Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Lo Voglio Sapere
Ricorre oggi il primo anniversario dell’incidente sul lavoro, nel quale ha trovata la morte il dipendente del municipio di Gambatesa Carlo Concettini. Ad un anno da questa morte, si sa chi ha ‘partecipato’ affinché si raggiungesse tale obiettivo?
Il ventiquattro aprile del duemila, saltò in aria il palazzo dello I. A. C. P. di via Prima Traversa Aldo Moro a Gambatesa. Se scrivo, è perché quel giorno non sono morto, nonostante avessi da tempo segnalate alla procura della repubblica di Campobasso in primis, ma a tutti coloro cui ho potuto scrivere, anomalie che poi si sono puntualmente verificate, con per risultato comunque un morto giustappunto, che per sfortuna di tanti non fui io. Allora, per poter riavere le nostre cose ed abbandonare quella parte di Stato che non è più, per colpa della burocrazia e di chi fece le ‘indagini’, fummo costretti ad attendere una settimana. Poi, all’italiana, tutto fu regolarmente insabbiato e si disse che a proposito del morto, la situazione venne risolta per il meglio.
Lo scorso anno, dopo la tragedia, a Gambatesa è stata sequestrata la via di piana San Nicola per ben quattro mesi, cosa che mi ha visto protagonista di una protesta che ha previsto che io scrivessi ogni diciassette dei mesi che sono andati da novembre a gennaio, (qui la chiusura), perché prima ero ancora interdetto. Carlo Concettini, già da qualche anno non mi rivolgeva la parola, nonostante i trascorsi con la sua famiglia, cosa che non richiamo, atteso che valga comunque e sempre il proverbio: “Fa bene e scordalo”, ma solo per questo posso risentirmi e dichiarare ai quattro venti che lo scritto di oggi esula dal fare una richiesta a nome di quella persona anche perché lo scorso giugno, a mezzo whatsapp, c’è stata chi ha protestato perché chi ha subito quanto in tema “deve riposare in pace”.
Non m’interessa dunque nemmeno indagare se “risolveranno per il meglio” anche questo ‘incidente’, ma voglio legittimamente sapere come stanno le cose, atteso che per quattro mesi e per colpe non mie, ho dovuto subire il disservizio della chiusura di una strada, operazione che deve aver portato per forza a qualche risultato che va comunque divulgato, non fosse altro che per il rispetto che si deve al resto della cittadinanza che paga le tasse.
Le commemorazioni servono a far vendere un po’ di fiori e qualche volta pasticcini e spumante. Io credo che invece certe azioni dovrebbero essere necessarie a far sì che determinati errori non accadano più, cosa che se guardate la foto appena proposta, non si direbbe. C’è a Gambatesa chi ha dichiarato di aver avute “sofferenze indicibili” per qualche parola di troppo, emessa da chi scrive per reazione a quanto la ‘sofferente’ ha programmato e regolarmente portato a termine per distruggere la vita di altri due nostri concittadini. Costei, troppo impegnata a tappare la bocca ai dissidenti mediante ricatti che lei vorrebbe far passare per legalità, è bene che ricordi che l’esser ‘pubblico ufficiale’, prevede che chi riveste tale carica abbia il controllo di ciò che ha in affido, imprese terze comprese. Non si può non vedere la totale inosservanza delle più elementari norme di sicurezza sul lavoro per permettere a chi dice di lavorare giustappunto, di farlo in quelle condizioni per lasciar tempo a chi lavora in questo modo, di andare ad arrotondare presso ditte compiacenti. Ciò perché se poi accadono ‘incidenti’ come quello di un ano fa, davvero si può arrivare a patire “sofferenze indicibili”, magari sedendo sul banco degli imputati, pur vantando la laurea in Legge, ottenuta con centodieci e lode.
E questa è una costatazione di fatto.