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Una Notte Con La Stock 84

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giacinta Venditti E Salvatore Di Maria

La Notte Più Lunga

Avevamo lasciata la nostra Stock 84 alle prese con le prove, (musicali e di appetito), che anticipavano il clima del Capodanno a Gambatesa.
Oggi, 2 gennaio, ancora in preda ai postumi dell’altra notte, provo a ricordare il più che posso, per lasciare un’impronta della notte stessa e dell’esperienza vissuta da me e la squadra cui appartengo.

Per la verità, la nostra Santa Notte, inizia parecchio prima e, nell’augurarti il buon anno, qualche anticipo te l’ho già fornito.

Sto parlando della bella iniziativa che ci è stata offerta da Don Peppino e Don Fabio, con la benedizione delle nostre squadre e l’augurio di buon anno, lasciato a noi durante la Messa di ringraziamento.

Non mi sembrava rispettoso, per cui non ho fatto fotografare la chiesa, ma ti assicuro che la stessa era piena come, se non di più della notte di Natale.

In diversi, (spece se reduci dal concertare), abbiamo portati i nostri strumenti con noi, e qualcuno più audace, è andato a prendere la comunione senza separarsene.

Il bello, veramente tale, è avvenuto alla fine della messa all’esterno della chiesa.
Infatti, tutti coloro che avevano a portata di mano il proprio strumento, (compreso chi scrive), hanno improvvisata una squadra generale e hanno incominciato a suonare ogni genere di marcetta, in modo da fare più chiasso possibile.

Da dire, che come se tutti avessimo concertato insieme, c’è stata una vera e bella univocità di suoni, così, da incutere interesse anche nei sacerdoti che poco prima, (forse pentendosi), ci avevano benedetto.

Pentendosi?

Ma che! guarda questa foto che li ritrae sul portone della chiesa e trai il tuo commento.

Peccato che in chiesa il vino lo avevano bevuto solo loro!

Ovviamente non potevano mancare le maidunate ai nostri ospiti, compresa quella di Gianluca Giorgio che, in sintesi, ricordava che “Questa casa ‘namm mai fatt)…

Era chiaro che il coinvolgimento dei nostri sacerdoti non poteva fermarsi alla sola espressione, ma ne doveva acquisire anche il fatto.
Così, il più scatenato dei due, ha pensato bene di unirsi alla nostra squadra di scapestrati, oltreché con lo spirito anche con il corpo e con la voglia di suonare.

POTENTE!!!

Questo fatto ha scatenata ancor di più la voglia di fraternità e di amicizia, che non si poteva meglio esprimere, se non, davanti la Casa del Signore.

Dopo questa bella parentesi e la cena che ogni squadrista ha consumata in casa, (ciò, almeno per la Stock 84), si è proceduto all’adunanza delle squadre, ognuna secondo gli accordi precedentemente presi.

Scendendo nel particolare della nostra squadra, si è deciso di riunirsi alle ventuno, ma in un posto insolito: davanti la caserma dei carabinieri.

Perché questa bizzarria?

In pochi lo sapevano, ciò, per evitare il diffondere la notizia, magari in maniera involontaria; fatto sta che all’appuntamento, oltre ai componenti della Stock 84, si è presentata la mascotte, una bruna alpina, cui daremo il nome convenzionale di Carolina.

vacca con la squadra, foto di rappresentanza

La Nostra, per nulla impaurita dal frastuono e dai botti sparati, (botti che non si potevano sparare ma che venivano regolarmente venduti in piazza),

bancarella dei botti

Se ne stava fra noi paziente e mansueta, forse chiedendosi a che punto volevamo arrivare.

In molti, si sono presentati così come puoi vedere da questa foto

guarda là

in parecchi sono arrivati all’appuntamento già adeguatamente carburati, tutti, ci siamo riuniti in attesa di poterci divertire e sfogare, almeno a parole, contro chi, normalmente si pone un gradino più in alto di noi.

Per puro dovere di cronaca, ti riporto il fatto che Carolina, e non poteva essere diversamente, è stata la più fotografata, sia dai gambatesani, (che certamente non si aspettavano una simile bizzarria), sia dai nostri amici camperisti che, dal giorno prima avevano invaso festosamente Gambatesa.

In tanti, strada facendo, si sono uniti alla Stock 84 così come alle altre squadre.

In tanti, dai più anziani ai bambini più piccoli, tenevano in mano la traccagliozza o sunagliera, che, anche non suonata, ti fa entrare da protagonista nel clima di Capodanno.

Su espressa autorizzazione di mio fratello Antonio (o Tonino che dir si voglia), e mia cognata Anna, ti mostro la foto di mia nipote, che riassume senza altre parole il clima di festa che cominciavamo a vivere.

Ha solo quattro anni e mezzo, da grande che farà a Capodanno?

Procedendo nell’andare avanti, (sempre con Carolina davanti alla Stock 84), abbiamo cominciato a rovinare la reputazione delle persone cui avevamo pensato di mirare.

Il primo è stato uno dei nostri cantori, Domenico Abiuso, cui, personalmente ho rimproverato, (sottoforma di maidunata), il fatto di aver chiuso il suo sito: www.tuttogambatesa.net, data la sua cocciutagine.

E rispondeva pure!

Andando avanti, portavamo la nostra Carolina fino ad entrare con il suo testone nei locali presi di mira.
Così abbiamo fatto da Salvatore a Ccett, così, dai fratelli cafetter, così, in prossimità di mezzanotte, a casa del nostro Sindaco che, piacevolmente meravigliato, ci ha accolto stappando personalmente lo spumante.

Da notare l’esperienza nell’agire

Carolina, (in quel caso particolare, è stata fedele interprete del malcontento che serpeggia in Gambatesa a causa dell’operato di Emilio Venditti, (il Sindaco), ed ha interpretato il nostro malcontento esprimendosi con i fatti, ma veramente con i fatti, che per decenza ti lascio solo immaginare.

Come Dio ha voluto, sempre accompagnati da Carolina, siamo andati a fare un altro giro per il paese, sempre più popolato di gente curiosa di sentire le nostre maidunate, finché non abbiamo deciso di acquartierarci

davanti alle poste

, per fare un botta e risposta di maidunate con chiunque si fosse voluto fermare con noi, e là abbiamo perso parecchio tempo, visto che gli astanti hanno gradita di cuore la nostra compagnia.

Andando ancora a zonzo, casa per casa, bar per bar, con Carolina in testa, siamo arrivati alle tre e mezza del mattino, e lì, di concerto con Giuseppe e gli altri proprietari della nostra vacca, abbiamo deciso che per quest’ultima fosse arrivata l’ora di rientrare in stalla, ed esser munta come di prassi.

Orfani della nostra componente, fino a quel momento più importante, abbiamo proseguito il nostro vagabondare di casa in casa, e siamo arrivati presso casa mia, dove, (e non poteva esser diverso), mi sono dovuto chinare all’attacco dei nostri cantori, attacco veramente gradito, sia da me che dai miei familiari; erano le quattro e mezza del mattino.

Andando avanti, ancora casa per casa, abbiamo cominciata a vedere la luce del nuovo giorno e abbiamo cominciato a perdere qualche pezzo che, forse per il troppo mangiare, sicuramente per l’abbondante Bere, ha scaricato il proprio quantitativo di energie ed ha preferito cedere alle lusinghe di Morfeo.

Certo! è sempre brutto che in guerra ci siano dei caduti, ma questo fatto non ferma la battaglia.
Così, quasi senza accorgercene siamo arrivati alle dieci, ma eravamo seriamente convinti di andare avanti, visti anche gli apprezzamenti che ci rivolgeva chi c’incontrava, e le continue aggiunte di persone sbandate, provenienti da squadre nel frattempo dissolte, o aggregate momentaneamente, magari durante l’incontro di due di queste che percorrevano la stessa strada.

Erano circa le dieci e mezza, quando, avvistato il presidente dell’associazione culturale i Maitunat, abbiamo pensato di visitarne l’abitazione, non prima di esser stati protagonisti di un botta e risposta a base di canzoni dialettali e maidunate, accompagnati in questo, anche da Pasquale Vezza, incontrato presso il bar Trash e Hish.

da giovanni carozza

In quel frangente, ho avuta la più bella sorpresa della notte.
Ho incontrato Mons! vale a dire Luca D’Alessandro, (il gestore di gambatesablog), e con lui ho voluto sintetizzare l’acerrima inemicizia fra il suo ed il mio sito.

Ecco a che livello è giunto il nostro reciproco odio

A questo punto, unitamente a Luca, la Stock 84 ha pensato di accompagnare i camperisti che lo desideravano, a sentir Messa, chiaramente, suonando e cantando il suonabile ed il cantabile.

Portata a termine questa missione, abbiamo proseguita la nostra camminata verso la base in cui, nei giorni precedenti, abbiamo consumato il rito del concertare.

Qui, un altro spettacolo nello spettacolo.

antonio e pina che ballano

Nella foto, puoi vedere il modo di ringraziare del nostro caposquadra, espresso nei confronti di chi, abitualmente ed ogni anno, mentre concertiamo, ci porta il caffè.

Sempre con lo stesso modus operandi, abbiamo visitato altre case, fino a fermarci in piazza Vittorio Emanuele a suonare con un gruppo di camperisti, integrando il nostro modo di suonare con la loro Pizzica, ovviamente creando qualcosa di davvero unico ed inripetibile: era mezzogiorno.

Sarebbe stata quasi ora di finirla, ma la soddisfazione per i risultati raggiunti e l’inrefrenabile voglia di continuare a godere di quella Festa, non ci ha fatto desistere, mandandoci avanti fino alle tredici.

Solo il richiamo, neanche tanto dolce, dei nostri familiari che c’invitavano a mangiare con le famiglie, ci ha fatto sospendere involontariamente quello “stare in Paradiso”.

Il resto è storia, ed in generale, lo hai senz’altro visto nella diretta di gambatesablog.

Certo, che da “voce fuori dal coro”, mi viene spontaneo denunciare l’unica pecca di tutta la manifestazione.

Premesso che, come senz’altro sai, per me la tradizione di capodanno termina nel momento in cui si cessa di andare a far maidunate per le case, e che qualunque altra aggiunta è solo tale, ed assunto che il miglior premio per chi ama la nostra Tradizione consiste nel poter arrivare a Capodanno proprio per fare le maidunate casa per casa, avendo partecipato alla successiva manifestazione-passerella che si è tenuta ieri sera sul palco appositamente predisposto in piazza Vittorio Emanuele, (solo perché integrato in una squadra), ho da proporre a chi ha gestita questa ultima parte di manifestazione, un consiglio per il futuro.

Visto che costoro sono riusciti a riportare in auge il nostro capodanno, alla stessa stregua di quanto accadeva trent’anni fa, sarebbe il caso che, come trent’anni fa, si riproponesse l’inizio della passerella stessa all’orario di allora: quattordici-quattordici e trenta.

Tutto ciò, non per cattiveria d’animo, ma per arrivare alla chiusura della manifestazione in ora più consona: venti-venti e trenta, così, da conservare il più possibile il pubblico in piazza, e non costringerlo ad andare via per il troppo freddo.

Questa è davvero l’unica critica costruttiva che mi sento di proporre; per il resto, onore ai vincitori, sia in campo musicale, sia, (cosa principale), nel far maidunate, il simbolo più bello di Gambatesa.