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Giornata Nazionale Del Camminare: Oggi L’Evento

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria, Dal Municipio Di Gambatesa E Presa Da Internet Da “Il Segreto Di Pulcinella”

Ovvero: Quanto Accade Di Falso Anche A Gambatesa

Incontro In Piazza Municipio Per La ‘Giornata Nazionale Del Camminare’, del 13 ott 2019, 09,14,51

Cinque cavalli, due cani ed una trentina di persone, di cui i due terzi forestieri. Ecco in quanti sono stati presenti stamattina alle nove e un quarto, (all’anima della puntualità, si doveva partire alle nove), pronti alla ‘mobilità dolce’, proposta anche a Gambatesa.

Ambulanza Della Misericordia Di Riccia, del 13 ott 2019, ore 08,29,39

Semplicemente: loro fra loro, gente venuta da fuori paese compresa!

Escrementi Di Piccioni Davanti Casa Di Francesco Massimo, del 13 ott 2019, ore 08,18,45

Nel frattempo, tutto è stato preparato per creare il clima del ‘rispetto ambientale.

Locandina

Dell’argomento che analizzerò brevemente di seguito, ne ho già trattato lo scorso quindici settembre per esprimere dubbi su quanto di politico verrà proposto con l’evento ed a seguire il successivo ventisette settembre perché da quanto divulgato dagli organizzatori, sembrava che questi si fossero svegliati e finalmente avessero adottato il proverbio che dice che “ad ogni lavoro spetta premio”. In fine, per rincarare la dose, ho espressi i miei dubbi sull’intera trovata pubblicitaria qui una settimana fa e tutto ciò lo potete esaminare cliccando i collegamenti ipertestuali appena proposti.

MAPPA-PERCORSO-GIORNATA-DEL-CAMMINARE-2019

“Gambatesa, Cimitero, c.da Cese, Incrocio SP 114, SP 114, Incrocio SS 645, SS 17, Azienda Agricola ” il fruttuoso carmelo”, Gambatesa”. E’ questo il percorso “immerso nella natura”, proposto.

Dunque, partendo da piazza Municipio del paesello, (sicuramente dopo il ‘sermone’ di rito e comunque in abbondante ritardo), si arriva al cimitero, (presumibilmente scendendo per via Dietro Gli Orti), per poi prendere la strada interpoderale che porta a contrada Cese, (una volta perfettamente funzionante, oggi ridotta al rango di mulattiera, con buona pace della locale amministrazione che si vanta di aver lavorato anche per la manutenzione delle vie dell’agro del borgo), e percorrerla tutta, fino ad arrivare all’incrocio con la strada che collega Tufara alla valle del Fortore.

Questa via, fortemente voluta negli anni settanta del secolo scorso dai tufaroli, è stata costruita con la contrarietà espressa fra i tanti, più volte dal geologo, allora Presidente della sezione molisana di Italia Nostra, (nonché mio insegnante di scienze presso il “fu” Istituto Magistrale “regina Elena” di Campobasso durante i primi anni ottanta del secolo “lungo e breve”), il professor Renato Salvatore, avversione dovuta alla ragione per la quale il manufatto è stato impiantato su un terreno altamente franoso che periodicamente richiama l’uomo alle sue ‘responsabilità’ e questo, per tutta risposta, se ne frega continuando a violentare la natura come può, cosa che nell’agro del Fortore non è nuova, vedi quanto continua in maniera imperterrita ad accadere ad esempio in contrada Macchie a Gambatesa, dov’è stata a suo tempo costruita una strada che la terra ha distrutta con eventi più che prevedibili ed oggi viene ancora una volta ricostruita, proprio da chi stamattina, per conquistare un po’ di pubblica visione, si erge a paladina dell’ambientalismo.

Percorso l’ultimo tratto della strada appena richiamata, si arriva a lambire la davvero salutare SS 645, (fondovalle del Tappino), che di domenica non è trafficata da camion che trasportano su gomma quanto si potrebbe trasferire utilizzando una ferrovia che da queste parti non c’è o da automobili usate dai pendolari che vanno a lavorare nel capoluogo di regione per mancanza di un serio sistema di mezzi pubblici, per cui esiste la concreta possibilità di non intossicarsi con ciò che viene emesso dai tubi di scarico dei veicoli maledetti da cotanto fanatismo, ma soprattutto si ha la quasi certezza di non venir investiti dai ‘diabolici prodotti dalla perversa mente dell’uomo inquinatore’, atteso che pur essendo la terza strada di collegamento fra il nord ed il sud dell’italico stivale, la via in questione è stretta, come Molise che non esiste merita.

Scampati i pericoli di cui ho appena detto, s’imbocca la ex SS 17, dalla rotatoria del Fortore. Qui ha senso parlare di “immersione nella natura”, visto che l’arteria in questione, una volta fiore all’occhiello delle strade nazionali, è stata abbandonata a sé stessa e la natura giustappunto, ha ripreso poderosamente il sopravvento, per cui percorrere quel tratto di non si sa più bene cosa, vuol dire entrare nella foresta. Risalendo, si arriva al punto pubblicizzato più volte, forse l’unica azione realmente produttiva di tutta questa storia e dopo essersi fermati e magari aver acquistato anche qualche bene voluttuario, si riparte per tornare in paese e come disse a suo tempo un nostro concittadino, andare a mangiare “ognuno a casa sua”.

Tutto bene, ma tolto l’ultimo tratto di strada, dov’è la tanto declamata “immersione nella natura”?
Forse per ciò s’intende il fatto che sulle strade citate non passa più nemmeno una macchina?
Ma quelle percorse, le possiamo ancora considerare ‘strade?

C’è davvero poco di cui vantarsi: Questo è il risultato dello spopolamento, non una virtù locale!