Di Vittorio Venditti
Ecco Perché La Lingua Italiana Viene Snobbata!
Dopo aver superato indenne il grosso impegno che ha visto in campo quest’inutile sito durante la festa del Corpus Domini a Gambatesa, anche per riposare un po’, torniamo a parlare dello strano modo di trattare la lingua Patria, soprattutto da parte di chi, sedicente istruito, (e parlo in generale), alla fine di tutto sa parlare innumerevoli lingue, tranne quella appartenente alla nazione nella quale vive.
Va detto che se tralasciassimo i nostri compatrioti e ci avventurassimo nell’est europeo, troveremmo gente che parla l’italiano come mai sentito dalla bocca di un italiano; ma questa è tutta un’altra storia.
Oggi, proprio per non cadere nei luoghi comuni ed annoiarti più di quanto già faccio normalmente, voglio analizzare il problema, mettendomi nei panni di chi, magari d’improvviso, si trova di fronte termini come quello proposto da questa delibera:
Questa volta non per “merito” di chi amministra il nostro municipio, ma per colpa di una burocrazia dura a morire.
Leggendo il documento che ti ho proposto, t’imbatterai anche tu nei termini:
“Ricorso Perento.
La perenzione, è un istituto che si applica ai ricorsi giudiziali che hanno per attori o convenuti amministrazioni di ogni genere.
Quando non sussiste più il ricorso in questione, magari per mancanza d’interesse da parte del ricorrente, il ricorso stesso viene dichiarato “Perento”.
Se stessimo parlando di dispute fra avversari che nulla avessero a che vedere con le amministrazioni pubbliche, stando nelle stesse condizioni di cui sopra, il ricorso si direbbe estinto.
A che pro questa diversità di termini?
Perché impaurire il comune cittadino con termini appositamente inventati, quando è possibile utilizzare quanto di già in essere, magari più comprensibile?
La Perenzione, è stata introdotta nel codice italiano, nel millenovecentosette.
Non sarà arrivato il momento di comportarci come l’accademia della crusca quando aggiorna i vocabolari, e depennare un termine inutile e ridicolo come quello di cui stiamo parlando?
Sì, perché diversamente dovrei cominciare a dare raggione ai ggiovani xke preferiscono parlare tutt’altro NN considerando più corretto l’italiano dell’accademia di cui sopra, e di conseguenza, prendendosi la raggione nel fregarsene altamente anche degli errori ortografici segnalati dal pc.
Tornando seri, davvero se si volesse riformare tutto ciò che è riformabile per riavvicinare i palazzi alla massa, credo che sia il caso di cominciare dal modo di esprimersi, eliminando il burocratese a favore di una lingua universalmente accessibile da un lato, e sostituendo con questa lo scimmiese, generalmente parlato da chi aspira a diventare il futuro, che di questo modo di esprimersi dà la colpa ai social network, e non alla propria innata ignoranza.