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Solerti E Schettini

Di Vittorio Venditti

E Lo Fanno A Nostre Spese

Oggi è la giornata del “Solerte Magistrato”.
Questa è un’altra freccia contro costui.

Tornando alla delibera di cui ho sparlato lo scorso dodici giugno, un altro argomento che salta all’occhio, lo possiamo trovare nella ragione del documento stesso:
Un Onorario da saldare.

Nella delibera infatti, si può leggere di quanto il municipio di Gambatesa deve al proprio avvocato, a proposito del “ricorso perento”.

Andando per ordine, ricordiamo che nel duemila, una ditta che aveva partecipato ad una gara d’appalto indetta da suddetto municipio, (amministrazione Di Renzo, ma la cosa non cambia), non soddisfatta del risultato ottenuto, aveva proposto ricorso.
Questo atto, va a capire perché, è stato abbandonato al giudice anche dal ricorrente, ragione per la quale il giudice stesso, non essendo nelle condizioni di emettere una sentenza, trascorsi i tempi imposti dalla legge, lo ha dovuto dichiarare perento.

Risultato?

Oltre alla mia derisione, di cui alla farneticazione dello scorso martedì, si è verificato che il municipio, avendo dovuto assumere giustamente un avvocato per la propria difesa, è stato di fatto condannato a doverlo retribuire, anche senz’aver avuta la soddisfazione che si era prefissato:

Il ribadire la correttezza del proprio operato.

A ciò, e questa cosa da ancora più da pensare, (volendo per una volta essere buoni), va aggiunto un episodio che mi è stato raccontato dall’attuale Sindaco in persona.
Sembrerebbe che poco tempo fa, il municipio di Gambatesa, avendo vinta una causa contro terzi, sia stato condannato alla ripartizione delle spese legali, cosa che in un paese la cui giustizia si dica amministrata da giudici sobri, non dovrebbe accadere neanche nei pensieri di scrittori di libri di fantapolitica.

Ma come! Io vengo citato in causa, e poi, dopo che il ricorrente non si è presentato, o, peggio, ho vinta la causa presso cui sono stato costretto a convenire, mi vengono lasciati gli oneri del caso?

Ma non è che con le manie di grandezza che affliggono l’attuale casta togata, questa sta emulando la C G Pelle, obbligando i propri componenti ad emettere sentenze, in stato visibilmente alticcio, per non dire da ubriachi?

Sarebbe così giustificata quest’ingiustificabile ulteriore forma di italiettana Schettinità!

Che andrebbe fatto ad un giudice del genere, ed al suo complice, il legislatore che ha partorita una legge con un vizio simile?

Il municipio, incolpevole per carità, operando con il nostro danaro, sicuramente ripagherà l’avvocato, che per altro è meno colpevole del municipio stesso.
Ma in quanti casi, avendo subito un danno, o semplicemente trovandosi coinvolti loro malgrado in qualsiasi cosa che preveda di ritrovarsi in tribunale, normali cittadini, magari poco danarosi, si vedono affliggere l’ingiusta condanna a dover rifondere del proprio per colpe altrui?

Tu che hai la pazienza di leggermi, sai qual è l’“alta” considerazione nella quale tengo il solerte magistrato, perciò, al di là di quanto mi è personalmente accaduto, non hai bisogno di leggere quale sarebbe la mia reazione in questo caso.
Ti basti pensare però, che è proprio una di queste ragioni, la pietra angolare del mio modus operandi, già da tempo applicato con il ritenere lo Stato simile alla mafia, e di conseguenza, con il ritenerlo nocivo per i miei interessi, trattandolo con la necessaria diffidenza.

Spero perciò di non dovermi più trovare in una situazione simile a quella già vissuta, alla stessa stregua di quella ricordata nella delibera di cui sopra.
Dovesse accadere, metterò in atto quanto dovuto, allo scopo di recuperare il mal tolto, magari facendo in modo che chi risultasse colpevole, fosse messo in condizioni di non nuocere per il futuro.

Ciò, con ogni mezzo.

E se lo dico, quant’è vero Dio giuro che lo farò.