Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Presa Da Internet Da Stefano Venditti
Cronaca Di Una ‘Normale’ Fine Settimana A Gambatesa
Mentre scrivo, si sta svolgendo l’ultima passeggiata per il borgo, con Santa Lucia che a Gambatesa si festeggia tradizionalmente il venticinque ottobre, vale a dire l’ultima o la penultima domenica del mese, in base a quale capita più vicina alla data di cui sopra. Se va rispettata la tradizione, si deve aggiungere che questa festa veniva anticipata da noi perché la stessa vedeva presente l’ultima fiera contadina dell’anno e siccome il tredici dicembre, generalmente capitava in condizioni meteo avverse, per ragioni anche economiche si operava come brevemente descritto. Da dire che il ventiquattro ottobre, giorno prima della festa, momento della fiera, quest’anno è capitato di giovedì ed è noto ai gambatesani che il venerdì in paese è giorno di mercato: vi lascio immaginare quante bancarelle si sono presentate a far ciò che ancora ci si ostina a definire una fiera…
Detto di Santa Lucia, torno volentieri su quanto ‘accaduto’ ieri in paese per mostrarvi a che livello siamo arrivati a ‘vivere’.
La mattina è iniziata con il convegno già anticipato l’altro ieri. Verso le dieci, ho sentito che un gruppo di una quindicina di persone passava per via Eustachio, probabilmente per dirigersi verso il castello, ma la conferma dell’inutilità di quanto proposto, è arrivata da fonte seria ed autorevole quattro ore dopo con un messaggio whatsapp del quale propongo di seguito un anonimo stralcio: “.. Cmq di gambatesa oltre al sindaco e qualche Assessore o consigliere nessun cittadino. Partecipanti tutti Cgil forestieri. …”. mi rifiuto di aggiungere altro, se non che la proposta del campionato per il ripopolamento da queste pagine partita non è stata presa in considerazione, segno chiaro che del problema si parla, ma non lo si vuol risolvere.
Come accennato nello scritto del quale ho rimesso sopra il collegamento ipertestuale, per quanto mi è riguardato, in virtù del fatto che il periodo descritto non avrebbe e non ha fatta notizia, per non perdere tempo al Castello, (cosa evidentemente copiata da chi fino ad ora non ha enfatizzato l’evento), con Totore, come al solito a mezzogiorno in punto siamo andati a prendere l’aperitivo e lungo la strada che porta dall’entrata del paesello, (peschiera), al castello, passando per piazza Vittorio Emanuele ed ovviamente il municipio, abbiamo notate le bandiere della CGIL che sventolavano, ma in un segno di festa davvero spettrale, atteso che per strada ed in piazza giustappunto, non ci fosse nessuno, considerato che i gambatesani, più che parlare di chiacchiere morte, hanno preferito dedicarsi alla raccolta delle olive della quale tratteremo anche noi, come ogni anno, ma a tempo debito.
Ad un pomeriggio che sembrava tutto, tranne che di un sabato, è seguita una serata non meno moscia. La routine che ci riguarda, da più di dieci anni prevede che dopo cena, io e Totore usciamo e prima di decidere dove andare a concludere la serata, ci fermiamo in macchina a seguire la partita di calcio che dà Rai Radio Uno. Ieri sera abbiamo deciso di non uscire dal borgo per vedere se la vigilia di festa fosse tale: Alle undici, due bar su quattro avevano già abbassata la saracinesca e quindi noi abbiamo visitati i due superstiti. Nel primo, ecco lo scandalo: entriamo e chiediamo una birra restando al banco. Il tavolo che è lì vicino era già occupato da un componente la giunta municipale locale, un suo parente ed un loro amico. Questi discutevano più o meno animatamente di politica e lavoro ed io e chi mi ha accompagnato pensavamo ai fatti nostri, non potendo però non sentire la discussione. Ad un certo punto, fra due dei tre si accende una disputa su una battuta proposta, (a mio parere scherzosamente), dal primo nei confronti dell’altro che di colpo s’inalbera, anzi, si alza proprio in piedi in segno di sfida verso il primo e rivoltosi a chi scrive aggiunge: “Vittò, tu fai da testimone perché io questo lo denuncio!”, al che io, esterrefatto, come ho dovuto fare per una ventina di volte durante la passata campagna elettorale, mi sono rifiutato categoricamente, cercando di far riflettere a mia volta i contendenti sul fatto che per una parola non si può, ne si deve arrivare in tribunale, cosa, non solo non compresa, ma volutamente non accettata da chi è giustizialista per natura e non sa vivere, nemmeno con le persone con le quali condivide la compagnia, unica cosa rimasta in questo paese morto. La cosa dovrebbe essersi risolta con un nulla di fatto, atteso che dopo l’azzuffata verbale i tre, uno alla volta, hanno lasciato il locale, cosa eseguita anche da noi, dopo aver bevuta la nostra birra, nel frattempo diventata indigesta.
Salutato il primo barista, eccoci a visitare l’altro esercizio, nel quale abbiamo incontrata la solita ventina di giovani che discutevano fra loro, divisi in piccoli gruppi. Anche qui, prese un paio di birre, visto che il mosciore era se vogliamo ancora più accentuato, verso l’una di stamattina abbiamo abbandonato il campo, con la più nera costernazione nel cuore.
Detto di quanto sta accadendo in mattinata e del silenzio assordante che fa da clima per questa ‘festa’, mentre scrivo è quasi mezzogiorno ed aggiungo che dal municipio di gambatesa, al momento, non è arrivato alcun messaggio trionfalistico sulla performance comunista di ieri mattina, (avranno chiaro che la misura è colma?), ma un comunicato whatsapp ci avverte della partita di calcio che oggi pomeriggio si terrà in paese, speriamo con un risultato migliore per i locali, rispetto a quanto sta accadendo da un po’ di tempo…
“Jammatese: brutta gente e male paiese; pe’ quante ch’è malamente, pur’a ierva è puncechente!”.
Avrà avuta o no ragione il monaco ‘cagone’ che si è pulito con l’ortica?