Di Marco Frosali
Ritorno A Civitella D’Agliano E Celleno… Con La Zoccola Dura!
Gli ultimi scampoli di bel tempo e le temperature ancora gradevoli di questo mese di Ottobre tentano sempre ogni motociclista che si rispetti a fare un bel giretto domenicale. Dato che l’ultimo incontro con gli amici del Guzzi Club Roma, alias ‘Zoccola Dura’ risale al sedici Giugno quando andammo a visitare il bellissimo borgo di Rasiglia, quale migliore occasione per un’altra scorribanda tutti insieme?
Stavolta, l’onore e l’onere di organizzare il giro è stato affidato al sottoscritto direttamente dal Mega Presidente Galattico Sgam-One: “A Marcolì, vedi de organizzà ‘n giretto ‘do te pare, massimo ‘dducento ‘dducentocinquanta chilometri, famme sapè che stamo a corto de idee!”. Pensando e ripensando ad un posticino da vedere e restare comunque in quel raggio di chilometri, perché non portarli a visitare Civitella d’Agliano e il borgo fantasma di Celleno, già visitati in solitaria nell’Aprile del duemiladiciotto al secondo giro ufficiale col Rondone? (NDR: Per il momento senza foto per colpa dei ben ‘noti fatti’).
Proposto il percorso al direttivo e ricevuta l’approvazione, mi do da fare nel poco tempo libero a disposizione a contattare la locale pro loco di Civitella d’Agliano per organizzare una visita alla locale torre e a trovare la lochesciòn dove pranzare, in modo tale che domenica venti ottobre ci ritroviamo tutti nel piazzale del centro commerciale ‘le rughe’, situato nella omonima zona e facilmente raggiungibile tramite la Cassia Bis.
Il primo ad arrivare con più di un ora di anticipo è Er Poeta (fonte chat ufficiale su whatsapp). Io e il Rondone giungiamo sul posto alle nove e dieci, venti minuti prima della partenza e già erano quasi tutti presenti!
Dopo i saluti con gli altri e preso un cappuccino al locale bar, siamo tutti in trepidante attesa della partenza. Ma manca ancora qualcuno! Er Poeta riceve una telefonata e ci comunica che Sgam-One…si è perso. Ma come?! Un guzzista de’ fero come lui che conosce anche il luogo dell’appuntamento, mi si perde confondendo la Cassia-Braccianese con la Cassia-Veientana? Aspettiamo una buona mezz’ora il suo arrivo, ma nulla tanto che qualcuno inizia a spazientirsi e ad andare via. Come mio debutto da apripista e organizzatore non è niente male: un battesimo di fuoco!
Dopo il passaggio di un corteo di Ferrari che aveva fatto tappa proprio li, insieme a noi
e salutato Fernando giunto qui con suo Nuovo Falcone giusto per riservarci un saluto, per non far innervosire di più gli altri partecipanti, di comune accordo con Renzo (che conosceva il percorso) e Ube decidiamo di partire lasciando loro due ad aspettare il Presidente in ritardo (bell’esempio!) mentre Sasy fa da ‘scopa’ chiudendo il gruppo!
Imboccata la Cassia Bis, ci dirigiamo verso Nepi e da qui verso Civitacastellana, svoltando poi verso Orte Scalo e raggiungere così Amelia dopo circa un ora e dieci minuti di viaggio. Posteggiate le moto dinanzi al bar dove ci fermammo nel lontano Marzo 2016 quando andammo a visitare Todi ed io ero senza Sara (NDR: Anche in questo caso, le foto mancano fino al loro ripristino), mi accorgo che il gruppo si è ricompattato: ci avevano infatti raggiunto Renzo, Ube e Sgam-One.
Conoscendo il personaggio lo abbiamo perculato un po’ tutti, ma la sua nonscialànz e lo scaricare la colpa su di noi dicendo che le indicazioni sul luogo di ritrovo erano poco chiare mandano ancora di più in bestia Renzo, tanto che sembrava di assistere ad un botta e risposta simile ad una sceneggiata che non si vede nemmeno in una coppia che litiga!
Placati gli animi con una bella colazione cappuccino e cornetto si riparte per la tappa successiva, ma stavolta l’emozione mi porta a imboccare una strada parallela a quella che avremmo dovuto percorrere, ma che ci porta ai parcheggi turistici. Fortunatamente il mio senso dell’orientamento mi fa intuire che bisogna rifare il giro tornando verso la strada proveniente da Orte percorsa in precedenza così riguadagniamo la rotta giusta e proseguiamo raggiungendo Renzo, Sasy e Franco che avevano preso invece la direzione esatta e che si erano ritrovati in testa senza capire come e perché!
Attraversando i piccoli e all’apparenza interessanti paesi di Lugnano in Teverina e Alviano, giungiamo così nella bella Civitella d’Agliano.
D’improvviso il paese, che sembra quest’oggi disabitato tanto era silenzioso e con poche presenze in giro, col nostro arrivo sembra rianimarsi. Il mosciore locale viene squarciato dai nostri schiamazzi, soprattutto dal vocione di Sgam-One che rimbomba nei vicoletti che conducono al centro storico, verso il quale ci dirigiamo. Ammiriamo le opere ‘meccaniche’ fatte di pezzi di auto utilizzati dal genio creativo di un certo ‘Luigino da Civitella’
e passando l’arco di ingresso al centro storico
giungiamo nel piazzale principale del paese, sottostante la torre.
A questo punto avremmo dovuto visitare la torre, o almeno questo era nelle mie intenzioni, ma la risposta ad una delle due email che ho inviato in precedenza alla locale pro loco ad entrambi gli indirizzi reperiti dal sito istituzionale del Comune, oltre ad un paio di telefonate a cui non ho ricevuto risposta, la risposta dicevamo mi è arrivata alle diciassette di sabato diciannove! Dato che bisognava prenotare, il tempo di chiedere a tutti chi avesse voluto visitare la torre non era sufficiente e fra l’altro l’orario di apertura era dalle dieci a mezzogiorno, ma era mezzogiorno e un quarto circa, fatto sta che la torre era chiusa e non abbiamo potuto visitarla all’interno.
Tutta colpa del ritardo di Sgam-One!
Però il cancello che conduceva sulle mura era aperto, così ci siamo intrufolati e abbiamo potuto per lo meno scattare delle foto.
Immancabile, la foto di gruppo!
La caciara è tanta così che, una volta tornati in piazzetta, una vecchietta seduta su una panchina osserva contrariata!
Quel marpione der Poeta gli si siede accanto declamando versi d’amore…ma la signora è tutta d’un pezzo e gli rifila un bel due di picche!
Notiamo così nelle vicinanze una viuzza dal nome alquanto bizzarro: Via Cacciaglialtri!
Il perché di questo nome strano ce lo spiega proprio la vecchia signora: in pratica quella era una delle vie di ingresso al paese che durante gli assedi veniva utilizzata dai Monaldeschi per respingere gli assalitori.
Scendendo da Via Cacciaglialtri,
facciamo il giro attorno al centro storico e torniamo al parcheggio dalle nostre moto, dove Alfredo e Luigi e le rispettive consorti, assieme a due facce nuove delle quali non ricordo il nome, decidono di fare rientro a Roma congedandosi dal resto del gruppo che si appresta a raggiungere il ristorante presso il quale ho prenotato per il pranzo. Nei pressi di Civita di Bagnoregio mi tocca inseguire e recuperare il solito Sgam-One che con la scusa di fare delle riprese stava andando oltre senza darmi nemmeno il tempo di avvisarlo che avremmo dovuto svoltare a sinistra!
Recuperato il discolo Presidente, dopo circa venti minuti giungiamo al ristorante “l’incanto” presso la zona artigianale di Montefiascone, dove ci rifocilliamo con degli antipasti misti affettati/formaggi con bruschette e fiori di zucca, tagliatelle ai funghi porcini e abbondanti grigliate di carne, accompagnato il tutto da acqua e dell’ottimo vino rosso della zona, il tutto a soli ventidue euri a testa!
Salutati i camerieri e cuochi del ristorante (veramente ospitali e simpatici), il gruppetto perde altri tre pezzi: Rosario e la compagna tornano verso casa, così come un altro partecipante a bordo di un Le Mans II. Restiamo quindi Io, Sasy, Ube, Er Poeta, Franco, Renzo, Carmelo, Sgam-One e un altro che non ricordo il nome (pardon, ma era una ‘faccia nuova’).
A questo punto, gli impavidi guzzisti rimanenti si recano nella vicina Celleno a visitare il cosiddetto ‘borgo fantasma’, ovvero la parte vecchia del paese completamente abbandonata intorno agli anni trenta del secolo scorso a causa di frane e smottamenti che assieme anche ad alcuni terremoti nel corso degli anni, hanno provocato la distruzione di gran parte dell’abitato.
Posteggiamo le nostre moto nel piazzale sottostante al borgo, ma Sgam-One come al solito si deve distinguere: posteggia proprio sotto al cartello del divieto di sosta! Io e Ube sghignazziamo, ma il Presidentissimo se ne accorge e, sprezzante del passaggio di una coppia di turisti con passeggino al seguito ci lancia il suo anatema: “Che cazzo ce ridete?” facendo sorridere tutti quanti!
Saliti verso la zona principale, nel grosso piazzale antistante il castello Orsini, ovvero Piazza del comune che in passato aveva sede proprio nel castello, troviamo delle vecchie motociclette in esposizione davanti alla chiesa di San Carlo,
all’interno della quale era stata allestita una mostra di vecchi organetti, grammofoni, radio mangianastri e giradischi, intitolata ‘macchine parlanti’.
I ‘diversamente giovani’ del gruppo hanno potuto ammirare e ascoltare la musica riprodotta da quegli aggeggi perfettamente funzionanti con un pizzico di nostalgia dei tempi che furono. Alcuni riproducevano musica quasi tutta risalente al periodo del ventennio in maniera assolutamente perfetta, quasi meglio di quella riprodotta oggi dagli aggeggi ipertecnologici. Qui Sgam-One si lascia andare ad una delle sue battute infelici: “Eh! Dove vi ho portato…poi nun dite che nun ve porto mai da nessuna parte!”. Vabbè! Abbiamo tutti annuito per farlo contento, sapendo che le cose non stavano proprio così!
Continuando il giro,
nei ruderi meglio conservati e più stabili troviamo l’allestimento di alcune mostre sulla vita contadina di quelle zone nei tempi passati.
Ha destato particolare impressione un plastico che riproduceva il paese prima della sua progressiva distruzione e del conseguente, definitivo abbandono: in foto, dal campanile della chiesa fino alla fine del paese sulla sinistra, il paese non esiste più. In pratica la metà è stata completamente cancellata.
Dopo circa un’ora di girovagare tra i vari ruderi, il resto della combriccola recupera le moto e si riparte macinando gli ultimi cento chilometri per fare rientro al crepuscolo nella trafficatissima Roma dopo circa duecentoquaranta chilometri, proprio come richiesto!
Anche stavolta, tutto è andato per il verso giusto: i posti visitati hanno suscitato sicuramente l’interesse degli altri che mi hanno riferito di non essere a conoscenza della loro esistenza, pur avendo girato il Lazio in lungo e in largo! Come primo giro organizzato da me non posso che essere soddisfatto: a parte qualche mugugno iniziale per la partenza ritardata, sono riuscito a condurre alla meta diciotto persone a bordo di quindici motociclette e a tenere a bada, seppure con qualche tirata di orecchie, quel buontempone del Presidente!
Ma ora lo avviso: al prossimo giro (che già mi ha dato incarico di organizzare) se dovesse tardare, partiremo senza di lui!
Al prossimo giro!