Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Marco Frosali
Gambatesa: Come Siamo Ridotti. 2a Parte
Detto ieri dei risvolti politici derivati da quanto proposto in maniera estemporanea durante l’ultima serata della da poco conclusa trentesima edizione del ‘Festival della Canzone Dialettale Molisana’, passo volentieri al livello di bassezza al quale l’uomo, per le più bieche necessità, sa abbassarsi per l’appunto. I fatti:
Conclusa la vergognosa performance che abbiamo dovuto sopportare in attesa di sapere chi fosse il vincitore della kermesse e chiarito anche il nome del gruppo che è arrivato prima degli altri, poco dopo le tre antimeridiane, in attesa di scrivere l’articolo che mi avrebbe dato lavoro proprio per l’intera giornata, con Marco e Totore anche loro stanchi per l’impegno di supporto gratuitamente portato a termine per questo giornale, decidiamo di acquistare un bicchiere di birra a testa, (poi sarebbero diventati tre pro capite), presso lo stand della Pro Loco, appena premiato dal loro presidente. Ci sediamo ad un tavolo, (così com’era perché a nessuno è venuto in mente che i luoghi lasciati andrebbero educatamente trattati, in quanto non di proprietà personale), e cominciamo a discutere di come avremmo passata la giornata successiva.
Circa una mezz’oretta dopo, si avvicina a noi un gruppo di adolescenti del paese, dal quale si stacca un pargolo che inizia ad insultarci, per quanto scriviamo. A me, in particolare, è stato contestato quanto raccontato in coda all’articolo che ha riassunta la seconda serata dell’evento appena concluso, pezzo nel quale ho messa in luce la scarsa professionalità di chi invia i comunicati stampa dalla Pro Loco… ad indirizzi e-mail di siti da loro e da chi li governa, precedentemente uccisi, toccando evidentemente la suscettibilità di chi poi si è qualificato come il reo di tal ‘azione’. “tu la devi finire di scrivere queste cose!”, al che io ho chiarito, (è proprio il caso di dire), al mio interlocutore che non è necessario leggere ciò che non piace e lui, di rimando, “Ma le leggono altre migliaia di persone!”, al che io ho spiegato che contrariamente alla volontà di chi non ha la coscienza pulita, è proprio questo lo scopo di tal comunicare. A questo punto, il vostro, sempre più alle corde, dice: “ma lo sai che quello che scrivi è da denuncia?”, al che io, ricordando che per questo, pur avendo la coscienza pulita di chi ha fatto solo il suo dovere di cittadino onesto, devo andare a difendermi in tribunale i prossimi dodici e tredici settembre, aggiungo che proprio con lo scritto linkato sopra ho denunciato quant’era stato mal gestito il giorno prima. Ma gli insulti non finivano ed io cercavo un modo per allontanare un ragazzino in evidente stato d’ebrezza, quando il vostro, nell’attaccare Totore, dice: “Se tu avresti…”, suscitando anche la reazione indignata dei suoi amici che di conseguenza lo deridono. Ma come: Padre giornalista, scrittore e poeta, madre insegnante di scuola elementare, crescono un figlio che oltre a non reggere i fumi di Bacco, si esprime con verbi nei quali fanno a cazzotti congiuntivo e condizionale, alla stessa stregua di vino bianco e vino rosso quando stanno in corpo a chi poi, sbagliando qualche passo, cade insieme a cotante bevande in simili ‘bicchier d’acqua’? Senza tirarla per le lunghe, il ‘piccolo moralista’, ripreso dai suoi ‘compagni’ si è allontanato e noi abbiamo potuto finire di bere in pace il nostro terzo giro di birra.
Nell’attacco alla mia persona però, è affiorata la consueta mafiosità gambatesana che vorrebbe essere il grimaldello in mano a chi pretende di far ‘partecipare’ chi si ostina a voler pensare con il proprio cervello ed agire di conseguenza. Il giovinastro, mentre dava il meglio di sé in improperi e quant’altro sarebbe dovuto servire a provocare in me una qualsiasi reazione che ovviamente non c’è stata, se non nell’odierno raccontare pubblicamente quanto ha ulteriormente squalificato il comportamento di un dilettante allo sbaraglio, ha detto: “Tu ti devi ricordare che mio padre ti ha fatto del bene!”, disquisire che mi ha toccato ancor meno del resto delle stupidaggini che quell’avvinazzato stava tentando d’imporre per fare il gradasso, la qual cosa ha mandato in bestia cotanto ‘politico in erba’, (forse quella fumata),che lo ha portato poi a scarrellare con i verbi, come descritto sopra.
“La verità è infinita, ma l’intelligenza umana è finita. Perseguire l’infinito con ciò che è finito è un’occupazione pericolosa.” Chuang-tzu.
In conclusione: Non faccio il nome dell’eroe della notte della finale del festival, solo perché ho sempre rispettato, rispetto e sempre rispetterò, da blogger così come da indegno giornalista, la Carta di Treviso che chiede di proteggere i bambini, ma finisco dicendo che è dunque proprio vero:
“Os stulti contritio eius”. La bocca dello stolto… – PensieriParole
La bocca dello stolto è il suo castigo.