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Sant’Antonio

Di Vittorio Venditti
(foto E Video), Di Salvatore Di Maria
(audioriprese), Di vittorio Venditti

Fra Cronaca E Riflessione

Oggi, come tutti gli anni, quasi mai nel giorno prefissato da Santa romana Chiesa, si è celebrata anche a Gambatesa la festa in onore di Sant’Antonio Da Padova, festa a sfondo unicamente religioso, nella quale è accaduto però qualcosa che a mio modesto parere, null’ha a che fare con la religione, intesa secondo quanto proposto dall’Insegnamento impartito da colui, di cui il santo festeggiato oggi, si è dichiarato Discepolo:
Gesù Cristo.

sant’Antonio In Chiesa

Come in ogni festa che si rispetti, anche questa mattina Gambatesa è stata svegliata dal passaggio della banda, in questo caso si trattava di quella intitolata al Maestro Donato di Maria, banda diretta dalla di lui figlia: Vanna.
Poi la Messa,

Canto Iniziale

Alleluia

Vangelo Sant’Antonio

nella quale Don Fabio ha ricordato il modo di agire di Fernando, (poi chiamato Antonio) modus operandi basato sulla semplicità d’azione e portato avanti nella massima umiltà e rispetto del Maestro, modo di fare che ha fruttato al nostro Antonio la qualifica di Santo.

Offertorio

Santo

Agnello Di Dio

Eucarestia

La Messa è stata proposta ai fedeli, seguendo proprio i canoni dettati dal comportamento di Antonio, cosa che mi ha permesso di apprezzarne il contenuto, se vogliamo, ancor più del normale.
Questa Messa infatti, era in tutto e per tutto simile a quella che possiamo ascoltare ogni domenica del normale calendario liturgico, vale a dire quando, oltre alla Domenica, non si festeggia altro.

Ciò, almeno fino all’Eucarestia, quando si è verificata una cosa che mi ha dato da pensare, cosa però, già risolta in maniera radicale, così come leggerai di seguito.

Avrei dovuto registrare anche il canto finale, ma visto il precedente episodio, e considerata la cafonaggine dei gambatesani che al termine di ogni funzione religiosa, stando ancora in chiesa, scatenano la loro loquacità, tanto da far assomigliare il tempio Cristiano, a quello Ebraico, da cui Gesù Cristo cacciò a suo tempo i “Mercanti”, considerata la cosa improponibile alle tue orecchie, oltreché non registrabile, vista la mia serietà, ho preferito desistere ed uscire anzi tempo, per prepararmi alla foto che ti mostro

Sant’Antonio Esce Dalla Chiesa

Che propone l’inizio di una processione, portata avanti sotto una canicola, degna del periodo di fine luglio-inizio agosto.

Marcetta Bandistica

La marcetta appena proposta invece, è stata registrata a partire da via Dietro gli Orti, per arrivare in piazza Riccardo, fra un mistero e l’altro, recitati dal sacerdote, ma poco seguiti da gente che vociava e parlava dei fatti propri con chi era vicino.

Alle dodici e quaranta, fatto il giro del paese evitando di “colpire” i ricordini, (neanche tanto piccoli), lasciati strada facendo dai tre o quattro cavalli che davano inizio al corteo, in rappresentanza di una tradizione che vorrebbe che il Santo del giorno, si facesse promotore di una petizione diretta all’Altissimo, avente per oggetto la richiesta di far godere tutto il bene possibile ad animali e relativi proprietari, alle dodici e quaranta, dunque, tutto aveva termine e così sarebbe stato anche per questa mia ennesima farneticazione.

Ma è solo cronaca?

Come anticipato no, e per questo, ti tocca leggere il seguito, scritto che forse non ti piacerà, ma che per dovere di onestà nei tuoi confronti, (oltreché per dare ancora una volta la dimostrazione pratica del mio essere “Voce fuori dal coro”, non è solo un dire o un marchio, ma è una scelta di vita, costi quel che costi, propongo all’insindacabile giudizio della tua intelligenza.

Come detto, quasi al termine della Messa, dopo aver ascoltate, (non solo sentite), le parole che proponevano il messaggio di Antonio da Padova, pieno di buone intenzioni, mi preparavo per accostarmi al Corpo di Cristo.
Nello stesso tempo però, su richiesta privata di qualcuno dei miei cinque lettori, che in un messaggio bello e sincero, m’invitava a renderli partecipi il più possibile di quanto avviene anche nella nostra chiesa, “è bello potermi sentire più vicino a te che hai la fortuna di vivere nel mio amato paese, potendo stare virtualmente con voi durante la Messa”, non potendo avere il dono della bilocazione come Padre Pio, registratore alla mano e cuffia di controllo infilata solo nell’orecchio destro, mi mettevo in fila per arrivare all’altare, concentrato a dovere, ma nello stesso tempo, impegnato, non senza sforzo, ad acquisire quanto ti ho proposto.
Da dire che quanto messo in opera questa mattina, era stato già fatto domenica scorsa, durante la festa del Corpus Domini, quella sera, senza alcuno strascico.

Oggi no.

Arrivato all’altare, ero talmente concentrato, in attesa dell’Ostia, che non mi ero accorto del fatto che Don Fabio si era fermato, e non sarebbe andato avanti con il darmi la Comunione, se non mi fossi tolto l’auricolare che tenevo infilato nell’orecchio destro.

Visto il volere del Celebrante, ho immediatamente ubbidito e così facendo, ho riavviato il ciclo appena interrotto.

Ora il fatto si fa serio.

Come da quando ho aperto questo canale dico, tutto il lavoro che ti propongo, unitamente a quello portato avanti dai miei collaboratori, non è posto in essere per ragioni di mero guadagno, o di malcelata megalomania.
Ogni cosa che viene messa in rete da gambatesaweb, nel bene o nel male, è proposta per dare a te che hai la pazienza di leggerci, una possibilità in più per conoscere la realtà, possibilità che se si parla di democrazia, prevede anche il dire di chi la pensa in maniera diversa, e soprattutto prevede che questo Dire, sia trattato alla stessa stregua di tutte le altre voci.
Almeno dal millenovecentosettant’otto, a Gambatesa, in maniera più o meno esplicita, ciò viene sistematicamente vietato, in nome di interessi quasi mai chiari, ma sicuramente derivati dalla volontà, per niente celata, di imporre idee non sempre condivisibili, a chiunque ed a qualsiasi costo.
Questa, e non altre, secondo me è la chiave di lettura dell’episodio di questa mattina, episodio che sembrerebbe una mancanza di rispetto verso i sacramenti, ma che in realtà voleva essere solo una forma di servizio verso chi non ha la fortuna di vivere nel nostro paesello.

Affido alla tua intelligenza, la diversità di trattamento di quanto da me fatto durante la Messa del Corpus Domini, e di quanto da me, allo stesso modo, riproposto durante la Messa di questa mattina.

Sia allora che oggi, ho presa l’Ostia;
Sia allora che oggi, ho registrato il Canto proposto durante l’eucarestia;
Sia allora che oggi, andando all’altare, avevo la cuffia infilata nell’orecchio destro, come spia, al lavoro che stavo facendo:

Perché questo diverso trattamento?
L’intimazione che mi è stata imposta da Don Fabio, è farina del suo sacco?
Quanto ha inciso ciò che ho scritto lunedì scorso, a proposito degli altarini riciclati durante la processione del Corpus Domini?
A chi dà fastidio il fatto che ti permetta di sentire e vedere quasi in tempo reale ciò che accade a Gambatesa?
La Chiesa come Il Castello?

Se quanto accaduto oggi fosse stato imposto da Don Peppino, lo avrei potuto anche capire, visto che lo conosco quasi da quando sono nato, e che il Nostro, raggiunta l’invidiabile età di settantatré anni, potrebbe essere indotto a comportarsi così, non volendo comprendere che i tempi cambiano e che un lavoro, fatto per giunta gratuitamente, non è in essere per offendere chi che sia, in particolar modo Colui che ci ha creati.
La cosa mi offende profondamente invece, perché proposta da un giovane Viceparroco che ha meno della metà degli anni del nostro Parroco, giovane che dovrebbe avere una visione della vita un po’ meno sospettosa ed arroccata su falsi teoremi che chi ha interesse, vuol far passare per verità assoluta.

Lasciando alla tua intelligenza ogni giudizio in merito, evito di scendere più in basso, sicuro del fatto che il mio operare è stato, è e sarà proposto esclusivamente a fin di bene per te che ti ostini a farti del male leggendomi.
Pur avendo altri dispositivi, invisibili al sacerdote e o a certi sedicenti “depositari della Verità” e di conseguenza, pur potendo continuare a svolgere il mio compito in incognito, a partire da oggi, eviterò di proporti ciò che accade nella nostra chiesa, ovviamente tranne nel caso in cui capiti qualcosa di particolare.
In quel caso, è bene che si sappia, mi potrà fermare solo Dio, e se ciò accadrà, piaccia o no a chi gestisce la chiesa di Gambatesa, sicuramente non avverrà per loro mano.

Ciò, per quanto concerne l’interno dell’edificio di culto.

Per il resto, se pur ci provano a fermarmi, e questa non è la prima volta, sappiano costoro, che se nulla è impossibile a Dio, quasi tutto è possibile a satana e che se io vengo considerato tale dai Nostri, loro non possono essere eguagliati all’Altissimo, ciò non solo per effetto di quanto pensi la mia mente malata.
Di conseguenza, se è vero che io non ti proporrò più i canti della scola cantorum, (a proposito: se l’altra volta era diretta da Angelo Iannone, quest’oggi il gruppo era capitanato all’organo da Raffaele Marchione, così, almeno hai tutte e due le versioni di esibizione), è altresì ovvio che, non certo da benpensante, ma da “Voce fuori dal coro”, non dovendo render conto di nulla a nessuno al di fuori di quelle mura, tu continuerai a leggere di tutto di più, ed io non farò la fine di Radio Gambatesa, costretta alla chiusura da chi, visti scoperti alcuni nervi caldi, ha pensato bene di curare in maniera radicale quel tipo di ferita che per chi ha malattie del ramo sarebbe stata letale.
Mi consola inoltre il fatto che i messaggi Cristiani, lanciati ma immediatamente ed accuratamente non rispettati, risultano vuoti.
Questo fatto, al di là del servizio che non verrebbe più a tuo vantaggio, mi rincuora, pensando che le parole ripetute anno per anno allostesso modo, proprio per la loro inefficacia innanzitutto su chi le propone, divengono doppioni di sé stesse, quindi, inutili da riproporre, pena l’annoiare chi legge, rendendo di più bassa lega il lavoro fatto da chi scrive.

Detto ciò, io continuerò a scrivere.
E la soddisfazione maggiore, consisterà nel fatto che, non fosse altro che per problemi di sopravvivenza, altri, coloro che non vogliono che io scriva, saranno costretti a continuare a leggermi.

Ecco come falsità ed invidia distruggono chi le propugna.