Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Presa Da Internet Dallo Stesso
Nel Molise Bisogna Tener Conto Anche Di Questo
Iniziamo la settimana, andando a chiudere il discorso onestamente ed apertamente cominciato venerdì scorso, in attesa dello sviluppo degli eventi.
Non l’ho dimenticato, oggi lo dico: la sentenza di venerdì scorso ha finalmente messo in luce un altro fatto, già accennato il ventitré giugno duemiladiciassette. Quel giorno ebbi modo di sentire con le mie orecchie in Gambatesa: “Tanto a quello non lo rinvieranno mai a giudizio perché non ci vede!”. Sono stato rinviato a giudizio e sono stato anche assolto, così come ora sono stato condannato in primo grado, per altro da chi lo scorso anno ha firmata l’autorizzazione all’apertura di questo giornale, cosa leggibile ed esposta in maniera trasparente. Prima della lettura della sentenza avrei voluto dire la mia, ma mi sono accorto che tutto era già stato definito e quindi ho desistito per ottenerne almeno questa soddisfazione. Ringrazio dunque la giustizia italiana per aver, (magari solo per sbaglio), per una volta applicata la Legge del siamo tutti uguali, evitandomi l’onta di non venir trattato come gli altri nel bene o nel male per via del mio deficit che è e resta un mio problema. In Molise bisogna tener conto anche di queste sfaccettature della vita, cosa che spinge tanti ad andarsene o a non venire qui, nonostante ‘sirene’ che pensano che con qualche contentino in termini di pubblico danaro elargito, riescono a risolvere il problema dello spopolamento che fra le altre spinte ha pure il retroterra culturale basso che poi porta a simili considerazioni. Qui, in questo civile paesello, c’è ancora chi, nella sua personale insicurezza, anziché presentarsi a chi vuole che lo/la riconosca, mi domanda se l’ho riconosciuto/a… La cosa più sconcertante, sta nel fatto che spesso a rivolgere simili domande sono giovani, evidentemente tali solo per anagrafica.
Piuttosto, pensiamo che posso andar fiero del fatto che senza essere avvocato, sono stato capace di mettermi contro più d’un appartenente alla categoria protetta dal santo appena proposto in foto e questa è una soddisfazione che costa, ma che mi ripaga di tante sofferenze patite in nome del “tu sei di seconda categoria”, stupida imposizione che in Molise ed a Gambatesa in particolare vorrebbero costringermi ad accettare. Se verrò riconosciuto ‘delinquente’, almeno sarò trattato come tutti gli altri esseri umani e lo ribadisco: cosa non di poco conto.
Per il resto, voglio chiudere lamentandomi della vera condanna che mi è stata inflitta. Già nel duemilatredici, visto che la cosa iniziava a diventare troppo seria, avrei voluto smettere di scrivere. La stessa cosa è accaduta in prossimità della chiusura di gambatesaweb, quando, se l’intelligenza avesse avuta la meglio sui miei detrattori, mi sarei chiuso da solo per mancanza di centro di coordinamento, atteso che tredici giorni dopo l’oscuramento del mio sito, Chi si era occupato fino a quel momento della parte giornalistica vera e propria, è emigrato in Emilia per lavorare, lui e la moglie con contratti a tempo indeterminato per entrambi e far crescere il loro figlio dove c’è vita e futuro, non certo dove impera la più nera desolazione.
Ora le cose si sarebbero messe allo stesso modo, atteso che come ho scritto già diverse volte, nel Molise in generale, a Gambatesa in particolare, tolto il ripetere e ribadire quanto già è stato scritto più volte negli anni, non c’è nulla di nuovo da proporre a voi, miei quattro lettori, eccetto l’attesa per l’arrivo di ‘sorella morte consolatrice’ che pian piano ripulirà questa valle di lacrime e di questo importante punto tornerò a parlare nei prossimi giorni. Avrei voluto chiudere a fine mese perché la vita, quella vera, spesso porta novità e treni che vanno presi per potersi dire ancora vivi, ancora produttivi. Avrei ben altro da fare che continuare a gridare nel deserto sempre le stesse cose, ma l’onore va difeso, soprattutto se come avversari ci si trovano di fronte, mediocrità tendente alla nullità e il peggio che ne deriva in termini di qualità politiche che poi ci riducono come siamo ridotti. La condanna a continuare a dire la mia dovrà necessariamente venir eseguita, in nome dell’onore di chi ha difeso ciò che ha ritenuto giusto dal comportamento dei notabili che credono di avere in possesso una regione, senza accorgersi che dal di fuori vengono derisi e sbeffeggiati da chi il potere ce l’ha seriamente.
Volete Ancora Venire In Molise?