(Ricerca E Commento), Di Antonio Di Domenico
Mentre poco meno della metà del volume dell’acqua prelevata alla fonte non raggiunge gli utenti finali a causa di dispersioni idriche, undici città capoluogo italiane sono interessate a misure di razionamento e due milioni e settecentomila famiglie lamentano irregolarità nell’erogazione. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, l’Istat tira le somme del suo uso e consumo in Italia.
Che, nell’Unione europea, è il primo stato per il volume di acqua prelevato per uso potabile: l’erogazione giornaliera per abitante del Belpaese ammonta a duecentoventi litri. E se al Nord, nove famiglie su dieci si dicono molto soddisfatte del servizio idrico di cui dispongono, nelle Isole sono sette su dieci e otto su dieci nel Centro e nel Sud. C’è, poi, una quota di nuclei famigliari che si discosta di gran lunga dalla media nazionale: in Calabria sono oltre il 26 per cento, in Sardegna, il 24 per cento e in Sicilia, il 27 per cento.
Nel 2018, la quota di famiglie che lamenta irregolarità nell’erogazione dell’acqua è pari al 10,4 per cento e dei duemilioni e settecentomila famiglie interessate, poco meno di un milione e ottocentomila vive nelle regioni del Mezzogiorno, dove, oltretutto, giudicano elevata la spesa per il servizio. I dati dell’anno scorso raccontano di un’Italia ancora troppo poco fiduciosa nel bere l’acqua del rubinetto: l’Umbria è la regione in testa alle altre per l’utilizzo di acqua in bottiglia, ma anche le Isole ne fanno un uso smodato, interessando il 69 per cento delle famiglie; la regione in cui si registra il valore più basso è il Trentino Alto Adige con il 43,7 per cento e la spesa media mensile è pari a circa dodici euro a nucleo famigliare, in aumento dell’11 per cento rispetto al 2016.
Per la fornitura di acqua in casa, invece, ogni famiglia ha speso quasi quindici euro al mese, con punte più elevate in Abruzzo, Basilicata, Puglia, Molise e Umbria. Cosenza e Trapani sono le due città che hanno subito maggiori disagi per la riduzione o la sospensione del servizio idrico, mancando per duecentoquarantacinque giorni nella prima e centottanta nella seconda; critica anche la situazione a Catanzaro, Palermo, Sassari, Agrigento, Reggio Calabria, Avellino e Latina.
Antonio dice: “Io aggiungo il Molise, terza in classifica e Campobasso, addirittura prima per le perdite degli acquedotti:
Si risolverà mai questo problema?”