabilmente rischierebbero anche di vedere un po’ di vero turismo che potrebbe riavviare l’economia locale e fermare quello spopolamento del quale si deve parlare, ma non lo si deve assolutamente bloccare, pena il rialzare la testa di chi si ostina a non volersene andare da questi territori che con massima calma stanno passando al dominio di gente che proviene da terre limitrofe, non certo per beneficiare ed ossequiare gli autoctoni, fatta eccezione ovviamente per coloro che chiamano la gente suddetta a venir a ‘pascolare’ da queste parti.

Dulcis in fundo, ciò, vale per come viene trattata l’istituzione scolastica a tutti i livelli. Se ci fate caso, in quest’articolo non sto aggiungendo alcun collegamento ipertestuale fra l’infinità di link a scritti che da nove anni a questa parte integrano l’archivio che gentaglia di quart’ordine ha cercato di distruggere per evitare di guardarsi in faccia perché l’avrebbe confusa con il personale,. Sporco ‘lato “B”’, in quanto vorrei evitare di cadere nell’autoreferenzialità che lascio a chi ne ha bisogno per poter avere quel minimo di visibilità che a me non serve. Va detto però che a proposito di scuola, il bailamme che ho generato circa due anni fa, è servito per svegliare i gambatesani, (e purtroppo solo loro), che ora si lamentano perché forse qualcuno vorrebbe ripristinare ciò che è stato estirpato con l’azione di ribellione avviata da gambatesaweb e compresa da quanti non hanno voluto dormire per evitare che magari per disgrazia, a dormire, per sempre, fossero i loro figli. Ieri anche da queste pagine c’è stato chi ha voluto commemorare e come di prassi, lo spazio è stato concesso perché tutti hanno il diritto di dire la loro. Sarebbe però il caso di cominciare a riflettere sul doversi ribellare ad una situazione che finché non provoca morti, fa parte del costume, atteso che a morto caldo, il piangere servirà solo a prendere per i fondelli chi ha patita la disgrazia, ma soprattutto chi, da quella disgrazia, tolte le condoglianze, alla fine non riceverà altro.

Molise: Enfasi, Retorica E Nulla Più. Viviamo Nella “Terra Vivibile”? Chi crede ancora nella “Vergine Molise” dice di sì! Chi invece ritiene questa regione alla stregua della prostituta più navigata, (ormai però in disarmo perché il tempo è inesorabile con tutti e come la morte, non può venir addomesticato ai voleri di chi crede di potere), insomma: chi è più realista del re, pensa e denuncia senza alcun timore reverenziale per chi che sia, l’esatto contrario.

Dio Resetta La Terra

Signore, con l’intercessione di tutti i santi: Per favore, svegliali tu.