Di Marco Frosali
Brutti Incontri A Capranica
Il tempo incerto e l’incombenza di dover sostituire entrambi gli pneumatici al Rondone,mi hanno portato ad optare per un giro breve nell’ormai famosa Tuscia e così,dopo aver visitato Sutri nel mese di Marzo, stavolta decido di fare un salto nella vicinissima Capranica.
Ovviamente,io e il Rondone imbocchiamo la Cassia Bis e dopo circa un’ora di viaggio, posteggio il fido compagno di viaggio in un ampio parcheggio sottostante al centro abitato di Capranica e decido di affrontare la ripida scalinata delle mura di cinta che conduce al centro storico,
il cui accesso avviene varcando un piccolo arco sulla sommità della scalinata.
Centro storico molto carino, silenzioso e ben tenuto, con le caratteristiche case in tufo e gli immancabili vicoletti pieni di archi,
decorazioni caratteristiche,
Chiese
e,soprattutto,nomi caratteristici,come ad esempio Vicolo Forno da Piedi (forse prima c’era un forno all’inizio del vicolo),Vicolo della Spezzieria (forse vi si vendevano spezie),Vicolo dell’Inferno (che di infernale sembra che non abbia nulla),Vicolo Topo (un vicolo cieco, angusto e anche un po’ sporco, proprio come la tana di un topo) e,dulcis in fundo,Via della Viccinella,che mi fa pensare a Gambatesa visto che suona come un soprannome del luogo!
Sono inoltre presenti un paio di ristorantini dove,a guardare i menù esposti che fanno venire l’acquolina in bocca solo a leggerli,si spendono si e no 40 euro per un pasto completo se tutto va male.
Proseguendo il cammino, giungo dall’altra parte del paese,dove si trova un’altro arco più grosso e ricavato tra le mura del Castello degli Anguillara e sottostante ad una torre con un orologio,da cui si entra ed esce dal centro abitato direttamente sulla Cassia.
Qui si trova un’altra chiesa, quella di San Francesco, in stile Romanico.
A questo punto, essendo finito il paese, decido di tornare indietro cambiando però il percorso, in modo tale da visitare la parte che costeggia a strapiombo la Cassia, solo che imbocco un vicolo cieco che mi costringe a tornare indietro e a passare ed ammirare,la graziosa Piazza Padella, tutta ornata con vasi fioriti,ben tenuti e curati.
Percorrendo a ritroso la via principale del centro, mi imbatto nel boss del paese: un bel micione fulvo, appartenente alla locale colonia felina dei ‘Lo Gatto’ che mi guarda con disprezzo!
Ma ancor più timore incutono i suoi ‘picciotti’ appartenenti ai Micino che,da tre che ne erano in un primo momento,
chiamano rinforzi e diventano sei!
Non avendo cibo da dare a loro come pizzo per visitare il centro decido di tornare di corsa al parcheggio, recuperare il Rondone e battere in ritirata!